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martedì 17 maggio 2011

I giovani molisani nel mondo tornano a casa con un sorriso

di Monica Vistali

CARACAS – Chiuso il Consiglio, i ragazzi e le ragazze dell’associazione “Giovani molisani nel mondo” hanno lasciato il Venezuela per tornare nei loro paesi. Sono ora in Argentina, in Canada, in Australia, in Brasile, in Belgio, in Svizzera, in Inghilterra, negli Stati Uniti. Ci piace immaginarli davanti al pc, scherzando fra loro su Facebook, commentando i dieci giorni trascorsi tra Caracas, Valencia e Maracay o ricordando la gita a Tucacas e all’Isola degli uccelli, che hanno costeggiato in barca.
Membri dell’unica associazione regionale italiana rigorosamente under 35, i giovani molisani sono stati ospiti della posada La Calceta, stato Carabobo, dal 9 all’11 maggio. In questo agriturismo in mezzo al verde, hanno potuto apprezzare il territorio agreste del Paese e degustare alcuni prodotti tipici della cucina criolla. A far da Ciceroni i due consiglieri italo - venezuelani, Colasurdo Di Lembo Luigi e Tomasi Gianni, accompagnati da un gruppo di giovani delegati provenienti dalle diverse regioni del paese.
La sosta a La Calceta non è stata solo una gita di piacere. Nella tre-giorni, i ragazzi hanno si sono dati da fare per ideare e progettare nuove iniziative. Per incrementare i punti d’incontro tra i giovani corregionali sparsi nei cinque continenti, si sono definiti i dettagli dei prossimi corsi di lingua italiana aperti ai molisani nel mondo che l’Associazione organizza presso l’Università degli Studi del Molise. Un soggiorno di due settimane con lezioni intensive di lingua italiana e visite culturali per conoscere la realtà della Regione, già organizzato per i giovani dell’Argentina e dell’Australia ed a settembre aperto a quelli del Venezuela e del Brasile.
- Gli interessati devono rivolgersi all’associazione regionale della propria città e farsi mettere in contatto con noi. Cerchiamo 15 - 20 ragazzi di età inferiore ai 28 anni, con una conoscenza basica della lingua italiana - ci spiega l’italo - australiano Andrew Antenucci, segretario dell’Associazione.
Durante il Consiglio il gruppo ha pianificato scambi culturali attraverso i quali alcuni giovani molisani residenti all’estero potranno essere ospitati da una famiglia molisana.
- Il nuovo progetto involucra un buon numero di famiglie di Campobasso che dovrebbero ospitare i giovani corregionali dell’estero nelle proprie case - spiega alla ‘Voce la consigliera Francesca, di Londra -. Uno scambio culturale che ci permetterebbe di vivere la vera esperienza molisana, non solo leggerla sui banchi di scuola.
Gli scambi culturali favorirebbero un abbattimento delle barriere tra l’interno e l’esterno della Regione, tra le mete che si è prefissato il Consiglio. Obiettivo certamente facilitato dalle nuove tecnologie: il gruppo, la cui sede formale è a Campobasso, viaggia infatti sul filo del web.
- Piccoli progetti possono avere un grande impatto nella nostra comunità - spiega Andrew -. Un esempio è il portale che stiamo lanciando in rete. Si configurerebbe come il fulcro delle relazioni tra tutti i giovani molisani sparsi nei cinque continenti, e in Italia.
Per unire i giovani molisani residenti dentro e fuori dai confini, il gruppo ha in calendario “per giugno, in occasione del Consiglio dei molisani nel mondo che si terrà in Regione, una giornata di riunioni con enti, associazioni, circoli ed università che radunano i giovani all’interno della Regione”, annuncia il Presidente Marcelo Carrara, di Mar de Plata, Argentina.
- L’idea - spiaga Marcelo, originario di Castel del Giudice, Isernia - è allargare la rete mondiale dei giovani molisani che abitano all’estero ed integrarla con i molisani residenti nel Molise che, in questo mondo globalizzato, sono potenziali ‘molisani nel mondo’. In questo modo, ogni molisano avrà la possibilità avere amici corregionali in tutte le parti del mondo. Se un ragazzo vuole farsi una esperienza in Sud America, saprà a chi rivolgersi ed a chi appoggiarsi.
L’associazione Giovani molisani nel mondo è nata 5 anni fa con l’appoggio di una legge regionale. È un organo autonomo ed indipendente che associa più di un centinaio di ragazzi e ragazze. Il consiglio dei 15 si è già riunito 4 volte: la prima volta a Campobasso, poi a Isernia, San Paolo e Caracas. La scelta del Venezuela come luogo per il Consiglio è “il risultato dell’impegno preso dall’on. Michele Iorio, presidente della Regione, in occasione del Consiglio dei molisani nel Mondo svoltosi ad Isernia lo scorso giugno e dell’interesse dimostrato verso il paese che ci ospita ed i giovani mollisani di nuova generazione” come spiegano i consiglieri dell’Associazione.
- Abbiamo concordato una nuova regola – afferma il presidente Marcelo -. D’ora in poi ci riuniremo una volta in regione ed una volta all’estero, in alternanza. In questo modo possiamo conoscere la nostra terra e in egual modo altre realtà splendide come questo Venezuela che ci ha ospitato. Centri italiani fantastici e gente calorosa.
A fine giugno si terrà a Campobasso la terza conferenza dei molisani nel mondo cui parteciperanno anche i ragazzi del gruppo giovanile con l’idea di “presentare al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio regionale tutto il lavoro svolto in questi quattro anni”, spiega Marcelo riferendosi al quadriennio di vigenza del Consiglio, che ora volge al termine.
Il gruppo dei giovani molisani rappresenta una ventata di freschezza in un associativismo un po’ avanti con gli anni e, forse, da svecchiare.
- Ogni membro coltiva progetti nella propria città ed è appoggiato dalle associazioni regionali delle varie zone del mondo. Ma non è sempre facile - ci confida Andrew -. I vecchi molisani hanno dato un contributo unico all’estero e creato cose che resteranno per sempre, perciò a volte è difficile ritagliarsi uno spazio. Ma ci riusciremo!
Dal nostro Venezuela, però, i ragazzi se ne vanno con il sorriso sulle labbra. L’8 maggio hanno visitato la Casa d’Italia di Maracay, l’11 il Centro Italiano Venezuelano di Valencia e il 13 hanno fatto tappa nel nostro club capitolino, ospiti dell’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo di Caracas.
- È stata un’esperienza splendida – dichara entusista la consigliere Gilda, dall’Australia.
Al Civ di Caracas, i consiglieri sono stati accolti da una riunione cui erano presenti, fra gli altri, il Console generale Giovanni Davoli e la presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo di Caracas, Tina Di Battista.
Al termine dell’incontro, a cui sono intervenuti i giovani consiglieri portando la loro testimonianza, un simpatico buffet ed un pranzo in uno dei ristoranti del Civ.

