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giovedì 24 giugno 2010

Venezuela dalle uova d'oro per gli istituti italiani

La Patria Grande(http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/consolati/beneficiari/beneficiari.htm) ha pubblicato in passato l'elenco 2007 dei beneficiari di provvigioni elargite dallo Stato italiano ad associazioni ed enti vari di italiani del Venezuela. Scriveva al momento della pubblicazione: "Si tratta di dati di fonte del Ministero degli esteri, ampiamente conosciuti dagli addetti ai lavori, ma forse un po' meno conosciuti dalla comunità. Pensiamo di fare un servizio gradito alla collettivita italiana, che difficilemnte accede alle fonti del ministero. ... Importante: i beneficiari di provvigioni che si basano sulla normativa DPR 18/67, sono i vice-consoli onorari, che a titolo puramente "onorario", ossia gratuitamente, prestano la loro funzione, percependo solo modesti rimborsi (quelli indicati) per spese telefoniche, luce, ecc ...".
Inoltre, chi controlla come vengono cambiati questi soldi in Venezuela? Chi controlla come sono gestiti? Ricordiamo che, al cambio parallelo, un euro vale almeno 8 bolivares e la legge prevede oggi uno stipendio minimo di poco più di 1.200 bolivares.
BENEFICIARIO LOCALITA' NORMATIVA IMPORTO EURO
 
ASSOCIAZIONE AGOSTINO CODAZZI CARACAS LEGGE 296/1998 140.000 euro


COLLEGIO BOLIVAR Y GARIBALDI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 140.000 euro


CONSORZIO M.C.I. CARACAS ART. 53 D.P.R. 18/1967 91.000 euro 


CENTRO EDUCATIVO ROSMINI MARACAIBO D. LEGISLAT. 297/1994 90.000 euro


SCUOLA DE MARTA PUERTO LA CRUZ D. LEGISLAT. 297/1994 40.000


CASA DI RIPOSO VILLA SERENA MARACAIBO ART. 53 D.P.R. 18/1967 35.800


CO.MIT.AS. CARACAS ART. 53 D.P.R. 18/1967 33.000


COLLEGIO SAN FRANCESCO D'ASSISI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 30.000


COLLEGIO NOSTRA SIGNORA DI POMPEI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 28.000


COLLEGIO SAN MARCO EVENGELISTA CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 25.000


