Visualizzazioni totali

giovedì 14 marzo 2013

Chávez, e mancava Avvenire...


Dall'articolo: "La scomparsa di Hugo Chávez-Mito e realtà di un caudillo" su Avvenire, il giornale dei vescovi...
"l’ultimo cau­dillo lascia il suo trono terreno dal quale ha salda­mente esercitato il proprio potere poggiando su quat­tro pilastri: un mare di petrolio che copre il 75% del­le entrate statali, un inarrestabile diluvio di dema­gogia, una forte dose di populismo di stampo neo­peronista e un ferreo controllo di tv e giornali"

"Il suo attivismo demagogico e scarsamente ri­spettoso delle regole democratiche finì con il na­zionalizzare tutto ciò che era possibile in modo da consentire allo Sta­to l’elevata spesa sociale a favore delle classi me­no abbienti, ovvero al 90 per cento dei cittadini ve­nezuelani, un terzo dei quali abbondantemente sotto la soglia di povertà"

"Poteva questo caudillo uscito non da Harvard o da Yale e nemmeno dall’Università dell’Illinois come Correa, bensì dal corso paracadutisti dell’Academia Militar de Venezuela e convertitosi a un’ibridazione fra marxismo e populismo, non suscitare la curiosità di Fidel Castro?"

"E mentre stringeva amicizia con l’iraniano Ahmadi­nejad e minacciava un giorno sì e uno no la Chiesa cattolica venezuelana (con la quale si riconcilierà negli ultimi mesi della malattia), Chávez s’impadro­niva grazie a Fidel dei segreti del populismo media­tico" 

"Non tutto dello chá­vismo è certamente da buttare"
"Ma per traghettare il Venezuela dal mito bolivarista alla realtà ci vorrà un leader che non sia più un caudillo. Per il quale l’ingresso nella modernità e nella democra­zia, quella vera, diventi l’ob­biettivo principale. Nell’atte­sa che anche a Cuba, definiti­vamente, cali il sipario sulla saga dei Castro.

lunedì 11 marzo 2013

Chávez, anche da morto, per i media italiani resta un 'caudillo'

"Caudillo" sembra essere la parola magica dei media di casa nostra per parlare del Presidente del Venezuela Hugo Chávez. Questo senza contare la costante ripresa della bufala dello spagnolo Abc, degno di nota quanto una love story su Novella2000, da parte di importanti giornali nazionali. Per il caso Abc vi lascio il link http://www.gennarocarotenuto.it/22667-il-pacco-dellabc-e-il-discredito-dei-media-per-i-funerali-di-chavez/; qui  sul blog invece trovate le dichiarazioni più assurde fatte dai nostri media, che screditano una delle figure più importanti di questo secolo. In azzurro, il media; in giallo il titolo dell'articolo. 

Ps: La mia frase favorita è quella di una venezuelana che vive in Italia, che conclude la sua dichiarazione al Giornale del Cilento con dicendo "Ora ci si chiede che fine farà il Venezuela, se si aprirà all'America, oppure no". Per chi sa una briciola di America latina...

 

IL CORRIERE

Hugo Chávez, l'ultimo dei caudillos
Si preparava a governare fino al 2019, avendo vinto le elezioni per la quarta volta appena lo scorso ottobre. Un regno, dunque, più che una presidenza. E ha voluto lui che finisse così, sovrano al potere fino all'ultimo sospiro”
Avrebbe dovuto giurare sulla Costituzione lo scorso 10 gennaio, non ha potuto e la Corte Suprema del Venezuela, controllata dai suoi, si è dovuta inventare un escamotage legale per mantenerlo al potere e non dichiararlo inabilitato, com'era ovvio che fosse da tempo. Un onore dovuto a colui che è stato via via definito l'ultimo dei caudillos del continente, uno pseudo-dittatore, ma anche un padre della patria e il più grande paladino dei poveri”
Inventore di uno strano regime autoritario”
Nei primi quattro anni di potere Chávez (...) è un caudillo classico, più peronista che marxista”

REPUBBLICA:

Addio a Chavez, l'ultimo caudillo che sognò di unire il Sud America”
è stato davvero l'ultimo "caudillo" sudamericano”
Per oltre dieci anni ha fatto in Venezuela tutto quel che ha voluto, umiliando qualsiasi opposizione. Ha chiuso Rctv, la tv degli "escualidos" e ridotto all'obbedienza tutte le altre”.
Daniel Ortega, il sandinista invecchiato male di Managua”
Correa, presidente caudillo dell'Ecuador”


Il Venezuela dopo la morte di Chavez:elezioni presidenziali entro 30 giorni”
L'ascesa del successore designato dallo stesso Chavez, che sarà il candidato governativo alle elezioni, rappresenta una forzatura in quanto la legge fondamentale prevede che l'interim venga assunto dal presidente del Parlamento, Diosdato Cabello”

Il Venezuela si prepara al dopo Chavez: Capriles lancia la sua sfida a Maduro

"voto che deciderà il successore del caudillo scomparso martedì”.