lunedì 16 maggio 2011

Centro Italo in festa per l'Unità e la Repubblica

CARACAS - Inizia oggi il calendario di attività organizzate dal Centro Italiano Venezuelano di Caracas per festeggiare i 150 anni di unità nazionale, il 47esimo compleanno del sodalizio (compiuto il 14 maggio) e la 65esima festa della Repubblica, il 2 giugno prossimo. Le manifestazioni, che si svolgeranno negli spazi del club con il patrocinio del Consolato d’Italia e del nostro giornale, termineranno domenica 5 giugno con una grande ‘verbena’ di chiusura.

- Lo spirito è quello di unire tutti i soci dell’Italo e consolidare le relazioni tra i diversi gruppi che fanno vita nel club - spiega alla ‘Voce’ Mario Chiavaroli, presidente del sodalizio -. Il Civ è grande e diviso in settori, per cui capita spesso che ad esempio una persona che pratica sport non conosca i membri del gruppo di teatro.
Le celebrazioni inizieranno con l’accensione di una torcia olimpica che darà il via alle prime “Olimpiadi del Civ” (ore 18.30) con gare di atletica, basket, biliardo, bocce, bolas criollas, dominó, calcio, calcetto, pallavolo, volley, beach tennis, nuoto, kung-fu, judo e ginnastica artistica.
A dare il fischio d’inizio alle Olimpiadi una grande sfilata nel campo di calcio Roberto Prosperi, cui parteciperanno sia gli atleti di tutte le discipline sportive del centro che i membri dei gruppi folkloristici e culturali che fanno vita nel club. Tra questi quelli di canto, di danza, di flamenco, di teatro. Ad aprire la manifestazione, le parole di Mauro Chiavaroli e gli interventi del Console Generale Giovanni Davoli e del Coordinatore della kermesse, Nicola Saffina.
Dopo la cerimonia d’apertura, una gara di calcio ‘in rosa’.
Durante il periodo di festa in programma gare sportive delle più disparate discipline, dal nuoto al calcio al karate, con atleti della Collettività. Spazio all’attività motoria anche con una maratona - cui parteciperanno i corridori delle categorie ‘Giovani’ e ‘Meno giovani’ - e una camminata familiare.
Tanti gli eventi culturali. Si presenteranno il gruppo folklorico “Arlecchino”, i gruppi teatrali “Maschere” e “Il Piccolo”, il gruppo di “Danza moderna” e il coro “Giuseppe Verdi”. Spazio anche al cinema, con un ciclo di pellicole cinematografiche relative alle celebrazioni in atto, e alla musica, con la partecipazione speciale della “Orchestra Sinfonica del Venezuela” diretta dal connazionale Pagliuca e della “Orchestra Giovanile dello Stato Vargas” il cui direttore è anch’esso un connazionale, il maestro Domenico Lombardo.
Diverse conferenze sui temi del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e sulla nascita della Repubblica Italiana. Inoltre, in cantiere la realizzazione di una rivista incentrata sulla storia del Centro Italiano Venezolano di Caracas, sull’unità nazionale e sulla formazione della Repubblica.
Il 2 giugno, festa della Repubblica italiana, il Salone Italia del Centro sarà a disposizione dell’Ambasciata e del Consolato per le attività celebrative. Sabato 4 giugno, invece, il Salone sarà spazio dedicato ad un grande evento musicale, con la partecipazione di un riconosciuto cantante di origine italiana. Saranno consegnati importanti riconoscimenti ad alcuni soci del Centro Italo Venezuelano per il loro apporto all’instituzione e ad alcuni membri della collettività italiana che hanno contribuito ad onorare l’Italia. Infine, una affascinante esposizione di automobili antiche.
Domenica 5, giorno di chiusura delle celebrazioni, “Italia per noi, Italia per tutti”: grande evento musicale e gastronomico cui parteciperanno le varie Associazioni Regionali. Dopo la ‘verbena’, riconoscimenti alle squadre vincenti delle olimpiadi interne.



domenica 15 maggio 2011

Pensionati italiani in Venezuela, è caos

Tanti anziani italiani in regola finiti nella ‘lista nera’ di Western Union senza preavviso. Lucio Consilio: “Ignoranza e poca sensibilità. Mi riservo di intraprendere un’azione legale contro l’Inps per i disagi creati”. L’agenzia: “Ci proponiamo come responsabili per far recapitare i certificati di esistenza in vita”

di Monica Vistali

CARACAS – È ancora polemica per la “campagna di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati” promossa dall’Inps e dall’Istituto Centrale di Credito delle Banche Popolari Italiane (ICBPI), la banca che gestisce i servizi di pagamento delle pensioni all’estero. Tanti anziani in regola con il certificato di esistenza in vita sono ingiustamente finiti nella lista ‘nera’ di coloro che, a maggio, dovranno dimenticarsi di Italcambio e recarsi personalmente, per ritirare la propria pensione, presso gli sportelli Western Union. Inoltre, le lettere che dovevano avvisare gli sfortunati connazionali di essere stati dirottati agli uffici Western Union non sono mai arrivate a destinazione.

Forti critiche da Italcambio e dal prof. Salvatore Lucio Consilio, consulente esperto nell’aspetto sociale del ‘mondo dei pensionati’ e responsabile dell’ufficio “Pensione Vip” a Las Mercedes, Caracas.
- Come pensionato e rappresentante dei pensionati italo-venezuelani devo rivolgere una critica assoluta all’Inps e all’Istituto Centrale - dichiara a gran voce Consilio - e mi riservo di intraprendere un’azione legale contro l’Inps per i disagi che ha creato ai nostri anziani. Cittadini italiani, spesso malati, che devono essere rispettati. Una revisione di questo tipo - prosegue - doveva essere fatta in modo intelligente invece abbiamo capito di essere in mano a dei grandi ignoranti che non conoscono la geografia, i sistemi politici, le caratteristiche dei Paesi. Hanno dimostrato di non sapere neppure che cosa sia il Venezuela.