BOLIVAR Y GARIBALDI CARACAS LEGGE 296/1998 20.000 euro
ENTRO CULTURALE SANTA RITA CABIMAS D. LEGISLAT. 297/1994 20.000
CENTRO EDUCATIVO GIOVANNI XXIII CABIMAS D. LEGISLAT. 297/1994 20.000
CEN. EDUC. LOS PIRINEOS DON BOSCO SAN CRISTOBAL D. LEGISLAT. 297/1994 18.000
CENTRO CULTURALE ITALIANO MERIDA D. LEGISLAT. 297/1994 16.000
COLLEGIO GIOVANNI XXIII MARACAY D. LEGISLAT. 297/1994 16.000
COLLEGIO SAN PEDRO BARQUISIMETO D. LEGISLAT. 297/1994 16.000
SCUOLA MONTESSORI CIUDAD BOLIVAR D. LEGISLAT. 297/1994 15.000
SCUOLA AGAZZI BARQUISIMETO D. LEGISLAT. 297/1994 14.000
FOND. CIAO ITALIA CAGUA ART. 53 D.P.R. 18/1967 13.500
ASS. AGOSTINO CODAZZI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 13.000
CENTRO EDUCATIVO LOS CEDROS VALERA D. LEGISLAT. 297/1994 12.000
ASS. L. PIRANDELLO PUERTO ORDAZ D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
CEN.CULT. ITALIANO VENEZUELANO CIUDAD OJEDA D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
CENTRO CULTURALE IL BUCANEVE VALENCIA D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
CENTRO EDUCATIVO ROSMINI CABIMAS D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
COLLEGIO PATRIA CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
FIEGIV CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
SCUOLA VESPUCCI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 10.000
COLEGIO BOLIVAR Y GARIBALDI CARACAS LEGGE 296/98 8.000
DANTE ALIGHIERI MARACAY D. LEGISLAT. 297/1994 8.000
MOLINARI RAFFAELLA ACARIGUA DPR 18/67 7.298
CAMPBELL WEBSTER STEPHEN PORT OF SPAIN DPR 18/67 7.124
CEN.CULT. VENEZOLANO ITALIANO MARACAIBO D. LEGISLAT. 297/1994 7.000
CENTRO EDUCATIVO LACAN CIUDAD OJEDA D. M. N. 308 28/02/02 7.000
ETRICONE MARIA GIOVANNA MARACAY DPR 18/67 6.849
LA CAVA MARIO ANGELO PUERTO CABELLO DPR 18/67 6.699
MASCITTI TEODORO LOS TEQUES DPR 18/67 6.425
BERTUZZI RENZO VALENCIA DPR 18/67 6.098
CENTRO EDUCATIVO CRISTO REY PUNTO FIJO D. LEGISLAT. 297/1994 6.000
BALDI PAOLA BRIDGETOWN DPR 18/67 5.624
COTOGNO ROSSELLA PORLAMAR DPR 18/67 5.124
IOVINO ANTONIO PUERTO ORDAZ DPR 18/67 5.100
ASS. CIVILE S. FRANCESCO BARQUISIMETO ART. 53 D.P.R. 18/1967 5.000
ODICI PORLAMAR D. LEGISLAT. 297/1994 5.000
NDELICATO GRAFFEO GIOVANNA PUERTO LA CRUZ DPR 18/67 4.699
BERTOLO GIOVANNI SAN CRISTOBAL DPR 18/67 4.245
CASA D'ITALIA LOS TEQUES D. LEGISLAT. 297/1994 4.000
CEN.EDUCATIVO ARCA DE LOS NINOS MARACAIBO D. LEGISLAT. 297/1994 4.000
SCUOLA MATERNA MI CASITA MARACAY D. LEGISLAT. 297/1994 4.000
RAMPINI EZIO CIUDAD BOLIVAR DPR 18/67 3.436
CENTRO ITALO VENEZOLANO CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 3.000
FIORELLO GIOVANY SALVADOR MATURIN DPR 18/67 2.850
PRUNETI IN ROSENSTAND KATHRYN MARY WILLEMSTAD DPR 18/67 2.425
BERTOLETTI COUTAIN VITTORIA ST. GEORGES DPR 18/67 2.271
PORTAGNUOLO MAURIZIO LA GUAIRA DPR 18/67 2.125
TORTORICI FILIPPO BARQUISIMETO DPR 18/67 2.050
CENTRO CULTURALE G. MARCONI CARACAS D. LEGISLAT. 297/1994 2.000
VITALE FABIO CIUDAD OJEDA DPR 18/67 1.909
BONGIOVANNI BOLOGNA VINCENZA CABIMAS DPR 18/67 1.894
FIELDS RICHARD BERKELEY GEORGETOWN DPR 18/67 1.850
PICCININ IN THOM MARIA CASTRIES DPR 18/67 1.850
MIGLIORINI MARIO PUNTO FIJO DPR 18/67 1.679
COLELLA NELLO BARINAS DPR 18/67 1.555
D'ANDREA GABRIELLESCHI MARIA DEA SAN JUAN DE LOS MORROS DPR 18/67 1.555
CATALANO PIETRO CORO DPR 18/67 1.055
MA AJONG SONNY RONALD PARAMARIBO DPR 18/67 500

