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domenica 30 maggio 2010

Mario Benedetti, l’italianità-altra portata in scena dal ‘Tina Modotti’

Si è chiusa la tre-giorni dedicata al poeta uruguaiano. Tra teatro, poesia, tango ed immagine, il bilancio di Antonio Nazzaro, responsabile del ‘Centro Culturale Tina Modotti’

di Monica Vistali

CARACAS - Come Mario Benedetti in Uruguay, il Centro Culturale Tina Modotti continua a diffondere in Venezuela l’idea di un’italianità-altra, che unisce le generazioni in un flusso senza tempo. Questa volta lo ha fatto con una tre-giorni dedicata al grande poeta uruguaiano, un omaggio nel primo anniversario dalla morte organizzato in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Orientale dell’Uruguay, il Centro Uruguaiano Venezolano, La libreria mediatica e il Centro de Estudios Latinoamericanos Rómulo Gallegos. Un vero successo di pubblico, che ha riempito le sale del Celarg lasciando in piedi o sulla porta numerosi spettatori.
Ad aprire ‘Tres dìas alrededor de Benedetti’ è stata l’introduzione di Marcos Tassino, presidente di origini italiane del Centro Uruguayo-venezolano, cui è seguita la conferenza tenuta da Marialcira Matute (Premio periodismo 2010) e Isidoro Hugo Duarte, sull’intervista realizzata all’autore dalla Libreria Mediática. Il Centro Culturale Tina Modotti ha poi messo in scena ‘Relato de Púas’, adattazione teatrale dell’opera ‘Pedro y el capitán’ di Benedetti, diretta dal responsabile del Tina Modotti, Antonio Nazzaro, e interpretata dal Gruppo Teatrale Comunardos: Amanda Key, José Ignacio Pulido e Jonathan Ochoa.

Relato de Púas’
- L’idea mi è venuta quando ho visto la famosa foto della soldatessa statunitense del carcere di Baghdad - racconta Nazzaro - che tiene un prigioniero iracheno al guinzaglio come se fosse un cane.
Un palcoscenico essenziale. La torturatrice, il torturato e la Memoria sullo sfondo, che martella senza sosta il pubblico con il tic tac di una macchina da scrivere. Il mondo dei personaggi è un cubo chiuso da due schermi che costringono gli spettatori a confrontarsi in modo asfissiante con quello che, in fondo, è il nostro mondo e la nostra storia.
- Sono immagini taglienti - spiega Nazzaro - di torture, soprusi, violenze. Come dire: la quotidianità della globalizzazione.
I video palpitano di dolore. Un ritorno al passato forte soprattutto per gli uruguaiani presenti. Uno dei responsabili del Centro Uruguaiano Venezolano, è scoppiato in lacrime ricordando il fratello torturato ed ucciso durante gli anni della dittatura. Ha dovuto aspettare venticinque anni per avere la conferma ufficiale della sua morte. Molti, forse troppi, ancora aspettano.
- Ci si rende conto di come la Carta dei Diritti umani sia un canto gregoriano all’inutilità, una litania - afferma Nazzaro - che gli Stati cantano mentre con le mani torturano. L’Italia non ha ancora ratificato la legge contro la tortura eppure a Roma esiste il Museo della tortura nazi-fascista…
La violenza è una condotta tipica dell’uomo, affermava Benedetti. Torturatore e torturato si scambiano i ruoli in una sadica reciprocità. Qui ‘Relato de Púas’ si ferma.
- Era troppo - spiega Nazzaro -. La storia ci insegna che il torturatore esce sempre immune. Spagna, Cile, Uruguay, Argentina, Paraguay, Mexico, Italia e mancano all’appello tutti gli altri Paesi del mondo. Nessuno ha avviato un processo ai torturatori. Gli Stati garantiscono l’impunità e violentano la Storia. La tortura - continua - è una condotta umana, occultarla e volerla dimenticare è una scelta coscientemente disumana.