Numeri...
Come riferisce alla ‘Voce’ Gabriele Titone, Direttore Generale della società Italcambio, dopo un colloquio telefonico con la direzione dell’Inps, “la decisione è stata presa dall’Istituto Centrale e l’Istituto di previdenza dice di non aver visto in questa nulla di particolarmente grave” che lo inducesse a revocarla o metterla in discussione.
Una dichiarazione opinabile, quella dell’Inps. La campagna, infatti, presenta numerosi punti critici che la rendono un “provvedimento irresponsabile”, come la definisce Consilio.
In primis: la notizia dell’esistenza di questa campagna è arrivata all’improvviso, fulmine a ciel sereno. Italcambio, che da ben 16 anni elargisce pensioni agli italo-venezuelani, ne è venuta a conoscenza solo i primi giorni di maggio. Come spiega alla ‘Voce’ il Direttore Generale Titone, non ha a tutt’oggi ricevuto una lista nominativa dei cittadini che effettivamente dovranno ritirare la propria pensione agli sportelli Western Union e quindi, quando un connazionale si presenta ai suoi uffici, non è in grado di dire se il suo assegno è stato recapitato al nuovo Istituto o se invece la sua pensione è stata sospesa.
La Banca Centrale ha semplicemente informato Italcambio che 3500 anonimi pensionati in Venezuela (su un totale di poco più di 5 mila) sarebbero stati desviati a Western Union. Ma Italcambio, per il mese di maggio, ha ricevuto solo 1397 assegni pensionistici. Sommando però il numero di questi assegni alla cifra indicata dall’ICBPI, non arriviamo al numero totale di cittadini che ricevono in Venezuela la propria pensione ed a questi, quindi, questa dovrebbe essere stata sospesa.
- Ho fatto personalmente un piccolo calcolo. Dalla lista delle pensioni di aprile ho tolto i 1397 cittadini dei quali ho ricevuto gli assegni ed ho dedotto che gli altri saranno dirottati alla Western Union. Ma può anche darsi che gli abbiano già sospeso la pensione - conferma Titone. Creeremo disagi ad anziani che magari quel giorno dovevano comprare una medicina, pagare l’affitto, ed invece si ritroveranno a vagare per la città. Infatti, quando gli dirò che non possono incassare la pensione con Italcambio, per loro inizierà una vera via crucis.

... e lettere
A complicare la situazione la ‘faccenda delle lettere’ informative che avrebbero dovuto essere spedite ai pensionati che l’Inps intendeva monitorare, ossia a coloro che dal 2 settembre 2010 non avevano certificato la propria esistenza in vita. Le lettere, infatti, non sono mai arrivate. Dei 600 anziani assessorati da Consilio, ad esempio, nessuno ha ricevuto fino ad oggi l’informativa ma solo poco più di un centinaio possono ritirare la propria rata di maggio presso Italcambio. Eppure, ci garantisce il consulente, più di 500 dei suoi pensionati sono in regola con il certificato di esistenza in vita.
- Io stesso - testimonia Consilio - sono vittima di questa disorganizzazione. Ho richiesto il mio certificato di esistenza in vita lo scorso 3 marzo e l’ho subito mandato al Patronato che lo ha inviato l’8 marzo. Eppure sono nella ‘lista nera’ e dovrò recarmi presso la Western Union. Come me tantissimi altri. I Patronati hanno tutte le ricevute d’invio.
Per le persone anziane, un repentino cambio di abitudini non è cosa da poco. Cercare l’ubicazione di un ufficio Wester Union al posto di recarsi, come ogni mese, presso la sede Italcambio, dove molti operatori parlano in italiano e ci si sente più ‘a casa’, è un’operazione difficoltosa. Ma sembra che ICBPI e Inps non abbiano preso in considerazione, come evidenzia Consilio, i risvolti ‘sociali’ del provvedimento. Basta gettare un occhio sulla famosa ‘lettera informativa’: per spiegare ai pensionati dove rivolgersi per ritirare la rata, i due istituti hanno annesso un link cui collegarsi via internet: una scorciatoia utile per le nuove generazioni cresciute nell’era Google, ma strumento inintelligibile per molte persone anziane. Nonché espediente che tradisce totale mancanza di sensibilità rispetto alle problematiche della Terza Età.

Euro e bolivares
Per i pensionati che, dopo mille peripezie, riuscissero a ritirare la propria rata di maggio presso gli sportelli Western Union, si presenterebbe una seconda difficoltà. L’agenzia, infatti, elargisce soltanto ‘bolivares’ in contanti, non consentendo ai nostri concittadini di avere l’assegno in euro che gli spetta di diritto. Presso Italcambio è possibile avere la pensione in euro, in moneta locale o ritirare fisicamente l’assegno per spedirlo per posta ai familiari o depositarlo su un conto all’estero, dove attingere in ogni momento (opzione appetibile per chi viaggia, anche in Italia).
- Io mi rifiuto di ricevere BsF perchè è mio diritto avere gli euro - sostiene Consilio -. Mando la pensione a mio figlio negli States e voglio continuare a farlo. È un mio diritto come cittadino italiano - ribadisce -. Se questo non è possibile, propongo che d’ora in avanti anche gli stipendi dell’Ambasciatore o del Console d’Italia siano tradotti in BsF al cambio ufficiale. Perchè ai poveri pensionati sì ed ai diplomatici no?
Consilio puntualizza che il governo tedesco, a differenza di quello italiano, elargisce ai propri pensionati all’estero un assegno trasferibile, mentre i nostri anziani sono costretti, se vogliono mandare l’assegno all’estero, a spedirlo fisicamente a mezzo posta.
Da ricordare che se mediamente un pensionato riceve 600 euro mensili, una fetta non trascurabile di anziani deve accontentarsi di 200, 250 euro. Tra gli anziani di Consilio c’è anche chi riceve 160 euro. Senza dimenticare che per chi ha la doppia pensione la quota di euro è diminuita dopo la modifica del tasso di cambio (da 2,60 a 4,30) che ha aumentato virtualmente la pensione venezuelana riducendo, per compensazione, quella italiana.

