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martedì 8 gennaio 2013

Mujica, Morales, Lugo e il cancelliere argentino a Caracas in appoggio a Chávez

CARACAS - Il presidente dell'Uruguay, l'ex guerrillero di sinistra José Mujica, è stato autorizzato dal Parlamento del paese sudamericano a recarsi a Caracas in occasione dell'atto di solidarietà che si realizzerà questo giovedì 10 in omaggio al suo pari venezuelano Hugo Chavez, in piena fase postoperatoria dopo la sua quarta operazione chirurgica contro il cancro. Alla concentrazione ci saranno anche il Presidente della Bolivia Evo Morales e quello del Paraguay Fernando Lugo, oltre al cancelliere Héctor Timerman in rappresentanza del governo argentino di Cristina Fernandez, che dal canto suo venerdì 11 si recherà a L'Avana per incontrarsi personalmente con Chávez.
Giovedì 10 è il giorno in cui Hugo Chávez avrebbe dovuto assumere ufficialmente davanti al Parlamento il mandato presidenziale che si è guadagnato nelle elezioni del 7 ottobre scorso con 8 milioni e mezzo di voti. La Costituzione venezuelana, però, prevede che se "per cause sopraggiunte" la giuramentazione non può realizzarsi il 10 gennaio davanti al Parlamento, il neo-eletto Capo di Stato la può realizzare davanti al Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) in un altro momento. La frenesia dell'opposizione riguardo al presunto 'vuoto di potere', quindi, non ha presupposti costituzionali, anche perché Chávez si trova a L'Avana con un permesso concessogli all'unanimità dal Parlamento. Inoltre, sempre la Carta prevede la "assenza temporale" del Presidente per 90 giorni rinnovabili di altri 90, quindi una copertura di 6 mesi.
Mujica, uno dei Presidenti che si recherà a Caracas per l'atto di solidarietà, è conosciuto per essere il presidente più povero del mondo e per destinare il 90% del suo stipendio in beneficenza. La sua dimora presidenziale ha preferito lasciarla ai senzatetto, mentre lui vive tranquillamente nella sua casetta di campagna dove con la moglie (ex tupamaro pure lei), dove passeggia nei campi con i suoi cani e coltiva fiori che poi vende nei mercatini di Montevideo la domenica. Niente auto blu per il capo di stato 77enne che ha sfidato l'opinione pubblica proponendo la liberalizzazione dell'aborto e della marihuana, ma solo una vecchia volkswagen un po' scassata. 


La vicinanza tra Mujica, Fernandez, Lugo, Morales e Chavez è un'ulteriore prova dell'appoggio di cui gode il presidente venezuelano ma anche e soprattutto dei passi avanti compiuti nel processo integrazionista latinoamericano. L'America Latina non è più un'area geografica e politica di serie b, postcoloniale, ma una entità autonoma che vuole orgogliosmente affermarsi come tale in un mondo sempre più multipolare. Ed i suoi leader, spesso, non sono 'professori' e 'tecnici' (in senso stretto, ovviamente) ma vengono dal 'basso': oltre al venditore di fiori Mujica c'è l'indigeno boliviano e cocalero Evo Morales, il militare delle calde pianure venezuelane Chávez, la militante “terrorista e assaltatrice di banche” brasiliana Dilma. 
Da sx: Pepe, Hugo, Cristina e Dilma
 “Non mi travesto da presidente e continuo ad essere come ero. Le cose più belle della vita sono avere degli amici, godere moderatamente del cibo e molto della natura. Io non sono povero, ho tutto ciò di cui ho bisogno” ha dichiarato Pepe, come viene comunemente chiamato a queste latitudini (è il nome che usava quando lottava con i guerrilleri tupamaros).
Qui quello che è stato definito come “il discorso più bello del mondo”, quello dato da Mujica al G20 in Brasile. http://www.youtube.com/watch?v=3SxkMKTn7aQ
Monica Vistali 

1 commento:

  1. Mi sono imbattuto nel tuo blog per caso: nelle fasi di una ricerca sull'emigrazione ciociara in Venezuela. Ti faccio i miei complimenti per la semplicità e l'efficacia con cui ti accosti a questi temi della politica. La descrizione di Mujica poi è commovente. Peccato che nella nostra stampa non ci sia spazio per personaggi del genere: è la cattiva coscienza di una chiesa ricca ed presuntuosa e di una casta politica insensibile ed ipocrita. Ti seguirò e buona fortuna

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