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lunedì 31 ottobre 2011

Ancora contro Rai Internazionale...

Di Monica Vistali

CARACAS - Un nuovo commento a Rai Internationale per la puntata "Venezuela violento" di Italia chiama Italia. A scrivere è questa volta Giulio Santosuosso, residente a Caracas, professore universitario ed autore di numerosi saggi. Santuosso, scrivendo a "Domani" di Maurizio Chierici, titola il suo critto "Rai International peggio di Minzolini: “Ogni giorno a Caracas uccise 6 mila persone”, 2 milioni e 190 mila l’anno (invenzione di un massacro per diffamare Chavez)". Di seguito il testo:

Cara Rai International, molti italiani vi hanno scritto mostrando il loro sdegno per la vostre stupidaggini, perché vi hanno preso sul serio, senza rendersi conto che siete degli analfabeti funzionali. Se la presentatrice Benedetta Rinaldi ricordasse le quattro operazioni elementari che studió quando era ragazzina (supponendo sia andata a scuola… perché il suo analfabetismo é realmente incredibile!) potrebbe fare facilmente un piccolo conto. Se fosse vero che Caracas registra 6000 morti amazzati ogni giorno, significherebbe che:
  • in un anno: 365 x 6.000 = 2.190.000
  • in tre anni capitale spopolata
Benedetta, non diventare rossa per la vergogna… Se stesse in Venezuela, la potremmo mandare alla Misión Robinson, dove gli analfabeti apprendono a leggere, scrivere e fare le moltiplicazioni. Peró sta in Italia, mostrando in modo drammatico quello che io chiamo la morte di Occidente, da cui me ne scappai 43 anni fa, nonostante fossi assistente, nell’Universitá La Sapienza, del professor Lucio Lombardo Radice.
E non mi sono mai pentito di essermene scappato da quel paese in via di sottosviluppo, per venire al Paese che piú di ogni alto sta lottando per costruire un mondo piú giusto. Supponendo che sapete leggere spagnolo, potete entrare in http://www.ciudadccs.org.ve (é un giornale di Caracas) e se scrivete in Buscar il mio cognome vi appaiono tutti gli articoli che ho pubblicato in questo giornale, in alcuni dei quali parlo dell’analfabetismo funzionale di occidente.

I post delle puntate precedenti:
http://monicacaracas.blogspot.com/2011/10/rai-international-parla-del-venezuela.html
http://monicacaracas.blogspot.com/2011/10/venezuela-violento-rai-internazionale.html
http://monicacaracas.blogspot.com/2011/10/ancora-critiche-dagli-italo-venezuelani.html

Hiperespecialismo, puntillismo y algo más... con due italo-venezuelani

di Monica Vistali

CARACAS - “Hiperespecialismo, puntillismo y algo más” è il titolo dell’esposizione degli artisti italo-venezuelani Leonardo Gerulewicz Vannini e Vincenzo Castaldo che sarà inaugurata questo giovedì alle 16 negli spazi della Casa della Cultura Oswaldo Pérez Perazzo (Calle Sucre, Casco central di baruta, Caracas).
Leonardo Gerulewicz Vannini, ex allievo del pittore Mercedes Pardo, ha esposto e ricevuto numerosi premi sia in Venezuela che in Italia. La tecnica artistica è quella del puntinismo e si caratterizza per l’utilizzo di colori intensi. Classe 1963, da diversi anni impartisce corsi di pittura presso l’Associazione nazionale contro la paralisi cerebrale (Anapace) ed è stato promotore di varie esposizioni di opere prodotte da persone ‘diversamenti abili’.  Ha partecipato alla Mostra di opere di persone speciali presso il Museo Jacobo Borges.
Il napoletano Vincenzo Castaldo, classe 1948, esprime il suo modo di percepire la libertà attraverso l’arte, collocando l’uomo al centro dell’universo. Affronta i problemi esistenziali, le ipocrisie sociali, i valori e gli antivalori che dominano la società, giungendo alla conclusione che probabilmente il cammino dell’essere umano attuale non procede verso un mondo migliore. La sua denuncia è ricerca della verità: “denuncismo matematico”, così lo denomina l’artista e sa esprimerlo in una serie intitolata “Teorema di Pitagora”. Castaldo dice: “Che bella l’opera d’arte che emoziona i sensi, ma quanto più bella quella che emoziona l’anima e la fa meditare".
Quella di ‘Leo’ è una famiglia dai nomi conosciuti. Il fratello Gerardo è un famoso pianista e compositore, la madre Maria Teresa è scrittrice.
La mostra resterà apera sino al 21 novembre. Per maggiori informazioni: 0412.3661255 oppure 04141190626.