Per il futuro
Come ci conferma il Direttore Generale Gabriele Titone, i nostri anziani si recano personalmente a ritirare la propria pensione. Non mancano però i casi in cui questi, per motivi di salute, deleghino parenti o amici a compiere l’operazione. Per loro, purtroppo, si annunciano periodi bui: Wester Union, sotto i dettami dell’Inps, è tenuta a consegnare l’importo della pensione esclusivamente ai pensionati che si presentino in prima persona presso i propri uffici.
- Un amico di Barquisimeto è handicappato e la nuova agenzia non ha accettato la delega della moglie - testimonia Consilio -. Non sono ancora riusciti a ritirare la pensione e, se non riusciranno a farlo, questa verrà bloccata automaticamente. È un cittadino italiano. Dov’è la difesa dell’italianità tanto decantata dai politici?
Il sistema, insomma, non funziona. Consilio e Titone sono concordi nell’affermare che Inps e ICBPI avrebbero dovuto studiare un progetto più adeguato, magari interpellando esperti in campo sociale, che conoscessero le problematiche dei pensonati, e consulenti in loco sapienti delle caratteristiche del Paese. Per una persona avanti con l’età, cercare a Caracas un ufficio sconosciuto, ritirare una pensione in contanti e portarla nel portafoglio sino alla prima banca, non è operazione facile e consigliabile. Soprattutto quando l’intero disagio non è dovuto, quando l’anziano ha compiuto con tutti i suoi doveri: ha prodotto un certificato di esistenza in vita nei tempi e modi previsti, lo ha consegnato e fatto inviare a chi di dovere. Autonomamente, Consilio e Titone si propongono come responsabili per ricevere e far recapitare, ogni anno, i suddetti certificati.
- Chi è responsabile oggi? Il Patronato? Il Consolato? Italcambio? Nessuno. Chi sta pagando? Solo i pensionati - sottolinea Titone - . Consiglio quindi di sedersi tutti a un tavolo e tentare di rispondere alle esigenze degli Istituti di credito e previdenza senza però penalizzare chi ha fatto il suo lavoro: i pensionati. Nel 2009 erano stati bloccati mille assegni, quest’anno è ancora caos. Dobbiamo trovare il modo perchè non si ricreino tali situazioni. Sarà una delle clausole del contratto che firmeremo tra poco con City Bank, l’Istitito che ha vinto l’appalto e sostituirà l’ICBPI.

mercoledì 11 maggio 2011

Dalla boxe alla pittura sui marciapiedi di Caracas

di Monica Vistali

CARACAS - José é sempre molto concentrato e silenzioso. Appoggia il braccio ad una spranga di metallo perché non tremi quella mano anziana che, ogni tanto, gli fa brutti scherzi. Perché José, il pittore italovenezolano di Sabana Grande, deve avere la mano ferma per creare le sue opere, ritagliare nel grigiore dell’en plein air metropolitano un angolo di colore e poesia.
José Vicente Aponte, questo il suo nome completo, da trentotto anni passa le sue giornate dipingendo in quella che é, come dice il mural accanto, una “scuola libera di pittura”. Nessuno spazio chiuso e nessuna parete: solo poche panchine e numerose tele dai colori sgargianti addossate lungo il rientrio di un marciapiede sempre battuto. E da lí, da quel polveroso atelier su misura fitto di cavalletti, tele e tavolozze sporche, scruta e riproduce, immagina e crea. Saccheggia il reale e lo cattura in una forma astratta, lo trasforma in opere dense di materia, in sfumature che si stemperano.
Figlio di una donna salernitana, arrivata in Venezuela per lavorare nell’industria pastificia, José trascorre la sua giovinezza sul ring di una palestra di Caracas. Ma anche da boxer professionista – sara´campione nazionale – non abbandona quella passione per l’arte che, come ci racconta, e´nata quando aveva solo quattro anni, e sulla quale ora ha le idee molto chiare: “Oltre al veneziano Tintoretto, l’italiano che prediligo, sono affascinato dal Rinascimento. Lí si ritrova la ricerca infinita e quello che io definisco ‘l’antagonismo esistenziale’, la scoperta di qualcosa dentro di noi che é necessario esprimere, qualcosa di assolutamente nuovo, prima neppure concepibile. La ricerca sfocia poi necessariamente nell’astrattismo. Astrattismo che é creativitá e originalitá assoluta. Per questo motivo – continua – amo la pittura di Picasso, che del resto é il mio artista preferito”.
Mentre si racconta, la gente gli scorre lungo il marciapiede accanto, indifferente. “La strada é la mia finestra sul mondo – ci racconta José –. Quello che queste persone non capiscono – commenta - é che negare questo spazio, che é arte, significa negare se stessi, perché l’arte é la massima espressione della vita dell’uomo. Quando si raggiunge l’arte, si raggiunge anche il centro della nostra esistenza. Per questo non ho bisogno di muovermi. Sto seduto qui, fumando la pipa ed osservando le persone. Purtroppo vedo che la geste non s’interessa dell’arte, della bellezza, dello spirito. Non si sofferma su nulla. Non pensa, non immagina. A questo tempo manca la creazione”. Sfuggono alle critiche i bambini che, ogni settimana, fanno visita a José: “Tutte le settimane una ventina di bambini vengono qui a dipingere. Io li lascio liberi, non dico loro nulla. Sono maestri di se stessi, come io sono maestro di me stesso. Il loro é un esercizio attraverso il quale c’é un’introduzione alla conoscenza. Si sviluppano anticorpi contro le cose di poco valore, ci allonatana dalle bugie e dalla spazzatura della vita. Attraveso l’arte arrivano a conoscere la veritá e, poi, piú nulla li puó ingannare. Io ho visto molto nella mia vita – continua José -. Quello che ora devo fare é disconnettermi dal reale che ho vissuto e continuare il cammino della ricerca, i sentieri dei linguaggi, il processo dell’apprendimento infinito che rappresenta sia l’arte che la vita. Non a caso, l’arte e la mia vita hanno sempre camminato fianco a fianco. Devo tornare bambino”.
Lascio José circondato dalle sue tele. Silenzioso, immobile. E ricordo quello che diceva il suo amato Picasso: “Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate”.

