L’italo-venezuelana originaria di Viserba ha creato la prima cattedra di Estetica nel Paese. Per anni ha condiviso l’esilio con il marito filosofo, tra i leader della guerriglia venezuelana degli anni ‘60
CARACAS - La scrittrice italo-venezuelana Victoria de Stefano sarà insignita questo mese, durante la Biennale Internazionale Mariano Picón Salas che si terrà dal 20 al 23 novembre nella città di Merida, di una laurea honoris causa da parte dell'Università delle Ande (ULA).
L'omaggio alla de Stafano, referenza imprescindibile nel panorama letterario latinoamericano, è un'iniziativa della Facoltà di Lettere e Filosofia della ULA, presieduta dal decano Luis Alfredo Angulo.
- La romanziera e saggista ha firmato una grande opera narrativa e da lungo tempo è impegnata nel campo della attività letteraria, tanto da aver fondato la prima cattedra di Estetica del Paese, nell’Università Centrale del Venezuela a Caracas - ha spiegato Angulo.
Nata nel 1960 a Viserba, in Italia, Victoria de Stefano si trasferì in Venezuela nel 1946 con la sua famiglia. Ha una laurea in Filosofia ottenuta presso l'Università Centrale del Venezuela. Suo marito, il filosofo Peter Duno, con il quale ha condiviso l'esilio a L'Avana, Algeri, Parigi, Zurigo, Barcellona e nel Cile di Allende, è stato uno dei principali dirigenti della guerriglia venezuelana degli anni Sessanta.
La collettività italiana ha avuto l’onore di conoscere la scrittrice lo scorso febbraio all’Istituto Italiano di Cultura, durante la presentazione dell’edizione bilingue della raccolta di poesie “Amante”, di Rafael Cadenas. La de Stefano era sul palco insieme a Joaquín Marta Sosa.
La scrittrice ha pubblicato, tra altri titoli, “El desolvido” (1970, 2006), “Sartre y el marxismo” (1975), “Poesía y modernidad, Baudelaire” (1984), “La noche llama a la noche” (1985), “El lugar del escritor” (1992), “Cabo de vida” (1994), “Historias de la marcha a pie” (1997), “Pedir demasiado” (2004) e “Lluvia” (2006).
M.V. (La Voce d'Italia)
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