Riunione a porte chiuse per tentare di risolvere i problemi della storica scuola italiana. Consolato deciso ad aiutare economicamente l'Istituto privato che già gode dei contributi statali. Sollecitata la creazione di un Consiglio d’Istituto. Ancora nessun accordo sulle tariffe scolastiche. Assente presidente della Giunta.
CARACAS (29/11/2012) – Urla e rimproveri in soffitta a favore di un nuovo clima di collaborazione nella scuola italiana A. Codazzi, dove oggi le parti interessate si sono nuovamente incontrate per cercare una soluzione all’impasse creatosi dopo il rincaro delle tariffe scolastiche deciso dalla Giunta direttiva per salvare l’Istituto privato dalla bancarotta. Si è affrontato anche il tema della sostenibilità a lungo termine: l’idea è quella di trasformare la scuola italiana in una scuola mista.
- Finalmente c’è un clima nuovo - dice il Console generale Giovanni Davoli alla ‘Voce’ - e ci si parla con toni pacati. Una assoluta novità, se pensiamo all’atmosfera che si respirava all’ultima riunione...
All’incontro erano presenti il preside Gianfranco Incerpi, il vicepresidente della Giunta Giudo Brigli, la seconda vicepresidente Gladys Borgazzi, il Console Davoli e un ristretto gruppo di genitori a rappresentanza delle famiglie degli studenti. Ancora una volta assente Adriano Giovenco, che sembrerebbe non voler assumere le proprie responsabilità di Presidente della Giunta direttiva della scuola. Assente, non per volontà propria, anche la stampa, a cui non è stato permesso assistere alla riunione.
Un incontro a porte chiuse, quindi, nonostante le sorti della storica Codazzi riguardino un po’ tutta la collettività italiana in Venezuela e anche i nostri concittadini in Italia, che con le loro tasse hanno permesso negli anni di finanziare la scuola ed oggi, sembra, dovranno mettere ancora mano al portafogli. Infatti, stando a quanto dichiarato dal suo rappresentante, il Consolato “vuole dare un contributo”, anche ancora “non si sa bene in che forma”. L’idea avanzata durante l’ultima riunione era quella di borse di studio per gli studenti: si pensava di portare le quote mensili da 1.830 bolivares a 2.900, invece che a 3.500 come chiesto dalla Giunta, e di aiutare le famiglie che non riescono a pagare più della vecchia quota. Questo significherebbe che nonostante il momento di crisi economica, le difficoltà di numerosi connazionali anziani e malati e il fatto che la Codazzi sia un Istituto privato, il nostro Governo, attraverso il Consolato, riserverà parte delle risorse disponibili - denaro dei cittadini italiani che pagano le tasse - per sostenere la scuola.
Il Console si è detto soddisfatto dall’esito della riunione anche se, in realtà, nulla è stato deciso e non si è ancora arrivati ad una soluzione che faccia contenti tutti. Sul fronte tariffe, ancora nulla di fatto. “Continueremo a riunirci finché non troveremo una ‘retta condivisa’” dichiara il Console.
Il diplomatico ha spronato la direzione a creare un Consiglio d’Istituto.
- Ci siamo resi conto che quelli che affrontiamo in questo momento sono gli stessi problemi che in Italia si discutono e si risolvono in sede di Consiglio d’Istituto - spiega Davoli -. Inoltre ad un Consiglio potrebbero partecipare anche i docenti e il personale della scuola, che noi vogliamo coinvolgere.
Per quanto riguarda la sostenibilità economica a lungo termine: l’idea è quella di trasformare la scuola italiana in una scuola mista sull’esempio della venezuelano-tedesca Humbolt di Caracas. L’idea, sembra, è quella di avere più studenti e quindi più entrate. Il Console, a questo proposito, si è impegnato a proporre un accordo al governo venezuelano.
Nella prossima riunione, giovedì prossimo, si tratterà con cifre alla mano e in modo approfondito il tema spinoso delle finanze. Da ricordare che nell’incontro scorso il Comitato dei genitori ha avanzato dubbi sulla giusta amministrazione economica della scuola, sostenendo che i conti presentati dalla Giunta non sono trasparenti e che i numeri – quantità di alunni, morosità, stipendi, spese – sono falsi. A questo proposito ha costruito un contro-bilancio dal quale si evince l’inesistenza di una situazione di passivo economico, senza peraltro prendere in considerazione il finanziamento proveniente dal governo italiano (in diminuzione, dai 140 mila euro del 2007 ai 17 mila dell’anno scorso).
Monica Vistali
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