Lotta ai disagi psichici dei giovani, ristrutturato il centro Smile grazie agli abruzzesi del Venezuela

CARACAS - Lo scorso 21 ottobre la Federazione delle Associazioni abruzzesi in Venezuela ha inaugurato ufficialmente all’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila la sede ristrutturata dello “Smile” (Servizio di monitoraggio e intervento precoce per la lotta agli esordi della sofferenza mentale e psicologica nei giovani) ed ha consegnato le borse di studio agli operatori che vi lavorano e ad alcuni utenti. Il tutto grazie alla somma raccolta dai corregionali oltremare in favore della popolazione colpita dal sisma del 6 aprile 2009, ben 72 mila euro.
Si tratta di  una Unità Operativa Semplice (UOS) della ASL 01 inclusa all'interno della Unità Operativa Complessa (UOC) di Psichiatria diretta dal professor Massimo Casacchia, ed è una delle Unità Operative del Dipartimento di Salute Mentale coordinato dal dott. Vittorio Sconci.
Gli operatori di “Smile” (personale medico, infermieristico e universitario) non hanno mai interrotto la loro attività psico-sociale, presenti fin dalla prima emergenza in strutture provvisorie accanto ai giovani terremotati, operando direttamente nelle tendopoli ed offrendo la loro disponibilità professionale e specialistica. Dopo il terremoto è progressivamente aumentato il numero di utenti che si sono rivolti allo “Smile”, in funzione degli accresciuti bisogni della popolazione e dell'emergere di nuove patologie (per esempio quelle dello spettro post-traumatico), prima del sisma pressoché assenti nel territorio.
- Siamo felici e lusingati che i nostri corregionali in Venezuela e il commissario Chiodi, attraverso la mediazione dell'avv. Morgante, abbiano deciso di destinare alla nostra Unità Operativa la raccolta delle loro donazioni, ed il prodotto della loro generosità - ha dichiarato il dottor Pollice, responsabile del Centro “Smile - Il nostro lavoro - ha proseguito - dopo il 6 aprile 2009 è quadruplicato, in funzione del clima pervasivo di sofferenza psicologica che, in seguito all'evento sismico e alle sue conseguenze, ha colpito gran parte della popolazione aquilana, come segnalato più volte anche attraverso pubblicazioni scientifiche edite su riviste specialistiche internazionali. Finalmente – concluso Pollice - grazie alla sensibilità del Commissario Chiodi e del presidente delle Associazioni Civili Abruzzesi in Venezuela, Johnny Margiotta, abbiamo ricevuto un sostegno concreto che ci ha permesso di proseguire ed implementare la nostra attività. Insieme a loro riteniamo che la ‘ricostruzione dell'anima’ delle persone debba essere un passaggio preventivamente obbligato, quantomeno uguale al ripristino urbanistico della città.
A Pollice ha fatto eco Antonio Morgante, responsabile della segreteria del Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila, Gianni Chiodi, ricordando che “da marzo del 2009 ad aprile del 2010 gli utenti dell’Unità Operativa della Asl dell’Aquila sono passati da 245 a 2.613”.
Presenti alla cerimonia i tre rappresentanti della Federazione venezuelana, Maria Gabriella Marcacci, Mirtha D'Astolfo e Johnny Margiotta (Esecutivo giovane del CRAM per l'America latina).
- E’ nostro dovere aiutare l’Abruzzo – ha dichiarato Margiotta - Dietro a questa iniziativa ci sono tanti abruzzesi che hanno a cuore la regione dove sono nati. Il nostro impegno concreto è rivolto in particolare ai giovani, che rappresentano il futuro della società.
Il centro “Smile” è nato nel 2005 grazie alla collaborazione congiunta della Asl dell'Aquila e della Facoltà di Medicina e Chirurgia del locale Ateneo.