Il Venezuela si prepara al dopo Chavez: Capriles lancia la sua sfida a Maduro

Nicolas Maduro - delfino del caudillo”

SKYTG24

Venezuela, ultimo saluto a Chavez. Ma è giallo sul corpo

Una giornata segnata dal lutto ma anche dalle clamorose indiscrezioni rilanciate dal quotidiano spagnolo Abc secondo cui - le fonti sono militari venezuelani - il caudillo non sarebbe affatto morto a Caracas”


RAI NEWS 24

Venezuela, Maduro in campo
L'erede di Chavez raccoglieva l'eredità dell'amato caudillo”


IL FOGLIO

L'ultimo caudillo

Anche Hugo Rafael Chávez Frías Chávez, l’ultimo caudillo, ormai condannato da un male incurabile, ha vinto la sua ultima campagna elettorale pompandosi di medicine per mostrare che era guarito”.
Per sostenere la sua popolarità iniziò allora vari programmi di assistenza ai poveri, subito rivelatisi un gigantesco apparato clientelare”.
Sconfitto infine a un referendum di revisione costituzionale per potersi ricandidare presidente senza limiti, la sua coalizione subì rovesci alle amministrative e alle politiche. Ma lui vinse un altro referendum, tolse poteri e fondi a sindaci e governatori di opposizione, cambiò la legge elettorale per mantenere la maggioranza all’Assemblea Nazionale. Tornò a vincere per l'ultima volta. Il cancro si è rivelato più forte di lui”.

Il Venezuela in lutto per la morte di Chavez

il regime di Caracas”
il regime di Chávez”


LA STAMPA

Venezuela, l'ultimo saluto a Chavez. Maduro: “Sarà vivo per sempre”

Una giornata segnata dal lutto ma anche dalle clamorose indiscrezioni rilanciate dal quotidiano spagnolo Abc secondo cui - le fonti sono militari venezuelani - il caudillo non sarebbe affatto morto a Caracas, come vuole la versione ufficiale, bensì a Cuba, dove era stato riportato in gran segreto negli ultimi giorni del suo calvario”.


La successione a Chavez, un equilibrio di poteri

Ma, come ricordava l’altro giorno il “New York Times”, a esser cambiata è soprattutto l’immagine che il Venezuela ha di se stesso, o comunque l’immagine che di sé ha quella parte di venezuelani che nel mutamento delle proprie condizioni sociali - istruzione, sanità, partecipazione - misura la trasformazione portata dal regime”

figure importanti del regime”

burocrazia del regime”

Chavez, il caudillo che sfidò gli Usa

Con la morte del caudillo Chavez chiude un sogno latinoamericano

E’ stato un autentico Caudillo”
Chàvez aveva certamente caratteri dell’uno e dell’altro, autoritari, paternalistici, indifferenti alle leggi”
Da Bolìvar, fattosi anch’egli Caudillo, Chàvez ha però voluto assumere soprattutto l’eredità del Panamericanismo”
Controverso nei metodi e nei risultati, il caudillismo di Chàvez ha però mostrato di sapersi servire con geniale spregiudicatezza dei massmedia come strumento di costruzione del consenso”
Il “chavismo” non lascia dietro di sé molte tracce, nella storia dell’America Latina. E nella storia del Venezuela lascia un vuoto che il sistema di potere costruito in quattro successivi mandati presidenziali non sembra capace di occupare senza pericolose destabilizzazioni”


IL GIORNALE

Chavez il dittatore del popolo

gli anni del suo regime”

Questa volta non siamo riusciti, ma ritorneremo”. Il suo modo di fare, "spacconeggiante", risultò simpatico ai venezuelani e appena uscito di galera vinse le elezioni

Il Chavismo ha prodotto una serie di disastri che riguardano le abitazioni, le infrastrutture, l’agricoltura, l’elettricità, la distribuzione di alimenti e sicurezza pubblica”

Ridusse in qualche modo la povertà, regalando, come più volte detto, solo le briciole alla gente delle baraccopoli. Ma per i suoi scopi teneva almeno il 99% degli introiti”

I media ci mostrano i pianti di milioni di venezuelani che temono di aver perso non solo un politico, ma un padre, un salvatore. Un popolo ormai succube di un attaccamento infantile, di una sindrome simile a quella di "Stoccolma"”.