Casa d’Italia, parole e fotografie per i 150 anni dell'Italia unita

Maracaibo: Agiv, A.c. Abruzzesi dello Zulia e Consolato invitano i connazionali alla ‘charla’ e alla mostra fotografica dedicate all’Unità d’Italia e alla figura di Garibaldi

di Monica Vistali

CARACAS - L’Associazione civile Giovani Italo-venezuelani (Agiv), in collaborazione con l’Associazione civile Abruzzesi dello stato Zulia e con il patrocinio del Consolato d’Italia di Maracaibo, invita tutti i connazionali al convegno e dalla mostra fotografica dedicati ai 150 anni d’unità nazionale. L’evento si svolgerà oggi, alle ore 19, negli spazi della Casa d’Italia di Maracaibo.
Direttamente dall’Italia arriverà per presiedere il convegno il professor Luciano Luciani, presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi e membro del “Comitato Nazionale per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi”, patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Il seminario sarà organizzato come un percorso dal titolo: “Garibaldi e la Costituzione italiana: dallo Statuto albertino alla Costituzione della Repubblica romana, la fuga da Roma, la morte di Anita a Ravenna. Il ritorno in Italia, lo sbarco dei Mille in Sicilia: da Marsala al Volturno verso l’Europa Unita e un mondo di pace”.
Il convegno ha teso ad evidenziare il processo di maturazione di Giuseppe Garibaldi attraverso le esperienze realizzate in America Latina che hanno consolidato la capacità e il realismo politico portandolo successivamente, con la Spedizione dei Mille, a conseguire l’obiettivo fondamentale di realizzare l’Unità d’Italia, nonché il processo che ha portato alla stesura della nostra Costituzione.
Grazie alla collaborazione della Fondazione Italianisti dello stato Zulia (Fuzit), la stessa conferenza sarà proposta domani venerdì 13 presso il Collegio Antonio Rosmini di Maracaibo, alle ore 7.30, per 150 giovani studenti del 5to anno.
Verranno distribuite copie della Costituzione Italiana, della Costituzione della Repubblica Romana e delle pubblicazioni “Alle Potenze d’Europa. Memorandum. Reggia di Caserta, 20 ottobre 1860” - “Discorso al Congresso della Pace. Ginevra, 9 settembre 1867” del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali Garibaldini di Marsala.
Inoltre, sempre negli spazi della Casa d’Italia, sarà inaugurata la mostra fotografica “L’eroe dei due mondi” dedicata a Giuseppe Garibaldi.
Ieri, presso il Centro Italo Venezolano di Caracas, si è tenuta una conferenza sul tema: “Il ruolo passato e presente della Societá di Mutuo Soccorso in Italia e per le comunitá italiane all’estero. Il Contributo di Giuseppe Garibaldi”.
Il convegno, nell’offrire una panoramica sulle varie formule in cui si è attuata l’esperienza del mutualismo solidale che ha elaborato formule originali ed efficaci per garantire assistenza rivestendo un ruolo fondamentale di promozione intellettuale e di emancipazione, in patria ma anche all’estero tra le nostre collettività emigrate, ha trattato peraltro un tema di grande attualità, quale i servizi sociali e sanitari in convenzione o alternativi al servizio pubblico.
L’obiettivo di Agiv è promuovere l’interazione e la cooperazione tra i giovani oriundi del Venezuela, i giovani italiani residenti all’estero etutti coloro interessati alla nostra cultura.
Luciano Luciani ha partecipato alla I e II Conferenza degli Italiani nel Mondo, al CGIE, alle Conferenze Continentali, a Conferenze organizzate dalle Consulte regionali. Prende parte ai lavori del Consiglio italo-brasiliano di cooperazione economica, industriale, finanziaria ed allo sviluppo promosso dal Ministero degli Affari Esteri.

Maracaibo. Una mostra e un convegno per festeggiare i 150 anni

CARACAS - L’Associazione civile Giovani Italo-venezuelani (Agiv), in collaborazione con l’Associazione civile Abruzzesi dello stato Zulia e con il patrocinio del Consolato d’Italia di Maracaibo, invita tutti i connazionali al convegno e dalla mostra fotografica dedicati ai 150 anni d’unità nazionale. L’evento si svolgerà oggi, alle ore 19, negli spazi della Casa d’Italia di Maracaibo.
Direttamente dall’Italia arriverà per presiedere il convegno il professor Luciano Luciani, presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi e membro del “Comitato Nazionale per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi”, patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Il seminario sarà organizzato come un percorso dal titolo: “Garibaldi e la Costituzione italiana: dallo Statuto albertino alla Costituzione della Repubblica romana, la fuga da Roma, la morte di Anita a Ravenna. Il ritorno in Italia, lo sbarco dei Mille in Sicilia: da Marsala al Volturno verso l’Europa Unita e un mondo di pace”.
Il convegno ha teso ad evidenziare il processo di maturazione di Giuseppe Garibaldi attraverso le esperienze realizzate in America Latina che hanno consolidato la capacità e il realismo politico portandolo successivamente, con la Spedizione dei Mille, a conseguire l’obiettivo fondamentale di realizzare l’Unità d’Italia, nonché il processo che ha portato alla stesura della nostra Costituzione.
Grazie alla collaborazione della Fondazione Italianisti dello stato Zulia (Fuzit), la stessa conferenza sarà proposta domani venerdì 13 presso il Collegio Antonio Rosmini di Maracaibo, alle ore 7.30, per 150 giovani studenti del 5to anno.
Verranno distribuite copie della Costituzione Italiana, della Costituzione della Repubblica Romana e delle pubblicazioni “Alle Potenze d’Europa. Memorandum. Reggia di Caserta, 20 ottobre 1860” - “Discorso al Congresso della Pace. Ginevra, 9 settembre 1867” del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali Garibaldini di Marsala.
Inoltre, sempre negli spazi della Casa d’Italia, sarà inaugurata la mostra fotografica “L’eroe dei due mondi” dedicata a Giuseppe Garibaldi.
Ieri, presso il Centro Italo Venezolano di Caracas, si è tenuta una conferenza sul tema: “Il ruolo passato e presente della Societá di Mutuo Soccorso in Italia e per le comunitá italiane all’estero. Il Contributo di Giuseppe Garibaldi”.
Il convegno, nell’offrire una panoramica sulle varie formule in cui si è attuata l’esperienza del mutualismo solidale che ha elaborato formule originali ed efficaci per garantire assistenza rivestendo un ruolo fondamentale di promozione intellettuale e di emancipazione, in patria ma anche all’estero tra le nostre collettività emigrate, ha trattato peraltro un tema di grande attualità, quale i servizi sociali e sanitari in convenzione o alternativi al servizio pubblico.
L’obiettivo di Agiv è promuovere l’interazione e la cooperazione tra i giovani oriundi del Venezuela, i giovani italiani residenti all’estero etutti coloro interessati alla nostra cultura.
Luciano Luciani ha partecipato alla I e II Conferenza degli Italiani nel Mondo, al CGIE, alle Conferenze Continentali, a Conferenze organizzate dalle Consulte regionali. Prende parte ai lavori del Consiglio italo-brasiliano di cooperazione economica, industriale, finanziaria ed allo sviluppo promosso dal Ministero degli Affari Esteri.