Per guardare i video:

Festival Gourmet Internacional, l’Italia protagonista della prima edizione

Mauro Uliassi
Massimo Bottura

di Monica Vistali
CARACAS - Si è concluso domenica il Festival Gourmet Internacional 2011, la kermesse organizzata dal gruppo Confex che per quattro giorni ha trasformato i 5 mila metri quadri del Centro Internacional de Exposiciones de Caracas (Ciec) nell’epicentro della gastronomia multiculturale del Venezuela. Ospite d’onore di questa prima edizione: l’Italia, culla della buona cucina che proprio quest’anno celebra i 150 anni della sua unificazione.
Più di cento imprese espositrici si sono raccolte al Festival Gourmet, caratterizzatosi per le numerose degustazioni di vino (ben 50) e le interessanti lezioni di alta cucina (25). Per il pubblico, anche l’esposizione di piatti e stuzzichini, vini, distillati e prodotti artigianali gourmet, oltre ad attrezzature e strumenti per uso personale o per le cucine dei ristoranti.
Direttamente dall’Italia sono arrivati come invitati speciali gli chefs Massimo Bottura e Mauro Aliassi, patrons di ‘Osteria francescana` (Modena) e ‘Ristorante Aliassi’ (Senigallia) rispettivamente, entrambi decorati da due stelle Michelin. I due italiani, i cui nomi fanno capolino nelle prime posizioni di prestigiose guide quali S. Pelliegrino e Espresso, hanno condiviso le proprie conoscenze e la propria esperienza con il pubblico e con gli aspiranti chef presenti in magistrali seminari.
Sonostate a carico di Mauro Aliassi le conferenze “Passione, investigazione e sperimentazione” e “Immaginazione e tradizione”, mentre “L’arte dei sensi” e “La cucina come specchio della realtà” sono state tenute da Massimo Bottura.
La tradizione della gastronomia italiana “riflette la varietà culturale delle sue regioni così come la diversità della sua storia” si legge nel libretto illustrativo del Festival, cui ha collaborato l’Ambasciata d’Italia e la Camera di Commercio Venezuelana-italiana (Cavenit). Inoltre, “è portavoce della riconosciuta ‘Dieta mediterranea’, nel 2010 dichiarata dall’Unesco ‘Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità’. Nella gastronomia italiana la dedizione, la passione e l’amore sono gli ingredienti che fanno della cucina l’arte che delizia il palato e il resto dei sensi, ed allo stesso tempo genera allegria e promuove l’unione familiare”.
Il gruppo Confex organizza eventi da ben 27 anni, in Venezuela come in Colombia, Perù e Stati Uniti.

Ancora critiche dagli italo-venezuelani alla puntata 'Venezuela Violento' della Rai


 Qui di seguito un'altra lettera diretta al programma "Italia chiama Italia" di Rai Internazionale, dopo la trasmissione della puntata "Venezuela violento" dedicata al tema dell'insicurezza nel Paese latinoamericano. A scrivere è un italiano residente da anni in Venezuela. 
Qui i link delle 'puntate precedenti':