“Ballando” Benedetti
La rassegna non voleva lasciare il pubblico con il Benedetti del dolore doveroso della Memoria Storica. Voleva restituire l’amore per la vita dell’autore ironico, pronto al dialogo. Così è entrato in scena ‘Tangueando Benedetti’, miscela passionale di poesia, tango ed immagini con Marco Tassino come voce narrante.
Sulle poesie dedicate al Tango da Benedetti, Eduardo Galean destreggiandosi al bandonéon, il cantante Yamandu Pereira ed i ballerini Yore Rivas e Frank Zambrano raccontando con la gestualità e le sonorità del Tango le strofe del Montevideano. Tutto sullo sfondo delle immagini prodotte dal Centro Culturale Tina Modotti, un video di 45 minuti su Montevideo ed i suoi protagonisti: Torres Garcìa, Gurvich, Onetti, Galeano. Dopo lo spettacolo, tutti al Centro Uruguaio.
- Benedetti è contemporaneo a tutti - spiega Nazzaro -. Condividevano la tavolata ragazzi di 15 anni come anziani. È bello vedere come un’entità volatile quale il Tina Modotti abbia riunito tante persone di alto livello che hanno contribuito e partecipato in forma gratuita, mettendo a disposizione tempo e professionalità. Grazie appunto a Mario Benedetti.
Tra questi, Isidoro Duarte, grande conoscitore di Benedetti ed amico di Eduardo Galeano, che ebbe tra le mani la prima brutta copia della celebre opera ‘Las venas abiertas de America latina’; Marco Tassino, sceneggiatore e regista del film ‘Milonga’; l’Ambasciatore dell’Uruguay, Jorge Mazzarovich, costantemente presente; l’attrice Amanda Key, protagonista del film ‘La ora 0’ che sarà presentato al pubblico tra qualche mese.
Nell’ultima giornata di ‘Tres dìas alrededor de Benedetti’ la ‘ponenciacción’ “Mario Benedetti: ritratto in forma di poesia e un solo racconto”, condotta da Nazzaro con un “intervento” dell’attore e scrittore Ezio Falcomer dell’Accademia dei Sensi. Nel web (http://accademiadeisensi.podomatic.com/), il suo è “teatro della voce”: interpreta in spagnolo, senza conoscere la lingua, il racconto ‘Cinque sogni’, sul quale Nazzaro ha montato un video. L’ironia di Benedetti, dell’interpretazione di Falcomer, del video.
- Molti materiali che si trovano nella pagina web dell’Accademia dei Sensi - sottolinea Nazzaro - sono usati dal Tina Modotti nelle sue lezioni virtuali di cultura italiana.

Modotti e Benedetti
Perchè Tina Modotti? Perchè Mario Benedetti?
- Tina Modotti rappresenta un tipo di migrazione diversa - spiega il responsabile del Centro, Antonio Nazzaro - che non arriva in America latina solo per fame di cibo ma perchè affamata di vedere e conoscere un altro mondo. E facendolo scopre una nuova visione del mondo, una nuova femminilità, un’ideologia, un’inseparabilità tra dignità politica ed artistica.
Uno sguardo diverso, un’italianità-altra che non crea distanze e barriere ma segna il punto d’incontro. Il sentimento umile di chi si rapporta alla pari con il nuovo popolo, che lo riceve, che si schiera al suo fianco. Soprattutto, non approfitta delle proprie conoscenze e della propria cultura per dominare.
A questa onestà intellettuale, poi, si aggiunge il fascino dello spirito artisticamente e politicamente rivoluzionario che univa Benedetti e Modotti. Spiega Nazzaro, a proposito della fotografa:
- Non è un caso che il grande Diego Rivera, in uno dei suoi murales, dia a Tina Modotti il compito di consegnare le armi ai contadini. La Modotti si può considerare la prima fotografa d’arte della storia.
Il Centro Culturale Tina Modotti, anche senza finanziamenti, ha già fatto e farà tanto altro ancora.
- Abbiamo portato a Caracas i poeti Davide Rondoni e Milo De Angelis - racconta Nazzaro - organizzato una tre-giorni su Pasolini all’Armando Reveron, preparato opere video di teatro didattico. Tra queste, ‘Tina Modotti. Una, nessuna, centomila’, usata da Monte Avila per presentare il libro ‘Tinissima’ di Elena Poniatowska durante il ‘Festival del libro’ di Caracas. Senza dimenticare la partecipazione alla Settimana della Lingua Italiana con la ‘ponenciacción’ su Galileo Galilei; le presenze al Museo de Arte Contemporanea con la mostra di video-poesia del gruppo italiano ‘Nomadi Mondi’; l’happening tra gli alunni dell’UNEARTE ed il poeta Davide Rondoni, sempre nel MAC.
Tutto preparato nel salotto di casa Mogoillon-Nazzaro, con Mariana Mogollon, presidente del Tina Modotti, piegando volantini, cucendo teloni o segnando a terra con nastro adesivo il perimetro di un inesistente palcoscenico.
- Senza l’aiuto di Mariana non si sarebbe potuto realizzare nulla. È lei che trasmette l’energia e la presenza continua al Tina Modotti.
- Voglio ringraziare Carlos Silva, reponsabile di Teatro Francia, per averci dato tre possibilità di provare in un vero teatro prima di andare in scena nel Celarg. Anche lui in forma gratuita.
E per il futuro?
- In programma - conclude il coordinatore del Centro Culturale - il ritorno sul palcoscenico a giugno con ‘Relato de púas’ e ‘Entrevista a Galileo’. Poi - questo è il sogno - trovare qualcuno che sponsorizzi il Progetto su Dante in collaborazione con il dantista Giorgio Battistoni, che potrebbe trasformarsi in un materiale didattico per tutte le scuole latinoamericane, in particolare per quelle italiane. E per il teatro pensiamo ad una adattazione di ‘Porta Chiusa’ di Sartre. O chissà che arrivi qualcuno con una proposta migliore...

giovedì 27 maggio 2010

Frattini incontra la Collettività italiana










Tra le problematiche trattate durante l’incontro al Melià Caracas: sequestri, espropri ed occupazioni, tagli all’assistenza diretta, sistema pensionistico