Pensioni Inps, a maggio agli sportelli Western Union

Alcuni pensionati, per riscuotere la pensione, dovranno recarsi nelle sedi Western Union dimostrando così all’Inps di essere ancora vivi. L’esperienza di una connazionale e le preoccupazioni dei patronati.

di Monica Vistali

CARACAS - Nell’ambito di una “campagna di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati” italiani all’estero, l’Inps ha disposto che chi non abbia prodotto un certificato di esistenza in vita dopo il 2 settembre 2010, si rechi personalmente nelle sedi di Western Union e non di Italcambio per riscuotere la propria pensione di maggio. Chi riceve una pensione semestrale, invece, dovrà recarsi presso gli sportelli Western Union solo per il pagamento di luglio.
Western Union utilizzerà come tramite per i pagamenti la ditta Zoom.
La campagna è limitata ad un solo pagamento, necessario e sufficiente per verificare che il beneficiario della pensione è tuttora vivente. Per cui, spiega il Console generale Giovanni Davoli, “dopo il pagamento di maggio - o di luglio - sarà ripristinata automaticamente la modalità di pagamento precedente, quella con la società Italcambio”. Non è necessario, quindi, sottolinea il diplomatico, affollare il Consolato per richiedere un certificato di esistenza in vita, come in questi giorni hanno fatto molti pensionati: sarà la semplice riscossione di una rata presso gli sportelli Wester Union a provare l’esistenza in vita del connazionale.
Nel caso in cui una persona presenti un oggettivo e grave impedimento che le proibisca di recarsi di persona presso gli sportelli Zoom, si devono consegnare al Consolato d’Italia un certificato di esistenza in vita e una delega (viene redatta dal Consolato stesso) affinché la sede diplomatica mandi all’Inps la richiesta di erogare la pensione a Italcambio e non presso la Western Union. In questo modo la persona delegata potrà riscuotere la rata del delegante come in regime di normalità.
Ai pensionati che rientrano nella categoria che l’Inps intende monitorare, quelli che dal settembre non hanno certificato la propria esistenza in vita, verrà spedita una lettera con tutte le indicazioni utili per incassare la pensione presso Western Union.
Coloro che riterranno più comodo ritirare la propria pensione attraverso la ditta Zoom, potranno chiedere di ricevere presso questa agenzia tutte le seguenti rate della pensione.

Il patronato: “Misura ingiustificata”
Per Gianni Di Vaia, del patronato Inca di Caracas, la campagna di verifica predisposta dall’Inps è una “misura ingiustificata”. Non è ancora al corrente del numero esatto dei pensionati che saranno colpiti. Dice che le voci parlano di tantissimi italiani in tutto il mondo ma spera che in Venezuela siano pochi.
- La stragrande maggioranza dei pensionati italiani in questo Paese - spiega - è molto attenta nell’inviare periodicamente i certificati di esistenza in vita. Dall’inizio dell’anno solo dal nostro patronato della capitale sono state inviate circa 800 dichiarazioni di questo tipo.
È convinto che la campagna creerà certamente qualche problema ai pensionati.
- Quando nel dicembre 2009 l’Inps aveva messo in atto una campagna simile - racconta - erano state sospese numerosissime pensioni e abbiamo dovuto lavorare molto per sistemare la situazione di disagio che si era creata.
Infine, ricorda che entro il 30 giugno 2011 è obbligatorio per tutti presentare la dichiarazione dei redditi. In caso contrario, l’Inps può arbitrariamente sospendere l’erogazione della pensione.

L’esperienza di una connazionale
Già qualche pensionato si è recato a ritirare la propria pensione presso i nuovi uffici. Di seguito l’esperienza di Giuseppina, 57 anni.
La madre di Giuseppina, Maria (86 anni), possiede un certificato di esistenza in vita che riporta la data 18 febbraio 2011. Secondo quanto comunicato dall’Inps, non dovrebbe quindi rientrare nella categoria monitorata, quella che non ha prodotto questo certificato dopo il mese di settembre. Nonostante ciò, e senza previa lettera di avviso che le spiegasse la situazione, l’ufficio pensioni di Italcambio ha telefonato venerdì scorso alla figlia Giuseppina per comunicarle che la pensione della madre, di cui ha la delega per il ritiro, sarebbe stata fatta d’ora in poi presso gli sportelli della ditta Zoom dalla Western Union. Italcambio, inoltre, avrebbe dichiarato che solo un 20 per cento dei pensionati avrebbe continuato a vedere erogata la sua pensione presso le sue strutture.
Recatasi presso la filiale Zoom di Bello Campo, a Caracas, Giuseppina non sarebbe riuscita subito a ritirare la pensione della madre, da anni invalida e bloccata a letto. A quanto racconta l’italiana, infatti, il personale si rifiutava di accettare deleghe e avrebbe fatto uno strappo alla regola solo perchè lei, con tanto di delega del Consolato e recente certificato di esistenza in vita della mamma, avrebbe insistito a lungo.
La Zoom avrebbe poi comunicato alla connazionale che, da quel momento in avanti, le pensioni sarebbero sempre state somministrate da quella ditta, non più da Italcambio.
- Tempo fa Italcambio mi ha spinto ad aprire un conto in euro, con Italbank, a Puerto Rico - racconta Giuseppina - ed poi mi ha detto di andare al Patronato per far cambiare la destinazione della pensione, perchè comunque non sarebbe più passata da loro.
Il cambio euro - bolivares usato dalla Western Union, comunque, sembra buono. A Giuseppina hanno dato 6,24 bolivares ogni euro.

La Voce
Anche La Voce d’Italia si è finta ‘pensionata’ per verificare le dichiarazioni di Giuseppina. E, contattando telefonicamente diverse sedi Zoom di Caracas, ha ricevuto le risposte più svariate. Alcune sedi sostenevano che, con una semplice delega ed un referto medico, sarebbe stato possibile ritirare la pensione della persona delegante. Altre, invece, negavano questa possibilità, affermando che il ritiro era al 100 per cento personalizzato e poteva essere effettuato solo in prima persona dal pensionato stesso. Infine, alcuni sportelli hanno affermato, come anche a Giuseppina, che d’ora in poi le pensioni non saranno più erogate da Italcambio ma passeranno da Western Union.
È necessario verificare che tutto il personale di Italcambio, Zoom e Western Union sia con esattezza al corrente delle nuove procedure da effettuare, onde evitare spiacevoli inconvenienti e preoccupazioni, si spera immotivate, a persone anziane.