Sono molte le famiglie che piangono, però, i loro figli assassinati perché contrari al suo governo”

Ci sono cognomi diventati simbolo del massacro compiuto da Chavez, che fingeva amore per il popolo ma che era un tiranno con chi la pensava diversamente da lui. Morti che restano sulla sua coscienza: basta nominare Franklin Brito, Maria Lourdes Alfiuni, Simonovis, per far venire la pelle d’oca a qualsiasi venezuelano”

Un paese che era libero, come il Venezuela, diventato bersaglio di sotterfugi per cancellare la memoria e la storia. Sono stati censurati il libri di scuola, le parole in tv, i giornali per azzerare la possibilità d’opposizione”


Il comunista Rizzo alla celebrazione del caudillo Chavez

 

VANITY FAIR

Il caudillo più amato da Hollywood
il caudillo più mediatico di sempre aveva capito che senza l'appoggio di un divo di Hollywood non si va da nessuna parte. Così si era attivato sinceramente per farsi conoscere dai pezzi da novanta del cinema e della cultura americana”

come ogni caudillo Chavez curava meticolosamente la sua immagine”

Venezuela, è morto Chavez

I funerali del caudillo si terranno l'8 marzo”


PANORAMA
Anche senza Chavez il mondo è comunque pieno di dittatori
Addio a Hugo Chavez, il caudillo venezuelano
Hugo Chavez è morto
il caudillo pop di Caracas non ce l'ha fatta”

ferocemente anti-americano”

Nato a Sabaneta nel 1954 da una famiglia di operai, Chavez frequenta l'Accademia militare e, inizialmente, si comporta come un capitalista perfetto. Gioca a baseball e ama il bingo. Si presta anche a fare da giudice in alcuni concorsi di bellezza”

Da amante del bingo, il presidente venezuelano si ritrova alla testa di una banda di paesi sudamericani che ce l'hanno a morte con gli Stati Uniti”

Gli scaffali dei supermercati mancano di pane e latte e una classe di funzionari a lui vicini si arricchisce improvvisamente”

I”l cibo e l'elettricità costano tanto, troppo”

Nel 2006 vince il secondo mandato presidenziale. In quel momento è praticamente l'imperatore dell'America Latina”

morte del caudillo venezuelano”


I funerali di Hugo Chávez
Lacrime e commozione, ma anche tanti balli al suono delle musiche che più piacevano al caudillo venezuelano”

Tutto Hugo Chavez in 10 punti, buoni e cattivi

Hugo Chavez ha messo in mano pistole e fucili a gruppuscoli di diseredati che vivono nei barrios. Li ha fatti uscire di galera e li ha incamerati nelle sue milizie personali, dandogli licenza di fare tutto ciò che desiderano e che ritengono opportuno "per il bene del Venezuela". Come immaginabile, il tasso di criminalità già alle stelle con il chavismo è salito ancora di più. Oggi Caracas è la città più pericolosa del mondo. E nelle periferie più povere è facile incontrare ex detenuti per omicidi e stupri che fieri esibiscono un tesserino delle "milizie di Chavez" e dichiarano: "Noi possiamo fare quello che vogliamo". Il popolo che oggi piange disperatamente Chavez è fatto anche di loro”


AGENPARL

Venezuela: morte Chavez porterà conseguenze positive

Definendo la Persona, ci troviamo di fronte ad un dittatore che utilizzando le enormi entrate del petrolio, dovute all'alto prezzo ed associato ad una politica speculativa di limitazione della produzione, gli hanno consentito di fare una politica populista dentro e fuori il Venezuela”

IL SOLE24ORE

L'addio a Chavez, Ahmadinejad bacia la bara. Giallo sul corpo del caudillo


FAMIGLIA CRISTIANA

Chávez, fine dell'ultimo "libertador"

foto del loro venerato "caudillo" come fossero dei santini”
il caudillo aveva creato intorno a sé un'autentica idolatria e il chavismo si era trasformato in una sorta di religione”
Era autoritario, Chávez, il sistema da lui creato non assomigliava a una democrazia. Ma, come è stato osservato, non poteva definirsi tecnicamente un dittatore, perché si era sempre curato di agire all'interno delle leggi, o modificando queste ultime già a priori, o legalizzando i suoi atti a posteriori”

BERGAMO NEWS
E' morto Hugo Chavez Il Venezuela piange il suo presidente sognatore
Dopo sette anni di suo governo il PIL venezuelano è cresciuto fino a 50 trilioni di bolivar. Ma un dittatore, si sa, non è mai un santo, tant'è vero che ancora oggi sono molte le persone che vedono in Chavez un nemico”


L'OCCIDENTALE
E' morto Chavez, il Venezuela nell'incertezza
infezione che è costata la vita al caudillo”


IL SECOLO XIX
Dopo Chavez gli Usa tifano Capriles
appello al dialogo che il presidente Barack Obama ha lanciato subito dopo la notizia della morte del “caudillo” venezuelano. Sono parole da cui traspare tutta la preoccupazione della Casa Bianca per un futuro del Venezuela”
Piace a Washington questo giovane politico che vuole fare del Venezuela un nuovo Brasile, Paese che Capriles vede come modello di sviluppo vincente per il Sudamerica. Un modello decisamente diverso da quello populista proposto negli ultimi quattordici anni da Chavez”


TERMOMETROPOLITICO.IT
Hugo Chàvez “ultimo caudillo” salutato dal Venezuela
La figura di Hugo Chàvez. come molti dittatori sudamericani, è controversa”

venerdì 22 febbraio 2013

Grillo, el comico que quiere copiar a Correa y se lanza a las elecciones italianas

El cómico y actor genovés Beppe Grillo (que con su Movimiento según los sondeos navega entre el 13% al 18% de los votos en las proximas elecciones generales) amenaza a la clase política de Italia con su mediático "Movimiento cinco estrellas" y sus encendidas andanadas "antisistema". En este evento habla de como salir de la deuda y nombra el caso de Ecuador, ataca a los EEUU y al FMI, elogiando la solidariedad internacional en America latina.