domenica 20 giugno 2010

Merida, vecchia mafia made in Italy

CARACAS - Il noto sito web Aporrea.org ha ripreso lunedì scorso una denuncia apparsa il 23 aprile 1987 sul periodico “Polémica”, che circolava in quegli anni a Mérida. Una storia a cui più volte abbiamo assistito, quella di “una famiglia d’italiani che arriva con una mano dietro e una davanti, si dedica alle costruzioni mangiando mortadella e pepsi e poco dopo è padrona di un’immensa fortuna”, come sostiene Aporrea.
Il protagonista è l’imprenditore Pietro Grespan Bolzonello, arrivato a Mérida negli anni Cinquanta con “un pugno di lire che non rappresentavano nemmeno cento dei nostri bolivares”, raccontava “Polémica”. Mérida si descrive sul suo periodico cittadino come una città aperta all’immigrazione italiana, che è stata - si legge - “tra le migliori delle diverse nazionalità che, prodotto di guerre e crisi economiche, si sono disperse nel mondo in cerca di un destino migliore”. Gli italiani, continua il giornale, “hanno dato un vigoroso impulso al nostro sviluppo come nazione, grazie alla loro laboriosità e la loro stupefacente capacità di assimilazione”.
Aporrea sottolinea però che non una sola volta i venezolani hanno visto gli immigrati italiani “montare un’impresa di costruzioni e simultaneamente comprarsi un mezzo di comunicazione sociale con cui favorire, o sfavorire, i politici che si comportavano bene con i loro affari”. Infatti, sulle colonne di “Polémica” si racconta di come, all’improvviso, il povero migrante Bolzonello diventa un vero mago degli affari e compra un sofisticato aereo che va e viena tra Caracas, Miami, New York.
Si narra l’acquisto dell’Hotel Valle Grande di Mérida, l’appalto per il nuovo piano dell’Hotel Caracas Hilton per duecento milioni di bolivares (sono gli anni Ottanta, ndr), l’acquisizione di Radio Continente per ventisei milioni di bolivares attraverso una “scandalosa operazione additata di sospetti di frode al fisco nazionale”. Si spiega come Bolzonello si associ poi alla costruzione del noto CCCT di Caracas, il centro commerciale più costoso dell’America latina, compra Radio Central e Radio Cumbre, oltre a favolose ‘fincas’ in tutto il territorio. Non contento, spiega il periodico, il connazionale acquista a San Cristóbal il “Diario Pueblo” e a Mérida il “Correo de los Andes”, e prova addirittura di arrivare al quotidiano “El Nacional”, quando girava voce che era in vendita. Infine, per concludere la sua opera, si associa allo sviluppo turistico della località di Morrocoy e si butta nella finanza montando “Financiadora Cordillera” e “Fondos de Activos Líquidos Cordillera”.
Numerose iniziative imprenditoriali, non tutte redditizie. Aporrea.org si chiede: “Come e da dove è spuntato tutto quel denaro?”. “Polémica” azzarda quindi un’idea “semplice quanto pericolosa”: sono tutte facciate per reciclare i “dollari maledetti, i dollari della cocaina, i dollari del narcotraffico”.
Quella narrata da “Polémica” è una storia da leggere non per gettare fango ma per far luce, e non è mai abbastanza, sulla migrazione all’italiana. La verità non può che farci onore. Il fatto che negli anni Sessanta gli italiani erano proprietari o amministratori di un terzo delle industrie venezolane non collegate al settore petrolifero, certo non era solamente caso, fortuna, bravura. Non tutti eravamo angeli. E non è il caso di nascondere la testa sotto la sabbia. Ma, nonostante l’indiscussa presenza di ‘mele marce’, il nostro arrivo, come affermava “Polémica”, sembra stato un toccasana per il Venezuela.
Che valga lo stesso per le minacciose facce scure che ogni giorno arrivano nel nostro, cosidetto, Belpaese?

lunedì 7 giugno 2010

Palmerini, un libro per l'Abruzzo a cavallo dei cinque continenti

Sarà presentato domani l’ultimo lavoro dello scrittore aquilano Goffredo Palmerini dal titolo “L’Aquila nel mondo. Notizie, fatti ed eventi prima e dopo il terremoto del 6 aprile 2009”

di Monica Vistali
CARACAS – Dopo “Oltre confine” e “Abruzzo Gran Riserva”, Goffredo Palmerini continua a tessere relazioni tra gli abruzzesi dentro e fuori dai confini con “L’Aquila nel mondo. Notizie, fatti ed eventi prima e dopo il terremoto del 6 aprile 2009”. Il libro sarà presentato domani a L’Aquila alla presenza dell’autore. I proventi derivanti dalle vendite saranno destinati all’Istituto Cinematografico del capoluogo abruzzese per contribuire al restauro delle pellicole della prestigiosa Cineteca danneggiate dal terremoto.