Di Monica Vistali

FRATTINI – Il ministro degli Esteri, Franco Frattini - a Caracas per chiudere i lavori della II Commissione mista Italo-venezolana - ha incontrato ieri mattina i rappresentanti della nostra Collettività. Un meeting necessario per rispondere alle perplessità degli italiani in Venezuela riguardo a tematiche delicate quali: sequestri, espropri ed occupazioni, tagli all’assistenza diretta, sistema pensionistico.
La riunione ha avuto luogo nella Sala Rio Ocamo dell’Hotel Gran Meliá di Caracas. Sul palco, accanto al ministro, l’Ambasciatore d’Italia in Venezuela, Luigi Maccotta, il Console generale di Caracas, Giovanni Davoli e l’Ambasciatore Pasquale Terracciano. In platea i rappresentanti del C.G.I.E ed alcuni membri dei Comites di Caracas, Puerto Ordaz e Maracaibo, insieme ad esponenti dei Patronati e delle Associazioni Civili e Regionali del territorio. Una parte ristretta della comunità italiana, ospitata ad invito.
Ad aprire l’incontro è stato l’Ambasciatore Maccotta, che ha sottolineato la sensibilità del ministro alle problematiche della Collettività. Il diplomatico ha poi passato la parola all’on. Frattini che, aprendo il suo intervento, ha affermato:
- Conosco bene i vostri problemi. E sono qui per dare vere risposte, non indicazione generiche.
Il ministro non ha risparmiato parole di elogio per le modalità con cui gli italiani hanno saputo inserirsi all’interno della società venezolana.
- Apprezzo il lavoro della Collettività - ha detto il ministro - che ha dato e dà ancora oggi un contributo essenziale allo sviluppo di un Paese amico quale il Venezuela, con cui come italiani siamo legati da vincoli antichi. Il vostro impegno fa onore all’Italia. Vi ringrazio - ha proseguito - per tenere vivo il senso di appartenenza ad una comunità apprezzata e stimata, perfettamente integrata e riconosciuta dalle Autorità per la sua serietà ed il suo spirito costruttivo.
Nel corso dell’incontro ha anche affermato:
- L’Italia vi è vicina e vuole continuare a parlare con voi.

Problemi
Dopo le parole di saluto iniziali, l’attenzione si è focalizzata sulle preoccupazioni che turbano la Comunità italiana.
Il primo tema trattato è stato quello relativo alla piaga dei sequestri di persona. A questo proposito, il ministro ha sottolineato che fino ad oggi l’unico Governo ad agire concretamente nel territorio latinoamericano è stato quello italiano. Ha menzionato quindi l’invio dell’Esperto nazionale Anti-sequestro che “sta svolgendo un buonissimo lavoro” e il Corso di formazione offerto al Corpo di Polizia venezolano.
- I risultati sono ottimi - ha dichiarato il ministro - e quindi molto probabilmente oggi confermeremo la presenza dell’esperto e proporremo alle autorità venezolane un nuovo Corso di formazione. Il tutto - ha specificato - inserito in un quadro di cooperazione più ampio per la lotta al crimine organizzato.
Dopo la sicurezza personale, si è parlato della sicurezza delle proprietà, secondo gli italo-venezolani messe in pericolo dagli espropri decisi dal Governo e dalle invasioni. “Provvedimenti in alcuni casi criticabili”, ha opinato cautamente Frattini.
Il ministro ha ricordato ai presenti l’azione di sensibilizzazione svolta dalla Delegazione presente a Caracas nei confronti delle autorità venezolane. Inoltre, ha annunciato per il pomeriggio un incontro tra l’Instituto Nacional de Tierras ed i rappresentanti delle famiglie italiane vittime di espropri ed invasioni.
- L’ascolto di testimonianze dirette e dettagliate - secondo il ministro - porterà certamente ad un chiarimento. L’obiettivo - ha dichiarato - è garantire indennizzi effettivi, equi e tempestivi.
L’on. Frattini ha poi espresso la speranza di firmare presto un accordo bilaterale con il Venezuela per quanto riguarda il riconoscimento della patente di guida italiana.
- Le pratiche sono già state avviate - ha assicurato - e lo staff del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli sta già analizzando una proposta di accordo.
In un incontro come quello di ieri, non poteva certo mancare il tema delicato dell’assistenza alle famiglie indigenti.
Il funzionario ha menzionato le cifre relative ai “drastici tagli” della Finanziaria, inevitabile conseguenza della crisi che dilaga in Europa: un meno 27 per cento dei fondi destinati all’assistenza diretta. Malgrado i tagli, però, il ministro ha sottolineato che solo nel 2010 sono stati stanziati 300 mila euro, cui si aggiungono i 630 mila euro per l’assistenza sanitaria.
Frattini ha dichiarato di sperare in un “seppur limitato” recupero dei fondi, precisando che in quel caso “ il Venezuela sarebbe tra i primi Paesi a beneficiarne”.
Nota positiva le cifre relative ai finanziamenti destinati alla Promozione della lingua e della cultura italiana, che aumentano di un 5 per cento, pari a 400 mila euro.
Buone notizie anche per quanto riguarda la rete consolare. Il ministro ha dichiarato di aver ottenuto l’execuator per i Viceconsoli onorari di Puerto La Cruz, Barquisimeto e Valencia, mentre arriverà a breve quello relativo a Ciudad Bolívar. Per quanto concerne la creazione di un terzo Consolato in territorio venezolano, Frattini ha dichiarato:
- A tutt’oggi non ci sono le condizioni economiche per un Consolato di prima classe. Posso però garantire che, se ci saranno fondi disponibili ricavati dalla ristrutturazione della rete consolare mondiale, il Venezuela sarà tra i primi a goderne.