Aquí el link:
Rafael Correa e Hugo Chávez

La traducción:
Y entonces... el tema es 'como se hace'.
Bien, hay unas segnales, no son paragonables a naciones como Italia per Ecuador, una pequeño País ahorcado con la deuda del Fmi, con un presidente de 44 años, Correa, graduado en Harward... y ¿que dice el Presidente de Ecuador? Va al Parlamento y dice: “Esta deuda es inmoral porqué nos está ahorcando, no la vamos a pagar mas”. Y no la pagó. Que pasó, bueno de todo... el Fundo Monetario: “Fuera de la Onu”, embargo, embargo de comida, de energia... embargo.
¿Ecuador se encuentra aislado? No, porqué tiene a America latina.
Y entonces Venezuela le dijo “¿Te quitan el petroleo? Te lo doy yo gratis! Petroleo y gas por 10 años. Y Argentina dijo: ¿Te quitan la carne? Te la doy yo la carne de primera por ti y tu popolo por 10 años gratis. El Brasil dijo: “¿Necesitas lechuga fruta y verdura? Te las damos nosotros por 10 años. Y Bolivia dijo: ¿Quieres un poco de plata, nosotros con la coca hacemos cuanto queremos, y le dió 5 miliardos de dolares, costo cero.
Y entonces pasa algo muy enteresantes mis queridos amigos. El Fmi pone la demanda, Correa llega con su abogado y dice: “Nosotros esta deuda no la pagamos porqué es immoral, hacemos exactamente como hicieron ustedes Estados Unidos cuando entraron en Iraq y vieron que había una deuda de 150 miliardos de dolares”, que entró un gobierno de ellos y dijo "No lo pagamos porqué es inmoral" y no lo pagaron. Hacemo exactamente lo que hicieron Ustedes, y ganó Correa!

venerdì 25 gennaio 2013

FOTO CHAVEZ EL PAÍS: La vergogna de... ops, l'incidente della foto ritirata



CARACAS (Monica Vistali)- La vicenda la conosciamo. Il quotidiano spagnolo 'El País', da sempre in prima linea nella lotta mediatica contro Hugo Chávez, ha ritenuto che la notizia più importante di ieri, quella meritevole di occupare una buona metà della prima pagina del giornale, non era il conflitto in Mali o la crisi economica, ma il fatto che il presidente venezuelano fosse malato. Come se nessuno lo sapesse! E come rivelare questa grande scoperta se non con una fotografia gigantesca con il presunto leader intubato e malconcio in un letto d'ospedale? 
Tutto sembra filare liscio. Ma lo scatto-scoop, l'esclusiva mondiale fornitagli da un'agenzia, si rivela una bufala. Non è la prova materiale della gravità dello stato di salute di Chávez, fa notare il mondo del web, ma un fermo immagine preso da un video che gira su YouTube dal 2008, e che con il capo di stato venezuelano non ha nulla a che vedere. Bella fregatura per il giornale di Madrid, lo stesso che nell'aprile 2002 giustificava e avvallava il golpe a Chávez (docu imperdibile: http://www.youtube.com/watch?v=Gj1bY2hUThI) e in un editoriale scriveva: "Solo un colpo di stato è riuscito a scalzare Hugo Chavez dal potere in Venezuela. La situazione aveva raggiunto un tale grado di deterioramento che questo caudillo  incostante  ha ricevuto uno spintone".
El País, comunque, una volta scoperta la falsità della fotografia si affretta a ritirare le copie distribuite e togliere l'immagine dalla pagina web. Si scusa poi con i suoi lettori ma non spende una parola per il governo di Caracas (che ora, giustamente, intraprenderà un'azione legale), il popolo venezuelano o i famigliari di Chávez.
Lasciamo da parte la bassezza di sbattere in prima pagina l'immagine di un uomo morente (lo averbbero fatto con un Berlusconi, una Regina Elisabetta o un Hollande?) e nella spazzatura un qualsiasi codice di deontologia professionale, di pubblicare materiale non verificato per scopi prettamente politici, ed analizziamo invece il testo di scuse pubblicato da El País commentando brevemente alcuni stralci.