L’Aquila nel mondo” è una selezione di articoli scritti da Palmerini e pubblicati da maggio 2008 a dicembre 2009 dalla stampa italiana all’estero, dalle agenzie internazionali e da molte testate italiane on line. Sono colonne in cui lo scrittore abruzzese parla di personaggi, eventi, fatti e valori della sua terra d’origine e della sua gente. Una comunità che “sa farsi valere ed apprezzare ancor più quando si cimenta all’estero”, come scrive nell’introduzione al volume.
- Gli italiani fuori dai confini sono una risorsa importante - spiega alla Voce Palmerini - che la politica non comprende. Le seconde e terze generazioni sono trattate con superficialità, quando ci dovrebbe essere una vera conoscenza del fenomeno dell’emigrazione e relazioni di contatto e scambio reali. Ma purtroppo - si rammarica - l’Italia è poco incline ad instaurare un dialogo importante con le sue comunità all’estero.
Canottaggio a Pachino, musica corale in Canada, solidarietà in Bolivia, ecoturismo in Guinea Bissau. E ancora, gemellaggio con scuole russe, arte in Danimarca. In questo Abruzzo “raccontato a cavallo di più continenti”, come lo definisce nella prefazione al volume Letizia Airos, direttore della testata multimediale i-Italy e giornalista di America Oggi, non potevano mancare i riferimenti alle comunità abruzzesi del Venezuela. Ecco quindi articoli dedicati all’emigrazione femminile, alla candidatura di Mariza Bafile ed all’uscita del suo primo romanzo, alla scomparsa del fondatore del nostro giornale, Gaetano Bafile, alla missione in Venezuela della delegazione abruzzese guidata dal presidente della Regione, Nazario Pagano.
Un omaggio agli italo-venezolani che si sono distinti oltreoceano senza dimenticare la propria terra natale. Abruzzesi che, inoltre, non hanno mai distolto lo sguardo dalla tragedia del 6 aprile e hanno contribuito, con le loro cordate di solidarietà, alla ricostruzione. Come afferma l’autore nell’introduzione al volume:
- La straordinaria bellezza dell’Aquila, le disastrose conseguenze del sisma, infine la dignità, la compostezza e l’austera indole della nostra gente, hanno commosso il mondo. Un comportamento che ha immediatamente attivato la rete degli Abruzzesi nei cinque continenti, tutti i nostri connazionali all’estero e la gente di tutti i paesi del mondo.
Un’attenzione importantissima “non soltanto in senso materiale”, sottolinea Palmerini, perchè avere gli occhi del mondo puntati addosso “è anche uno stimolo a fare presto, e meglio”.
Se i due precedenti libri si sviluppavano su tredici mesi canonici, il sisma ha imposto a “L’Aquila nel mondo” un’estensione temporale sino a dicembre, chiusura dell’annus horribilis. Uno spazio che ha permesso di ospitare le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la tragedia aquilana e raccontare la visita del Papa ai terremotati, il G8, il concerto di Muti e Morricone, il toccante “L’Aquila risorgerà, il terremoto non la doma”.
Dopo il terremoto, l’Italia ha perso un vero e proprio patrimonio universale racchiuso in nemmeno 350 ettari di centro storico, sui quali l’Unesco aveva già messo gli occhi. Come spiega Palmerini alla Voce, il post-sisma ha evidenziato duemila emergenze artistiche tra chiese, palazzi, monumenti ed opere d’arte. Un’unicum svanito in pochi secondi, con una scossa che ha raso al suolo una città pensata, pianificata e costruita dal nulla nel 1254, con una formula che riprenderà solo San Pietroburgo quattro secoli dopo e Brasilia negli anni Sessanta.
- Malgrado tutto, ce la faremo - scrive Palmerini -. Come sempre, anche questa volta.

Gli italiani hanno stretto la mano a Chávez?