Parla la Collettività
Il ministro Frattini ha dimostrato grande disponibilità di ascolto. Anche se era in programma il discorso di un solo rappresentante, anche altri connazionali hanno potuto parlare direttamente con il funzionario. Michele Coletta, del C.G.I.E, ha preferito consegnare personalmente una lettera.
Il primo a prendere parola è stato il presidente del C.G.I.E., Ugo Di Martino, con una serie di richieste relative a tematiche già affrontate dal ministro. Eccezion fatta per il problema relativo all’insufficienza di valuta pregiata per le imprese e all’irrispettato accordo in materia pensionistica.
Ha proseguito Johnny Margiotta, presidente di AGIV, con un discorso relativo ai problemi dei giovani italo-venezolani e subito dopo Emilio Lanzilli, presidente dell’Associazione Campani dello Zulia. Come padre di un ragazzo sequestrato da paramilitari, Lanzilli ha ringraziato il ministro per l’attenzione riservata a tematiche delicate quali, appunto, il sequestro di persona.
Marisa Vannini, dell’A.C. Emilia Romagna del Venezuela, ha infine parlato delle conseguenze della perdita della nazionalità italiana, che non può essere trasmessa ai figli anche se riacquistata.

La mano del Presidente
Come già nel corso della giornata di ieri, il ministro Franco Frattini ha espresso grande apprezzamento per la decisione del Presidente della Republica, Hugo Chávez, di sloccare i fondi destinati alle imprese italine. Ossia, effettuare in due tranche il pagamento dei crediti arrestrati che ammontano ad 1 miliardo e 200 milioni di dollari.
- Per il 2010 il debito è colmato - ha affermato il funzionario - ma nel 2011 dovremo trovare nuove forme di pagamento per far sì che l’Italia mantenga gli appalti.
L’Ambasciatore Luigi Maccotta, a questo proposito, ha dichiarato soddisfazione.
- La visita del ministro Frattini ha già sloccato tante cose e gli effetti dureranno per molto tempo.

Frattini è a Caracas per la firma di accordi strategici

In programma una riunione con il suo omologo Nicolás Maduro e forse un incontro con il presidente Hugo Chávez


di Monica Vistali

CARACAS – Lasciato il capo della Stato Giorgio Napolitano a Washington e con le valigie pronte per Panama, dove lo attende il presidente del Consiglio Silvio Belusconi, il ministro degli Esteri, Franco Frattini è arrivato ieri sera a Caracas per una visita lampo di 24 ore. Oggi incontrerà il suo omologo venezolano, Nicolàs Maduro, esponenti del governo e, forse, il presidente della Repubblica, Hugo Chàvez. A questi dovrebbe consegnare una lettera personale del premier Berlusconi.
Contemporaneamente, la II Commissione mista denominata “Consiglio Italo-Venezolano”, suddivisa in quattro gruppi di lavoro settorializzati in aree d’interesse, analizzerà le relazioni economiche, commerciali, sociali e culturali tra i nostri due paesi. A conclusione della visita, è prevista la firma di importanti accordi che spaziano dall’ambito economico al culturale, da quello dell’educazione allo sviluppo.
- Il ministro Frattini - ha assicurato qualche giorno fa al quotidiano “La Voce d’Italia” l’Ambasciatore d’Italia, Luigi Maccotta - è consapevole della realtà che si vive oggi in Venezuela. La sua visita ha certamente come scopo rilanciare il rapporto di collaborazione con il governo venezolano ma anche quello di esprimere preoccupazione, chiedere comprensione, sostegno ed un occhio di riguardo per i problemi della comunità.
Il presidente Chàvez - ha proseguuito il diplomatico - ha nei confronti degli italiani in Venezuela un atteggiamento di apertura, grande disponibilità ed interesse.
Parlando a Washington della sua visita in Venezuela, Frattini ha affermato che “si dovrà valutare con le autorità locali, a partire dal presidente Chavez, come risolvere i rimanenti problemi che hanno alcune aziende”. Il ministro ha ricordato un “segnale molto importante, lo sblocco di acune centinaia di milioni di dollari, i pagamenti arretrati che erano crediti di imprese italiane. Un gesto che apprezzo particolarmente alla vigilia della mia visita”.
I lavori dovrebbero chiudersi ufficialmente domani mattina con la stesura dei verbali. I ministri Frattini e Maduros, quindi, dovrebbero firmare un protocollo che darebbe un’impronta politica agli aspetti tecnici.