  • "Con un gran esfuerzo logístico, procedió a frenar la distribución de ejemplares con la foto falsa y a retirarlos de los puntos de venta" - Un "grande sforzo logistico" per frenare la distribuzione del giornale, sottolinea El País come per evidenziare il suo desiderio riparare l'errore...
  • "El diario revisará sus procedimientos de verificación a la vista de los errores cometidos" - Si reviseranno i procedimenti di verifica? Non c'è stata nessuna verifica della veridicità del materiale!
  • "La agencia gráfica Gtres Online ... señaló que (la foto) procedía de una enfermera cubana a través de su hermana, residente en España. Esta, a su vez, había contactado con la citada agencia ... Gtres Online pidió que no se publicasen estos detalles para evitar represalias a la presunta autora de la foto en Cuba". - Beh, usare la censura e le rappresaglie del governo cubano come scusa per sparare cavolate sul Venezuela è sempre una buona idea!
  • "EL PAÍS acompañó la foto con un texto en el que advertía de que no había logrado verificar las circunstancias, el lugar o la fecha en que se había realizado la fotografía". - Se non è possibile verificare le fonti e la veridicità di un materiale, questo materiale non si pubblica e non si titola "Il segreto della malattia di Chávez, presentanto il tutto come una rivelazione!
  • "EL PAÍS quiso dejar bien claro a sus lectores que no había podido verificar las circunstancias en que fue hecha la foto dadas las restricciones informativas que aplica el régimen de Cuba. ...  Tratar de que Yoani Sánchez se pusiese en contacto con cualquier fuente habría supuesto un riesgo para ella y las personas supuestamente implicadas en la foto". - Beh, qui basta la traduzione, non servono commenti: "El País ha voluto mettere ben in chiaro ai suoi lettori che non aveva potuto verificare le circostanze in cui era stata scattata la foto date le restrizioni informative che applica il regime di Cuba. Provare a far sí che Yoani Sanchez si mettesse in contatto con qualsiasi fonte avrebbe significato un rischio per lei e le persone presuntamente implicate nella foto".
  • "La publicación de un enfermo intubado y convaleciente en un hospital fue largamente debatida por los responsables del periódico. El Libro de estilo de EL PAÍS establece que “las fotografías con imágenes desagradables solo se publicarán cuando añadan información”. - Il libro di stile del giornale permette foto sgradevoli se aggiungono informazioni. E io mi chiedo: che grande informazione rivela questo scatto? Il governo venezuelano non ha mai negato che Chávez fosse gravemente malato.
  • "La conclusión a la que se llegó es que la imagen era pertinente en un momento en que el estado de salud del presidente venezolano es motivo de gran polémica y encendido debate político en su país por su ausencia en la toma de posesión tras las elecciones presidenciales y ante la falta de transparencia de las autoridades".: Dopo Cuba, parliamo della mancanza di trasparenza del governo venezuelano...
  • "El incidente de la foto retirada por EL PAÍS" - L'incidente della foto ritirata? Io direi la vergogna della foto pubblicata!
  • "Las cabeceras de referencia destacaron el comportamiento de EL PAÍS por la rapidez a la hora de rectificar, pedir disculpas y retirar los periódicos con la foto falsa de los puntos de venta".- Vabbé, tiratevela pure per la "rapidità alla ora di rettificare, chiedere scusa e ritirare i giornali copn la foto falsa"!

venerdì 18 gennaio 2013

Mapuche, le trutrucas hanno suonato a vuoto.

Monica Vistali
CARACAS - Il grande incontro di mercoledì al Cerro Ñielol de Temuco, convocato dalle comunità indigene Mapuche per discutere le proprie rivendicazioni con lo Stato cileno, non ha dato i frutti sperati. Niente terra, niente autodeterminazione, niente smilitarizzazione del territorio. E, ciliegina sulla torta, il governo di Piñera continuerà ad utilizzare la Legge antiterrorista contro questi 'ribelli' che, in realtà, chiedono solo il rispetto dei Trattati stipulati con la Corona Spagnola durante l'epoca coloniale, in particolare quello che gli riconosce autonomia e sovranità su tutto il vasto territorio a sud del fiume Bio Bio.
Come inizia la tragedia Mapuche? La storia è presto detta. All'arrivo degli europei, i Mapuche reagiscono alle mire colonizzatrici con inimmaginabile forza. Forza di cui fa le spese perfino il conquistador Pedro de Valdivia, considerato il 'fondatore' del Cile, rapito e ucciso dagli indomiti indigeni sul piede di guerra contro gli invasori. Sono anni di lotta feroce e di resistenza, a seguito dei quali gli spagnoli, resisi conto dell'impossibilità di sottomettere militarmente i Mapuche, riconoscono loro la legittima autonomia (1641, Trattato di Killín). Un fatto più unico che raro nella storia dei popoli indigeni del continente.
In barba agli accordi, una volta diventato autonomo il Cile decide di espandere il suo territorio. Manda quindi i militari ad invadere il territorio mapuche, massacrando i suoi abitanti. Una vera e propria operazione di guerra denominata con un eufemismo 'Pacificazione dell'Araucanía' (1861-1883).
I Mapuche che sopravvivono finiscono in riserve indigene che, tutte insieme, costituiscono poco più del 6% del territorio ancestrale e che normalmente sono installate in una terra dal clima ostile. Il resto della terra, ormai di proprietà dello Stato cileno, finisce in mano ai nuovi coloni arrivati dall'Europa (36 mila nel 1901). Chi si ribella, muore. Basti pensare al 'Massacro di Ránquil', 1934, in cui 477 contadini e mapuche sono uccisi dall'esercito cileno per essersi sollevati contro gli abusi di chi amministra le neonate imprese di trasformazione del legno, impiantate in territorio indigeno. Durante il massacro oltre 500 persone vengono arrestate, ma solo 23 arrivao a Santiago per il giudizio. Le altre, presumibilmente, finiscono 'desaparecidas'.
Militari, respressione, mancato rispetto dei diritti umani e degli accordi stipulati. Invasione del territorio, sfruttamento delle risorse, inquinamento indiscriminato dell'ambiente ancestrale per fini di lucro. Oggi, il dramma Mapuche continua. Ma alla fine, il presidente dice che sono 'terroristi'...