Preoccupazioni dall’Argentina
I responsabili di alcuni patronati in Argentina sono preoccupati per il ripetersi, nel Paese, della campagna dell’Inps. Hanno scritto una lettera al responsabile delle Convenzioni Internazionali dell’ente, Salvatore Ponticelli, esprimendo le proprie perplessità. Lamentano il fatto che anche l’anno scorso ci furono tante rassicurazioni, ma alla fine molta gente dovette recarsi più volte e per varie mensilità presso la Western Union, fino a che furono ripristinati i pagamenti presso le banche autorizzate. Alcuni però, come denunciano i patronati, ancora sono in attesa di riscuotere alcune mensilità mai ri-accreditate.
- L’imminente, inattesa e comunicata all’ultimo momento, campagna di verifica di esistenza in vita dei pensionati Inps residenti all’estero, attraverso gli sportelli della Western Union - esordiscono nello scritto - comporta l’allargamento e la ripetizione dei disagi verificatisi l’anno 2010.
Tra i disagi vissuti dai pensionati italiani in Argentina, quest’anno 34.447, i redattori annoverano: l’arbitrarietà del pagamento delle pensioni: la quasi totalità in valuta locale, raramente in dollari, e sempre al cambio più sfavorevole per i pensionati; le strutture fatiscenti e il personale assolutamente impreparato della Western Union in Argentina; gli enormi rischi per l’incolumità personale, dovuti alla collocazione degli sportelli sul territorio; il fatto che molti sportelli fanno ritornare i pensionati più volte, argomentando di non disporre di fondi sufficienti al pagamento della rata; la non tutela della privacy dei pensionati.
Inoltre, scrivono, molti pensionati continuano a dover riscuotere la propria pensione negli sportelli Western Union dal maggio 2010, il che rende poco credibile l’affermazione attuale dell’istituto bancario, che questa verifica si applicherà per un solo mese. Chiedono quindi che “sia riesaminata questa complessa, onerosa e lesiva procedura di verifica dell’esistenza in vita, ridando la certezza del diritto e la serenità ai pensionati, stabilendo un giusto punto di equilibrio tra gli interessi delle banche e la tutela dei pensionati”.

martedì 3 maggio 2011

Operai e garibaldini italiani sugli schermi di Caracas

CARACAS – Una giornata, quella di oggi, all’insegna del cinema italiano. Alle 14.30, negli spazi della Cinemateca Museo di Bellas Artes, verrà proiettato il film “Una giornata particolare”, per il ciclo “Il cinema e la classe operaia”. Per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, invece, l’Istituto Italiano di Cultura ha organizzato per le ore 10, sullo schermo della Biblioteca Nazionale di Caracas, la proiezione del film “In nome del papa re”. Infine, la “Cinemateca Fundación Centro de Estudios Latinoamericanos Rómulo Gallegos” (Celarg) proporrà, alle 17, il celebre film di Elio Petri, “La classe operaia va in Paradiso”,



Una giornata particolare


Il film, girato nel 1977 da Ettore Scola, riassume la vita di due persone segregate in casa dal fascismo: Antonietta, madre di sei figli, sposata a un impiegato statale fascista, e Gabriele, un radiocronista gay epurato per il suo orientamento sessuale. I due si conoscono e si amano in una "giornata particolare", quella dell'arrivo di Hitler a Roma prima della seconda guerra mondiale, nella quale tutti gli abitanti del palazzo dei due protagonisti sono andati alla grande manifestazione fascista.
Si incontrano, si conoscono, diversi, uniti solo dalla solitudine delle loro anime, lei perché non ha altra identità che quella di madre vessata dal marito, lui perché dovrà lasciare l'uomo che ama. Un fugace atto di sesso sarà per l'una una scoperta di scelta, per l'altro una mera parentesi. La giornata volge al termine e tutto si ricompone, bussano alla porta di Gabriele per portarlo al confino, torna la famiglia vociante, tutto sotto gli occhi indiscreti della portiera.
Attori in scena Sophia Loren, Marcello Mastroianni, John Vernon, Françoise Berd e Patrizia Basso. Nella parte di una figlia emancipata della protagonista recita la futura donna politica Alessandra Mussolini, nella realtà nipote di Benito Mussolini.

In nome del papa Re
Il film di Luigi Magni, anno 1977, è ambientato nello Stato Pontificio. È l’anno 1867, mentre Garibaldi sta marciando su Roma, alcuni insorti fanno saltare la caserma Serristori, provocando la morte di 23 zuavi del contingente francese che Napoleone III° ha inviato in difesa del potere temporale del Papa. Vengono arrestati tre rivoluzionari, Cesare Costa, Gaetano Tognetti e Giuseppe Monti. La contessa Flaminia è la madre di Cesare Costa, figlio segreto e illegittimo, che ha avuto vent’anni prima da monsignor Colombo di Priverno, giudice del Supremo Tribunale Pontificio, dal quale si reca per salvare il ragazzo. Monsignor Colombo riesce a farlo liberare e lo ospita a casa sua, per poi difendere presso il Tribunale Pontificio con un discorso sovversivo la causa di Monti e Tognetti. I due patrioti vengono, però, giustiziati e monsignor Colombo arrestato.

La classe operaia va in Paradiso
Protagonista di questo film classe 1971 è Lulù Massa, un campione del cottimo con cui mantiene due famiglie, finché un incidente gli fa perdere un dito. Da ultracottimista passa a ultracontestatore, perde il posto e l'amante, si ritrova solo. Grazie a una vittoria del sindacato, è riassunto e torna alla catena di montaggio. È un aguzzo e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione nonché primo film italiano che entra in fabbrica, analizzandone il sistema e mettendone a fuoco i vari aspetti, compresi i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico.