L’arrivo della delegazione
Il ministro Frattini è stato anticipato ieri a Caracas dal sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Scotti e dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Roberto Castelli, ricevuti all’aereoporto Simón Bolívar dall’Ambasciatore Maccotta insieme alla responsabile della Direzione per l’Europa del Viceministero, Ginette Gonzáles. Con il resto della delegazione italiana, sono stati poi accolti dal viceministro degli Esteri venezolano, Temir Porras, presso l’Hotel Melia Caracas.
Nel suo discorso d’apertura, Porras ha ricordato che Italia e Venezuela mantengono accordi ambiziosi specialmente nel settore petrolifero ed ha menzionato l’importanza dell’impresa Eni per lo sviluppo della riserva energetica nazionale. Specificando che la fruttifera relazione in questa area permette di dare impulso a nuovi ambiti di cooperazione, Porras ha citato il già avviato lavoro congiunto dei due Paesi per quanto riguarda lo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria, la promozione di distretti industriali, il traferimento di tecnologia e Know-how, oltre allo stretta collaborazione nell’ambito della lotta contro il narcotraffico.
Il viceministro ha sottolineato la ferma decisione del Governo bolivariano di dare impulso a progetti congiunti con l’Italia, sottolineando come lo stesso presidente Chávez abbia programmato per oggi la discussione di temi di rilevanza strategica.
- Questi elementi - ha specificato Porras - esplicitano l’alto valore dato dal Governo bolivariano alle relazioni con l’Italia, le prospettive che si aprono sulla base della cooperazione energetica. Inoltre, le possibilità di sviluppare strumenti economici e finanziari innovativi che permettano di dare nuovi impulsi a processi di cooperazione che necessitano grandi investimenti.
Dal canto suo, i rappresentanti del Governo italiano hanno manifestato la loro disponibiltà a contribuire allo sviluppo in Venezuela.
Vincenzo Scotti ha dichiarato che l’Italia è interessata a studiare insieme al Venezuela nuove formule per il finanziamento di progetti a lungo termine, incentrati soprattutto al settore petrolifero.
- L’Italia vuole continuare a contribuire allo sviluppo del Venezuela - ha affermato il sottosegretario - e vogliamo che il Venezuela faccia lo stesso, in condizioni d’uguaglianza, reciproco rispetto e, soprattutto, amicizia.
Scotti ha inoltre sottolineato la volontà del Governo italiano di lavorare per la cooperazione industriale e il trasferimento di tecnologia, soprattutto in aree quali istruzione, Università e salute, ricordando il sistema sanitario pubblico esistente in Italia dal 1978.

I gruppi di lavoro
Il primo gruppo è quello della “Cooperazione finanziaria, economica e industriale”, gli altri riguardano tematiche relative all’Energia e di conseguenza all’Ambiente e al Turismo, alle Infrastrutture e ai Trasporti, poi al Lavoro, Salute, Protezione Civile e infine a Cultura, Educazione, Scienza e Tecnologia.
Il tavolo che farà sicuramente la parte del leone sarà quello dell’Energia ma si prevede che anche quello di Ambiente e Turismo desterà molto interesse. A quest’ultimo parteciperanno, oltre ai funzionari del ministero del Turismo, i rappresentanti dell’Ente Acque Sardo (Enas).
Altro tavolo importante, che sarà presieduto dal leghista Roberto Castelli, è quello dedicato alle Infrastrutture ed ai Trasporti. Oltre a tecnici ministeriali e ad altre personalità di spicco integreranno questo tavolo i dirigenti della Ghella, dell’Astaldi, dell’Alitalia e di altre multinazionali del Belpaese: il top delle grandi aziende che operano in Venezuela, alcune delle quali già impegnate in grandi opere di infrastrutture. In primis, la costruzione della rete ferroviaria.
Il terzo gruppo è “Lavoro, Sociale, Sicurezza, Protezione civile”. Un tavolo di lavoro riguarderà sicuramente il tema della Salute. A questo proposito si è già parlato di un “modello italiano” da prendere ad esempio. Per quanto riguarda “Protezione Civile e Sicurezza”, è probabile che oltre alla formazione della polizia e dei corpi destinati alla lotta contro la malavita organizzata e il flagello dei sequestri, si affronti il tema della dotazione tecnologica delle forze dell’ordine.
Lo scorso anno, fu firmato un accordo tra il capo della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso, e il viceministro degli Esteri, Flemming. E’ possibile, quindi, che ci sia una sua verifica ed un aggiornamento.
Stesso discorso per quanto riguarda l’ultimo gruppo, relativo a “Cultura, Educazione, Scienza e Tecnologia”. Nell’ambito della collaborazione scientifica e tecnologica, esiste già un accordo che risale al 1987 che verrà ulteriormente studiato.