giovedì 10 gennaio 2013

Ccs, 10 gennaio: Chávez non c'è, ma il popolo sì. E la sua presenza conta.

I venezuelani sono in strada in difesa della Costituzione e del governo Chávez, nel giorno in cui il Presidente avrebbe dovuto assumere ufficialmente il mandato. Niente pietre, tra le mani hanno la Costituzione.
CARACAS - Sarà un 10 gennaio da ricordare. Ora che la Sala Costituzionale del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) si è espressa e con le sue dichiarazioni ha (almeno in linea teorica) messo fine alla querelle tra governo e opposizione sul tema dell'assenza del Presidente Hugo Chávez nel giorno previsto per la sua giuramentazione (http://monicacaracas.blogspot.com/2013/01/lansa-e-chavez-alla-faccia.html), facciamo un po' il punto. Cosa stanno facendo oggi i chavisti? Cosa sta facendo l'opposizione?

LA DICHIARAZIONE DEL TSJ:
La Sala Costituzionale del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) ha dichiarato ieri che il presidente Hugo Chávez non necessariamente deve giuramentare in Parlamento durante la giornata di oggi. Lo potrà fare in un altro momento davanti al TSJ - così come recita l'articolo 231 della Costituzione - quando cesserà la "causa sopraggiunta", ossia i problemi di salute che ancora oggi lo obbligano a restare ospitalizzato a L'Avana. Lo stesso Tribunale s'incaricherà di fissare la data, in quanto la Carta non specifica limiti temporali. 
La Sala Costituzionale ha precisato inoltre che non esiste alcuna interruzione nell'esercizio del mandato (ossia l'Esecutivo presenta una continuità per quanto riguarda il Presidente, il VicePresidente e i ministri dei vari dicasteri) e che non ci troviamo davanti ad una "assenza temporale" del Capo di Stato, tanto meno ad una "assenza assoluta" che giustifichi la necessità di indire nuove elezioni. Il Presidente Chávez, infatti, si trova a L'Avana per un permesso indefinito per motivi di salute, concessogli all'unanimità dal Parlamento. 

*** - L'art.231 recita: "El candidato elegido o candidata elegida tomará posesión del cargo de Presidente o Presidenta de la República el 10 de enero del primer año de su período constitucional, mediante juramento ante la Asamblea Nacional. Si por cualquier motivo sobrevenido el Presidente o Presidenta de la República no pudiese tomar posesión ante la Asamblea Nacional, lo hará ante el Tribunal Supremo de Justicia".

IL 10 GENNAIO DEL CHAVISMO
Il popolo chavista ha circondato il palazzo presidenziale di Miraflores per una grande manifestazione di solidarietà con il Presidente Hugo Chávez. Magliette rosse, bandiere, canti e tanta, tanta gente soprattutto a Puente Llaguno, dove nell'aprile 2002 si accese la scintilla che aprì le porte al colpo di Stato contro Hugo Chávez (il massacro causò 19 morti e centinaia di feriti con arma da fuoco, fu realizzato da cecchini golpisti appartenenti alla Polizia metropolitana e alle forze militari, che spararono sui manifestanti del governo e dell'opposizione stessa). 
Alla concentrazione in appoggio di Chávez parteciperanno anche numerosi Presidenti e rappresentanti dei governi dell'America latina. Tra questi Pepe Mujica (Uruguay); Fernando Lugo (Paraguay); Evo Morales (Bolivia); Daniel Ortega (Nicaragua); il cancelliere argentino (la Presidente Cristina Fernandez sarà domani personalmente a L'Avana); il primo Ministro haitiano. L'Honduras e l'Equador di Correa hanno diretto una carta al presidente venezuelano, così come altri Paesi. Il Brasile, dal canto suo, ha dimostrato il suo appoggio mandando a Cuba qualche giorno fa il principale assessore di Dilma per quanto riguarda gli affari internazionali. La vicinanza della terra carioca alla 'causa chavista' è significativo in quanto il Brasile si è sempre dimostrato particolarmente indipendente nel giudicare le questioni interne venezuelane, il suo non è un appoggio "a prescindere" dato esclusivamente per ragioni di sintonia politica. Alla concentrazione hanno fatto sentire la propria voce anche alcuni gruppi indigeni. 
I rappresentanti dell'Alba-Petrocaribe (quest'ultimo importantissimo strumento di solidarietà internazionale in quanto permette ad alcuni Stati in condizioni particolari, come Haiti, di pagare il petrolio venezuelano con prodotti alimentari) hanno approvato una dichiarazione di solidarietà con il governo di Hugo Chávez. E perfino i cinesi si sono espressi in favore della causa chavista!