Giù le mani dal Venezuela, l'appoggio italiano al 'proceso revolucionario'






















I produttori del documentario “No volveran”, seguono i passi di Alan Woods e, con un Comitato di solidarietà internazionale, si muovono a fianco della rivoluzione bolivariana

di Monica Vistali
 
CARACAS - Un comitato italiano apertamente schierato a fianco del processo bolivariano. “Giù le mani dal Venezuela” è la risposta italiana all’appello internazionale lanciato nel 2002 da Alan Woods - direttore del sito internet www.marxist.com ed autore del libro “La rivoluzione venezuelana, una prospettiva marxista”, recentemente intervistato dal quotidiano economico El Mundo - a difesa della rivoluzione venezuelana. Appello raccolto da diversi gruppi a livello internazionale.
- Crediamo che le interferenze della borghesia statunitense e dell’oligarchia venezuelana non siano affatto finite ma abbiano assunto una forma più subdola e crediamo che al popolo venezuelano debba essere consentito di proseguire lungo il proprio cammino rivoluzionario.
Promosso dai sostenitori dell’ala marxista del Partito della Rifondazione Comunista, FalceMartello, ma composto anche da altri militanti di sinistra, “Giù le mani dal Venezuela” ha sempre cercato di infittire le sue fila ed ha raggiunto relativa partecipazione. “Alle nove assemblee con Alan Woods a difesa della rivoluzione bolivariana nell’ottobre 2006 - ci racconta Roberto Sarti, coordinatore delle attività del Comitato - hanno partecipato quasi 1500 persone. Inoltre, la campagna e le sue iniziative hanno avuto l’appoggio di varie personalità della sinistra, tra cui Gianni Rinaldini, segretario della Fiom- Cgil”.

In Venezuela
Rivoluzionari di casa nostra, i membri del Comitato non scavalcano le frontiere italiane per molto tempo, cosa che potrebbe rendere più profonda la loro analisi sociale e politica e magari stravolgere la loro visione della situazione venezuelana. Numerosi membri hanno però visitato il Paese, molti accorsi in occasione del Festival Mondiale della Gioventù tenutosi a Caracas nel 2005.
- Siamo rimasti colpiti dalla grande voglia di cambiamento che è presente tra le masse venezuelane. Persone comuni, provenienti dalle classe più misere, si confrontavano con noi e discutevano di politica con grande interesse e partecipazione. Qualcosa di completamente diverso dall’Italia di oggi dove, a causa dei comportamenti dei governi, la politica è vista come qualcosa di sporco ed esiste una grande disaffezione nei confronti dell’impegno politico. Abbiamo visto in quell’esperienza che cosa significamente concretamente la parola “rivoluzione”: le masse, milioni di uomini e donne comuni, che prendono in mano il proprio destino.
Paladini made in Italy del processo bolivariano a cavallo tra speranza ed idealismo, i membri del Comitato applaudono il governo venezuelano per aver “riportato alla ribalta il concetto di ‘socialismo’ come praticabile sistema di cambiamento, aver ridato dignità al popolo venezuelano dandogli la possibilità di partecipare in maniera diretta al processo” rivoluzionario. Inoltre, nonostante tanti impegni e promesse devono ancora trovare una risposta, notano un miglioramento della condizione di vita delle famiglie più povere, realizzato “attraverso le risorse del territorio che finalmente sono ritornate in possesso dello stato e quindi dei venezuelani”. Insomma, spiegano, il merito dell’attuale governo è quello di aver ridato speranza ai latinoamericani riguardo ad un “cambiamento possibile”. Infatti, sottolinea Sarti, “dopo il 1998, anno dell’arrivo al potere di Chavez, in un paese dopo l’altro dell’America latina si sono insediati governi progressisti”.



Internazionalismo
Attraverso una rete informativa che viaggia sul web (www.giulemanidalvenezuela.net), il comitato s’inserisce nel marco di un internazionalismo che vuole porsi come risposta ad un “sistema capitalista causa di ingiustizie e disuguaglianze, che si è esteso a livello internazionale”. Chi si pone come obiettivo il cambiamento di un sistema globale, crede Sarti, deve “porsi il problema di collegarsi con altri movimenti che perseguono lo stesso obiettivo in altri paesi” perchè “i movimenti sono più forti se si discutono e si confrontano con le esperienze di altri”. Il contributo in quest’ottica, però, deve restare “nel rispetto delle decisioni prese dal movimento bolivariano”.
Il Comitato si mette in gioco apertamente in uno scacchiere italiano che, come quello venezuelano, si divide in bianco e nero.
Parlando con i connazionali che, dopo un’esperienza in Venezuela, hanno fatto ritorno nel loro paese d’origine, “Giù le mani dal Venezuela” nota “una chiara divisione di opinioni sulla rivoluzione bolivariana” che, secondo il gruppo, è “di natura esclusivamente sociale”. “Chi ha fatto fortuna in Venezuela - sostiene Sarti - è spesso ferocemente antichavista, mentre chi proviene da un ceto più basso è più favorevole al processo. La cosa non può certo sorprendere, visto che rispecchia grosso modo gli schieramenti esistenti in Venezuela”.
Sono attivi oggi siti della campagna in 23 lingue tra cui inglese, francese, tedesco, arabo e spagnolo ma anche polacco, cinese, turco e indonesiano. Negli anni sono state organizzate diverse iniziative e assemblee, tra quella a Vienna alla presenza del presidente Hugo Chávez e 5 mila partecipanti. In Italia sono stati tre i giri di assemblee organizzati per il paese, prima con uno dei coordinatori internazionali della campagna (Jorge Martin) poi con Alan Woods ed infine con Paolo Brini, del Comitato Centrale della Fiom, di ritorno dal secondo incontro continentale delle fabbriche occupate.


“No volveran”
“No Volveran” è un documentario prodotto dalla campagna internazionale “Giù Le Mani dal Venezuela”, disponibile con sottotitolazione in italiano. Un’ora e più per entrare all’interno degli stabilimenti della fabbrica Sanitarios Maracay, in lotta per il controllo operaio, o ascoltare la voce dei barrios di Caracas e dei militanti più combattivi del processo bolivariano.


“Freteco”
Paolo Brini è un membro del Comitato centrale della Fiom-Cgil, il principale sindacato dei metalmeccanici, ed un sostenitore di “Giù le mani dal Venezuela”.
Si è recato nel 2005 in Brasile al “Primo incontro panamericano delle fabbriche recuperate” in qualità di rapperesentante ufficiale della Fiom. Ha visitato la fabbrica Cipla-Interfibra, occupata e gestita dai lavoratori all’epoca, poi sgombrata con la forza dalla polizia un anno dopo. Continua a sostenere le fabbriche occupate in America Latina.
A riguardo il Comitato ha sottotitolato in italiano il documentario di Vive Tv “Freteco” sul Fronte rivoluzionario delle fabbriche recuperate dai lavoratori.