Petroleo
Recentemente, parlando con Hugo Chávez durante il programma domenicale ¡Aló Presidente!, numero 358, l’Ambasciatore d’Italia Luigi Maccotta aveva sottolineato che le imprese italiane non sono interessate solo alla costruzione di grandi opere e alla partecipazione al ‘Plan Nacional ferroviario’, ma anche a “scrivere una pagina di amicizia tra i popoli ed i governi dei due paesi”. Dal canto suo, il capo dello Stato aveva manifestato al diplomatico italiano l’interesse a stabilire alleanze con il nostro Paese per ottenere finanziamenti aggiuntivi da destinare alle grandi opere. A questo proposito, aveva menzionato la partecipazione che attualmente ha l’ENI nel complesso della ‘Faja Petrolífera del Orinoco’ ed aveva aggiunto la necessità di nuove formule per promuovere gli investimenti italiani nel territorio.
Nella stessa occasione, il presidente aveva annunciato all’Ambasciatore Maccotta il progressivo incremento di produzione petrolifera, per la quale “si prevede un salto di 300 mila barili giorno di grezzo già a partire dalla fine dell’anno”. Una nuova ascesa si programma poi nel 2014: “un milione di barili al giorno in più - ha spiegato il capo dello Stato - rispetto a quelli prodotti oggi. Formula assunta dagli imprenditori cinesi”.
Chávez, spiegando che “la Cina ha prestato al Venezuela 8 milioni di dollari” e che “stiamo già pagando con il petrolio”, ha espresso il desiderio che con l’Italia si possa applicare una formula simile a quella che il Paese asiatico si accinge a riconfermare per la terza volta.

Precedenti
La prima riunione del Grupo di lavoro del Consiglio Italiano - Venezolano ha avuto luogo a Caracas nel novembre del 2005. In quell’occasione, le delegazioni di entrambi i paesi valutarono le strategie da adottare in aree di cooperazione economica, industriale, finanziaria, delle infrastrutture e dello sviluppo.

giovedì 20 maggio 2010

Il Venezuela che ricostruisce l'Abruzzo terremotato

Il Sindaco Pierluigi Biondi ha visitato la nostra Collettività, autrice della cordata solidale che permetterà la costruzione del Centro Sociale Polivalente intitolato al fondatore della ‘Voce’, Gaetano Bafile. La Comunità: "Le donazioni diventeranno una realtà tangibile"