... E DELL'OPPOSIZIONE
Golpe di Aprile: giuramento di Pedro Carmona Estanga. La grande industria, la Chiesa, gli attuali leader dell'opposizione e la Chiesa applaudono.
Nel frattempo l'opposizione - che rifiuta la sentenza del TSJ e non riconosce la continuità amministrativa del governo Chávez, che un giorno dice una cosa e il giorno dopo un'altra - inizia oggi un 'paro civico': una sorta di sciopero generale che il presidente del Parlamento venezuelano, il chavistissimo Diosdado Cabello, ha definito un "atto destabilizzante". E non a torto. 
Proprio dieci anni fa, infatti, l'opposizione (solo pochi mesi dopo aver fallito colpo di Stato di cui sopra) provò a liberarsi di Chávez destabilizzando il Paese proprio con un 'paro civico'. Le conseguenze sono note: sciopero dell'allora privatissima industria petrolifera nazionale Pdvsa e conseguente blocco dei trasporti, che rese impossibile rifornire di benzina le ambulanze, distribuire il cibo e le bombole di gas necessarie per cucinarlo. Furono 63 giorni d'inferno per i venezuelani, un vero e proprio tentativo di genocidio dato che la gente fu costretta a bruciare tavoli e sedie mentre gli alimenti scarseggiavano ogni giorno di più...

E A QUESTO PUNTO CI SI CHIEDE...
1) Perché l'opposizione, quando nel 2002 ha scalzato Chávez con un colpo di Stato, non si è fatta problemi nel far giuramentare il golpista Pedro Carmona Estanga un assolato giorno di aprile? Non avrebbe 'assolutamente' assumere il carico il 10 gennaio seguente? 
2) Quando è fiorito tutto questo attaccamento alla Costituzione nell'opposizione venezuelana? Perché nella Carta di cui oggi i leader oppositori si dicono paladini, non si trova un solo articolo che giustifichi il sequestro di un Capo di Stato democraticamente eletto come lo era Chavez nel 2002, l'assalto ad un'ambasciata in cerca di ministri da incarcerare, la firma di un 'decreto Carmona' per ufficializzare il golpe. Tutte cose che questi leader oppositori hanno fatto, e per cui non hanno mai pagato. 
3) Se il Presidente eletto è un rappresentante del popolo, la presenza in strada del popolo venezuelano questo 10 gennaio non potrebbe valere come giuramentazione?
Monica Vistali

mercoledì 9 gennaio 2013

L'Ansa e Chávez, alla faccia dell'imparzialità. Il Presidente giurerà davanti al Tribunale Supremo

CARACAS - L'ANSA ha pubblicato oggi l'articolo "Venezuela, Governo: Chávez non ci sarà a insediamento", relativo al caso '10 gennaio', data in cui Chavez dovrebbe giurare davanti al Parlamento per assumere ufficialmente l'incarico di presidente della Repubblica, incarico che si è guadagnato vincendo le elezioni del 7 ottobre scorso (8mln e mezzo di voti).
In questo articolo, per annunciare che Chàvez non sarà a Caracas questo giovedì per l'insediamento (così ha detto ieri il Presidente del Parlamento, Diosdado Cabello) e per spiegare l'attuale situazione politica venezuelana, si riportano esclusivamente le opinioni di Henrique Capriles Radonski, leader della coalizione dell'opposizione, Mud; della Conferenza episcopale e del Dipartimento di Stato Usa. Alla faccia dell'imparzialità! Ma in realtà la notizia è che ieri il Parlamento venezuelano, in sua maggioranza chavista, ha approvato che il Presidente Chávez realizzi il suo giuramento in un secondo momento davanti al Tribunale Supremo di Giustizia.Si può fare? Ecco, in realtà, come stanno le cose.
Prima di tutto bisogna premettere che Chavez è un presidente non precisamente eletto ma ri-eletto e che quindi, almeno secondo il governo, il giuramento di giovedì è una pura formalità. Ma lasciando da parte questo, la Costituzione è chiara, e nell'articolo 231 dice che se "per cause sopraggiunte", e sembrerebbe questo il caso, il nuovo Presidente non può giurare in Parlamento il 10 gennaio, lo può tranquillamente fare davanti al Tribunale Supremo di Giustizia. La carta non fissa a questo proposito limiti temporali.
Poi c'è la questione dell'assenza temporale e dell'assenza assoluta del Capo di Governo, entrambe previste dalla Costituzione.
L'assenza temporale ammette un'assenza del presidente per 90 giorni rinnovabili di altri 90, quindi una copertura di 6 mesi durante i quali attuerebbe il Vicepresidente dell'Esecutivo, in questo caso Nicolas Maduro. Ma bisogna precisare che al momento Chávez si trova a Cuba per un permesso datogli all'unanimità dal Parlamento, e quindi la sua mancanza dal territorio della Repubblica è perfettamente legittima.
Infine c'è l'assenza assoluta, che si profilerebbe nel caso della morte di Chávez o di una sua incapacità fisica o psichica permanente comprovata da un'equipe medica designata dal Tribunale Supremo di Giustizia e convalidata dal Parlamento. Se viene dichiarata la assenza assoluta, la Carta prevede che vengano convocate nuove elezioni entro 30 giorni. Per ora comunque, non ci sono i presupposti per richiamare questa possibilità, e qualsiasi movimento in questa direzione profilerebbe un tentativo di colpo di stato (cosa che l'opposizione ha già fatto nel 2002).
Se poi le cose andassero per le lunghe, la parola tornerebbe al popolo. La Costituzione voluta da Chávez e sottoposta a referendum popolare durante il suo primo mandato (che dittatore!), prevede infatti che dopo tre anni di governo possa essere convocato un referendum revocatorio del Presidente della repubblica (che dittatore!). L'opposizione ha già tentato questa via anni fa, ma anche in quel caso i venezuelani hanno deciso di restare con il loro Comandante!. 
Monica Vistali