Di Monica Vistali

In momenti diversi e per vie diverse, mi sono giunte tra le mani tre lettere, tutte di cittadini italiani in Venezuela. Una è stata scritta qualche anno fa, le altre a cavallo della recente visita del ministro degli Esteri, Franco Frattini nel Paese. Quella di Antonio Coiro, un elogio al ‘proceso revolucionario’ che grida a grandi caratteri ¡Aprovechemos a Chávez!, stride con le lamentele di Marco Polesen, incaricato di promuovere la Lega Nord in Venezuela, e quelle di Mario Sebastiani, che scaglia pietre contro il governo italiano e venezolano.
Polesen, in sintesi, non è d’accordo sul fatto che la Collettività italiana incontri, nella persona del ministro degli Esteri, Chávez ed il suo regime socialista repressivo, filocubano, filoterrorista, illegale, illegittimo ed antidemocratico, che promuove la criminalità come arma di terrore per paralizzare i cittadini - mescolando le parole di Polesen -. Questo perchè la suddetta Collettività, all’80 per cento, “ha votato per la destra”. E la destra non s’immischia con i comunisti, causa per cui i nostri migranti “nudi ed inermi dovranno riguardare la madrepatria da cui sono partiti”.
Vorrei puntualizzare alcune cose.
In primis vorrei ricordare lo ‘scandalo delle schede bruciate’ e il famoso ‘falò’ di Aldo Miccichè, dove si persero migliaia di voti a favore della candidata del Pd che - a detta del faccendiere latitante, e non si capisce da cosa mai lo abbia dedotto - “sta facendo tutta una propaganda a favore di Chavez”. Le percentuali della destra di Polesen, quindi, andrebbero decisamente ridefinite. Passando poi al “regime” che tende ad una “permanenza anch’essa illegittima” - il riferimento è alla possibilità di ricandidatura delle cariche politiche - parlerei dei sette governi di De Gasperi, dei sette di Andreotti, di Berlusconi IV. Con questi scheletri e questa storia recente, come scrivere che oggi “in Venezuela non esiste un governo legale e legittimo”?
Senza dubbio, però, Polesen può trovare alleati tra le fila della Collettività italiana.
Durante l'incontro a Caracas tra il ministro degli Esteri italiano e la collettività, pronto a prendere parola come ‘rappresentante degli italo-venezolani’ c’era il presidente del Cgie, Ugo di Martino. Lo stesso ‘Ugo’ di cui parlava Aldo Miccichè nelle intercettazioni telefoniche, era in piedi, fiero, criticando il presidente venezolano e le sue presunte“tendenze totalitarie”. Senza vergogna. Eppure qualche anno fa, esattamente il 22 giugno 2005, Di Martino, insieme a Nello Collevecchio e Michele Coletta, erano con Chávez a Miraflores per la firma che decretava l’istituzione della ‘Giornata dell’amicizia italovenezolana’. L’ambasciata, in quell’occasione, disse che “gli organi rappresentativi della collettività” erano stati “tutti solidali nella loro volontà di instaurare un dialogo con il Governo venezolano”. Insomma, un cambiamento repentino.
Un’altra cosa. La politica ed i rapporti fra gli Stati - fortunatamente o no - sono inzuppati di diplomazia. I leader non s’incontrano perchè tra loro si trovano simpatici. L’Italia stringe relazioni diplomatiche con un paese come la Cina, che invita ora all’Expo 2015 di Milano. E il paese asiatico, con le sua agghiaccianti condanne a morte, inflitte per ben 68 possibili crimini, non è certo esempio di virtù. Berlusconi, inoltre, distribuisce come pane abbracci e strette di mano. Oltre a Gheddafi, ha incontrato l’israeliano Netanyahu ed il palestinese Abu Mazen, tra l’uno e l’altro Obama. Quindi, caro Polesen, il fatto che il ministro Frattini si riunisca con Chávez non deve scandalizzare. Per consolarti, puoi ripensare agli incontri tra Papa Giovanni XXIII e Fidel Castro.
Si potrebbe criticare invece, come fa Mario Sebastiani, la “frettolosa, retorica e banale riunione” del ministro degli Esteri “con alcuni membri studiati e poco imbarazzanti” della Collettività. Un incontro tanto per fare presenza, quando la vera ragione del viaggio era un’altra: “prendere soldi e mettere una pezza alla faccenda di Contuy”. Diplomazia. Certo, il fatto che Di Martino, dopo lo scandalo Miccichè, rientri tra i personaggi “poco imbarazzanti” dovrebbe far riflettere su chi pretende - a tutti i livelli – di rappresentarci.
Rappresentanti a parte, per Sebastiani quello della settimana scorsa è stato un meeting inutile. “Non prendeteci per i fondelli con la farsa delle preoccupazioni” denuncia. “Chávez non permette che ci s’immischi troppo e nel frattempo ci sta togliendo tutto”. Intanto, l’Italia si dimentica dei suoi cittadini all’estero (una “comunità in emergenza” la definisce Sebastiani) e si dimostra reticente a distribuire nazionalità e passaporto che “permetterebbero un po’ più di sicurezza in caso di necessità estrema, vedi Cuba”.
La terza lettera, “Visión de un inmigrante. ¡Aprovechemos a Chávez!” usa toni decisamente meno aggressivi e allarmistici per sostenere l’idea che in Venezuela si stia assistendo ad un “cambiamento sociale giusto”, pacifico e democratico. Un trend di cui dobbiamo, appunto, ‘approfittare’ per realizzare quello che “altri hanno realizzato con guerre e sangue”.
Con parole più soft rispetto alle altre lettere, risponde a quelli che “ripetono come pappagalli che avversano il presidente Chávez perchè ha diviso in due settori il popolo venezolano”. Antonio Coiro scrive:
- Chiaramente ci sono due settori. Ho occhi per vederli, orecchie per ascoltarli, ma anche la lunga memoria per ricordare che anche negli ultimi 40 anni c’erano due settori. E al settore più povero e abbandonato usavamo occhi per vederlo, però mai si usarono orecchie per ascoltarlo.
C’è quindi chi non rientra in un supposto 80 per cento. Chi non è chiamato ad incontrare ministri. Chi resta in Venezuela per vivere bene, non per rimpiangere l’Italia. Chi resta per mescolarsi ad un popolo, non per importare un partito di separazioni e scissioni.
Signor Polesen, con mille difetti e contraddizioni evidenti, con errori di percorso volontari e involontari, il Venezuela percorre il suo cammino. Accompagnamolo. Partecipiamo e non sediamoci tra le fila degli spettatori, critichiamo con ragione senza demonizzare. Soppesiamo le parole. Chi è senza peccato, diceva qualcuno migliore di me e di Lei, scagli la prima pietra.