di Monica Vistali

CARACAS - Il sindaco di Villa Sant’Angelo, Pierluigi Biondi ha incontrato la Collettività italiana del Venezuela per ringraziare della lodevole cordata di solidarietà che permetterà al paesino abruzzese di costruire un Centro Sociale Polivalente. Questo, per iniziativa del primo cittadino, sarà intitolato al fondatore de ‘La Voce d’Italia’, l’aquilano Gaetano Bafile.
Presenti all’incontro di sabato nel salone del Centro Italiano Venezolano di Caracas, i rappresentanti del Civ, della Fondazione Abruzzo Solidale, del Gruppo dei 15, dell’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo e del nostro Giornale, che insieme a numerosi connazionali hanno dato il loro contributo alla ricostruzione dell’Abruzzo terremotato.
Dopo balli folkloristici italiani e venezolani, tra cui una tarantella messa in scena dal gruppo Arlecchino, ha aperto la serata il presidente del Centro Italiano Venezolano di Caracas, Mario Chioavaroli.
Ricordando ai presenti le ragioni della nascita del Civ, "costruito con tanti sforzi e la consapevolezza che avevamo bisogno di una casa comune dove ritrovarci, stare insieme", il presidente ha sottolineato l’importanza di un luogo da cui iniziare a ricostruire il tessuto sociale degli abruzzesi, che con il terremoto hanno perso le loro piazze, i loro parchi giochi, i loro bar di paese.
Chiavaroli ha poi lasciato la parola a Tina Di Battista, che ha ripercorso insieme ai presenti il cammino che ha portato alla progettazione del Centro Sociale Gaetano Bafile.
Con supporto multimediale, la presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo ha iniziato mostrandoo la pagina della ‘Voce’ del 7 aprile, con cui si lanciava per la prima volta l’idea di una sottoscrizione popolare pro-Abruzzo. Ha poi ricordato il programma di raccolta fondi promosso in pochi giorni dal Civ in collaborazione con AbrMolVen: la Santa Messa, il Gran Concerto, la cena solidaria, lo spettacolo teatrale, la salsicciata... tutto organizzato in fretta per raccogliere i fondi il più presto possibile e rientrare così nei tempi previsti dall’out out dell’Ambascita. A questo proposito, ha menzionato gli sforzi dell’Ambasciatore Luigi Maccotta per ottenere da Cadivi il cambio preferenziale per i bolivares raccolti.
- Dicono che gli italiani, insieme, sono un disastro - ha affermato Di Battista -. Beh, il post-Abruzzo ha dimostrato il contrario. Abbiamo saputo lavorare in congiunto e il risultato, presto, si potrà toccare con mano. Abbiamo riscattato l’italianità.
Sul palco, Amedeo di Lodovico ha ringraziato in primis il Sindaco Biondi per aver mantenuto la sua parola ed aver incontrato la nostra Collettività. Si è poi rivolto all’associazionismo ed ai singoli cittadini lodando le numerose iniziative svolte, soffermandosi in particolare sul gruppo di imprenditori ed industriali ‘I 15’ il cui contributo ha meritato una menzione d’onore particolare.
- I membri delle associazioni, il presidente del Civ, il direttore de La Voce... sono abruzzesi. I ‘15’, però, sono soltanto ‘amici’ di abruzzesi - ha specificato Di Lodovico -. Il loro ‘anonimo’ apporto (80 mila BsF, ndr) è sinonimo di buon cuore e grande generosità.
Il presidente della Fondazione ha poi spiegato ai presenti le ragioni del suo viaggio in Abruzzo e l’incontro con il primo cittadino di Villa Sant’Angelo.
- Ho percorso in lungo e in largo tutta l’Aquila - racconta - per trovare un progetto che rispondesse al vero desiderio degli italovenezolani: vedere le loro donazioni concretizzarsi in una realtà tangibile. In passato, infatti, alla fine non si sapeva mai dov’erano finiti i soldi. Poi Oreste De Matteis, un amico italovenezolano incontrato per caso, mi ha fatto conoscere il Sindaco. E con lui l’idea del centro aggregativo che in Venezuela hanno subito approvato.
Scherzosamente, ma non troppo, Di Lodovico ha subito avvertito il Sindaco:
- Niente scherzi, ogni qualvolta ci sia possibile verremmo a verificare come procedono i lavori.
Una ‘minaccia’ reale, dato che alcuni membri de ‘Los 15’ sono già stati in loco.
In un breve intervento, il direttore Mauro Bafile ringraziava a nome dello staff della ‘Voce’ e della famiglia, l’omaggio reso dal Sindaco alla memoria del fondatore.
Un video illustrativo del paesino di Villa Sant’Angelo, 450 abitanti arroccati sulle montagne dell’Aquila, ha infine aperto il discorso del Sindaco Pierluigi Biondi.
- La patria non è un confine geografico - ha spiegato - ma un sentimento dello spirito. Ci si sente fratelli italiani a qualsiasi latitudine, e il vostro aiuto lo ha dimostrato.
Poi, facendo riferimento al Centro Italiano Venezolano, sorto nel 1964, ha proseguito:
- Questo Centro vi ha visto e vi vedrà sempre come componente presente della comunità. Se siete riusciti a costruire tutto questo in una terra dove eravate stranieri, ce la farete sicuramente a vedere i frutti dei vostri sforzi anche in Abruzzo.
Il primo cittadino ha fatto il punto su alcuni record che, talvolta purtroppo, vanta Villa Sant’Angelo.
In primis il tragico podio per quanto riguarda il rapporto tra numero di vittime e totale abitanti, guadagnato con la tragica morte di 17 persone nel terremoto del 6 aprile. Triste primato che fa da contrappeso al fatto che Villa Sant’Angelo è stato il primo comune ad inaugurare una scuola nel ‘cratere’ (la zona più devastata dal terremoto, ndr) ed il primo a non avere più sfollati all’interno dei propri confini, grazie soprattutto al contributo della Regione Trentino.
- Dopo il 6 aprile - racconta - tutti sono scappati. Era facile: solo 50 chilometri per avere un’altro panorama, provare a dimenticare tutto. C’era il grande rischio, insomma, che il tessuto sociale si sgretolasse. Ma noi incitavamo a restare, a ricostruire. E ci siamo riusciti. Prima le case, poi la scuola, la Chiesa ed oggi il Centro Aggregativo. Dopo la tragedia e la dispora iniziale, ci siamo resi conto che la grande sfida era quella di ricostruire il tessuto ricreazionale degli aquilani. Perché una comunità - spiega - non è fatta solo di cose.
Il Centro Sociale Polivalente Gaetano Bafile, come ha illustrato il Sindaco attraverso una serie di planimetrie, sarà una ‘casa delle associazioni’ dove la gente potrà incontrarsi, assistere alle recite dei bambini, giocare a tombola a Natale. Sarà a struttura modulare che permetterà di separare ed unire a piacimento la sala conferenze, l’area aggregativa e la sala di lettura, per un totale di 322 mq.
Come già annunciato, sorgerà al lato del parco in cui si trova la statua dedicata al musicista Piero Pezzuti, autore dell’Inno di Caracas e padre dell’attuale Assessore comunale, nata nella capitale venezolana e tornata poi in Abruzzo.
- Prima del terremoto i rappresentanti di Villa Sant’Angelo si erano riuniti con l’Aquila ed altri Comuni per un progetto che portasse il nome di Gaetano Bafile. Poi il terremoto ha stravolto ed interrotto qualsiasi agenda. Questa - ha concluso il Sindaco - credo sia l’occasione perfetta per riprendere intenzioni lasciate in sospeso.

mercoledì 19 maggio 2010

Riformata la 'Ley contra Ilícitos Cambiarios’. Il destino delle pensioni italiane in Venezuela