martedì 8 gennaio 2013

Mujica, Morales, Lugo e il cancelliere argentino a Caracas in appoggio a Chávez

CARACAS - Il presidente dell'Uruguay, l'ex guerrillero di sinistra José Mujica, è stato autorizzato dal Parlamento del paese sudamericano a recarsi a Caracas in occasione dell'atto di solidarietà che si realizzerà questo giovedì 10 in omaggio al suo pari venezuelano Hugo Chavez, in piena fase postoperatoria dopo la sua quarta operazione chirurgica contro il cancro. Alla concentrazione ci saranno anche il Presidente della Bolivia Evo Morales e quello del Paraguay Fernando Lugo, oltre al cancelliere Héctor Timerman in rappresentanza del governo argentino di Cristina Fernandez, che dal canto suo venerdì 11 si recherà a L'Avana per incontrarsi personalmente con Chávez.
Giovedì 10 è il giorno in cui Hugo Chávez avrebbe dovuto assumere ufficialmente davanti al Parlamento il mandato presidenziale che si è guadagnato nelle elezioni del 7 ottobre scorso con 8 milioni e mezzo di voti. La Costituzione venezuelana, però, prevede che se "per cause sopraggiunte" la giuramentazione non può realizzarsi il 10 gennaio davanti al Parlamento, il neo-eletto Capo di Stato la può realizzare davanti al Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) in un altro momento. La frenesia dell'opposizione riguardo al presunto 'vuoto di potere', quindi, non ha presupposti costituzionali, anche perché Chávez si trova a L'Avana con un permesso concessogli all'unanimità dal Parlamento. Inoltre, sempre la Carta prevede la "assenza temporale" del Presidente per 90 giorni rinnovabili di altri 90, quindi una copertura di 6 mesi.
Mujica, uno dei Presidenti che si recherà a Caracas per l'atto di solidarietà, è conosciuto per essere il presidente più povero del mondo e per destinare il 90% del suo stipendio in beneficenza. La sua dimora presidenziale ha preferito lasciarla ai senzatetto, mentre lui vive tranquillamente nella sua casetta di campagna dove con la moglie (ex tupamaro pure lei), dove passeggia nei campi con i suoi cani e coltiva fiori che poi vende nei mercatini di Montevideo la domenica. Niente auto blu per il capo di stato 77enne che ha sfidato l'opinione pubblica proponendo la liberalizzazione dell'aborto e della marihuana, ma solo una vecchia volkswagen un po' scassata. 


La vicinanza tra Mujica, Fernandez, Lugo, Morales e Chavez è un'ulteriore prova dell'appoggio di cui gode il presidente venezuelano ma anche e soprattutto dei passi avanti compiuti nel processo integrazionista latinoamericano. L'America Latina non è più un'area geografica e politica di serie b, postcoloniale, ma una entità autonoma che vuole orgogliosmente affermarsi come tale in un mondo sempre più multipolare. Ed i suoi leader, spesso, non sono 'professori' e 'tecnici' (in senso stretto, ovviamente) ma vengono dal 'basso': oltre al venditore di fiori Mujica c'è l'indigeno boliviano e cocalero Evo Morales, il militare delle calde pianure venezuelane Chávez, la militante “terrorista e assaltatrice di banche” brasiliana Dilma. 
Da sx: Pepe, Hugo, Cristina e Dilma
 “Non mi travesto da presidente e continuo ad essere come ero. Le cose più belle della vita sono avere degli amici, godere moderatamente del cibo e molto della natura. Io non sono povero, ho tutto ciò di cui ho bisogno” ha dichiarato Pepe, come viene comunemente chiamato a queste latitudini (è il nome che usava quando lottava con i guerrilleri tupamaros).
Qui quello che è stato definito come “il discorso più bello del mondo”, quello dato da Mujica al G20 in Brasile. http://www.youtube.com/watch?v=3SxkMKTn7aQ
Monica Vistali