Dopo la parziale riforma alla Ley - che vieta il 'cambio negro' - gli anziani che ricevono un vitalizio italiano dovranno passare per il 'cambio ufficiale'. Come tutti gli altri. Risultato? Pensioni dimezzate.
CARACAS - La riforma parziale della ‘Ley contra Ilícitos Cambiarios’, approvata dall’Assemblea Nazionale e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale di lunedì, ha scatenato il panico tra chi, in Venezuela, riceve una pensione italiana. Con la riforma, infatti, i nostri anziani non beneficieranno più della figura giuridica della ‘permuta’ che permetteva loro di ottenere un differenziale maggiore tra euro e bolìvares. Costretti ora al cambio ufficiale, i pensionati vedranno quindi dimezzate le loro pensioni reali.
Qualcuno è rassegnato in partenza; altri, invece, meno pessimisti, sono convinti che prima o poi una soluzione si troverà. E’ questo il caso del nostro Console Generale, Giovanni Davoli.
Certamente, come afferma alla Voce il coordinatore del Patronato Inca di Caracas, Gianni Di Vaira, si tratta di “una legge sovrana dello Stato venezolano”. Meno convincente, o quanto meno troppo negativo, ci sembra quando afferma:
- Nessuno può fare nulla. Nessuno può contestare la riforma o intervenire nella decisioni del Governo.
Certo, sarà difficile per il dottor Di Vaira spiegare agli anziani che “adattarsi è l’unica soluzione”, o semplicemente consigliare loro di “rivolgersi allo Stato venezolano”. I pensionati, probabilmente, non accetteranno liquidazioni di comodo; nè capiranno perchè i patronati ancora non si sono incontrati per discutere azioni comuni.
- Non ci siamo ancora riuniti - sostiene Di Vaira - perchè non ha senso farlo.
Maria Teresa Mastromatteo, coordinatrice del Patronato Inas di Caracas, è più cauta. Lamentando che la nuova normativa sia arrivata all’improvviso, spiega che oggi le possibilità offerte nel panorama pensionistico sono principalmente tre: rassegnarsi ad utilizzare il cambio ufficiale, farsi consegnare la pensione con un assegno in euro o attendere un mese, come ha prospettato Italcambio, sperando in nuove modalità di protezione dei connazionali. Vie, queste, difficilmente percorribili.
Come illustra Mastromatteo, con l’assegno in euro, non traferibile e della durata di tre mesi, non si potrebbe che sfociare nell’illegalità. L’attesa di un mese, invece, è impraticabile per chi, come tanti nostri anziani, “con la pensione sopravvive solamente”. La coordinatrice, infatti, spiega che “il costo dei farmaci è alto” e spesso “si tratta di anziani già da tempo abbandonati dal Governo italiano”. Questi hanno bisogno di un “trattamento di favore in materia pensionistica perchè non sono supportati” con diverse modalità, come nel caso di tanti altri Paesi.
L’ultima scorciatoia per i nostri pensionati sarebbe quella di utilizzare un conto aperto all’estero che, comunque, richiede uno sforzo, un’organizzazione e un budget finanziario di cui non dispongono la maggior parte degli anziani italiani.
Per beneficiare ancora di una corsia preferenziale bisognerebbe “coinvolgere le autorità diplomatiche, l’Ambasciata d’Italia, riunire le forze per avere una voce comune”, come suggerisce Salvatore Giordano, Direttore Responsabile del Patronato Enas di Caracas.
Convinto come tanti che probabilmente è “prematuro” preoccuparsi eccessivamente o prendere decisioni affrettate, di qualunque tipo, Giordano è certo della necessità di “un tavolo di lavoro comune, comprensivo dei vertici e delle parti interessate” nel caso la riforma non preveda aggiustamenti.
L’IVSS (Istituto Venezolano di Previdenza Sociale) potrebbe “avvallare queste necessità primarie” e “fare pressione perchè gli italiani ottengano un trattamento particolare”. In caso contrario, suggerisce Giordano, si dovrebbero cercare “smagliature nel nuovo assetto della legge”, consapevoli però che “Italcambio ora è un soggetto passivo di sanzioni e pene”. Sarebbe quindi più che auspicabile, afferma sempre il coordinatore dell’Enas, trovare una soluzione a quello che oggi si presenta come un problema per tanti nostri connazionali. Il panorama attuale, spiega, “mostra come la materia pensionistica sia il nervo scoperto dell’Italia”.
Giordano, in fondo, si dimostra speranzoso nel buon esito delle eventuali future trattative e aspetta le ultime notizie da Italcambio o dal Governo, in arrivo forse per questo fine settimana.
Ottimista anche il Console Generale di Caracas, Giovanni Davoli. Il diplomatico è convinto che i tempi siano prematuri; ciononostante, già da qualche giorno è in contatto con Italcambio e si riunirà presto con i suoi vertici per “avere elementi più chiari”.
- Con Italcambio non abbiamo firmato un ‘contratto matrimoniale’ - sottolinea -. Quindi, posso affermare con certezza che si troveranno la soluzione e l’accordo più convenienti per i connazionali.