Ho avuto la fortuna di non vedere la trasmissione di Italia Chiama Italia, trasmessa il 5 ottobre scorso da RAI International; ma purtroppo ho letto la protesta che il signor Giuseppe Tramonte vi ha spedito, protesta che mi è stata fatta arrivare tramite un amico sempre attento alle menzogne che contro la mia Patria si fanno circolare in Italia.
Signori (si fa per dire educatamente), sono figlio di un emigrante italiano che ha perso una gamba durante la seconda guerra mondiale difendendo la sua Patria; da lui ho imparato ad amare la mia Patria come lui amò la sua fino al giorno della sua morte, ho anche imparato ad amare e rispettare la Patria di mio padre come come lui amò e rispettò il paese che gli aprì le braccia e gli diede tutto per costruirsi un futuro per lui e la sua familia oltre che una Patria per i suoi figli.
È per rispetto alla memoria di mio Padre (così con P maiuscola perché lui era un essere umano con tutte le maiuscole) che scrivo queste linee, anche se sono sicuro che ai responsabili faccia tosta di simile escremento giornalistico com’è stata la puntata di “Italia Chiama Italia” del 5 ottobre, non importerà un corno la mia opinione e faranno finta che non esisto.
Come ho gia detto, non ho visto il programma in questione, ma non ho nessuna ragione per dubitare di quello che dice il signor Tramonte perche non è la prima volta che vedo menzogne  contro la mia Patria dette o scritte da certa stampa e certi mezzi radioelettrici di comunicazione; tuttavia, nel supposto negato che il signor Tramonte esagerasse, basterebbe che fosse vero soltanto il dieci per cento di quello che lui dice per poter definire questa puntata di “Italia Chiama Italia” come un pezzo di schifosa diffamazione e ingiuria degna solo di vomitarci sopra. Del resto, credo che il signor Giuseppe ha lasciato ben poco da aggiungere da parte mia, salvo i sentimenti che la sua critica mi ha provocato riguardo al comportamento di questi  delinquenti di “Italia Chiama Italia”, comportamento che è stato avvalato dalla RAI, tutta la quale ne diventa complice al momento che accetta di trasmettere simili menzogne.
Forse il mio linguaggio vi sembrerà troppo forte per i vostri delicati occhi di Europei abituati a pensare di noi latinoamericani come subumani indegni di dirigervi la minima critica, ma credetemi quando vi dico che non è nemmeno la centesima parte di ciò che avrei voluto scrivervi, ma non l’ho fatto solo perché sono troppo educato per portare tanto lontano l’espressione sincera dei miei sentimenti verso gente che disonora l’Italia con le sue menzogne contro paesi e popoli che cercano di costruirsi un futura di libertà e sovranità che ci è stato negato a noi durante tre secoli di colonizzazione europea seguiti da altri due di neocolonizzazione europea e statunitese.
Quando sarete capaci di mandare in Venezuela e in America latina dei veri giornalisti, che abbiano etica e che cerchino sinceramente di avvicinarsi alla verità della nostra Rivoluzione (Insisto! La verità! Perche non ci interessano neanche gli adulatori disposti a vedere solo il lato positivo e negare quello che ancora dobbiamo corregere), potremo scrivere le lodi che mi piacerebbe scrivere sulla televisione della Patria di mio Padre e avere un vero dialogo fra gente disposta a conoscere la verita l’uno su l’altro.
Attentamente ma disgustosamente,
Goffredo Ruscino Visicchio

domenica 30 ottobre 2011

Venezuela violento: Rai Internazionale risponde

di Monica Vistali

CARACAS - Rai Internazionale risponde alle critiche mosse da alcuni italiani del Venezuela alla puntata di 'Italia chiama Italia' dal titolo 'Venezuela violento', (vedi: http://monicacaracas.blogspot.com/2011/10/rai-international-parla-del-venezuela.html).
A Giuseppe Tremonte, che aveva scritto una lettera criticando il trattamento riservato al tema dell’insicurezza in Venezuela, il vicepresidente del canale, Alfonso Samengo, ha spedito il link (http://www.litaliano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2894%3Arai-internazionale-muore-segata-a-meta&catid=37%3Aitaliani&Itemid=441) di un articolo dal titolo "Rai Internazionale muore segata a metà",  relativo al taglio del 50% alla convenzione Rai relativa a Rai Internazionale. Un modo, forse, per dire: "Cari italiani all'estero non lamentatevi del nostro lavoro, siamo senza risorse".
Colonna1: percentuale di vittime di delitto. Colonna2: Percentuale di chi vede la criminalità come problema principale. Colonna3: Proporzione: più il numero è basso, più c'è incongruenza tra l'effettiva diffusione del crimine e la sua percezione. Fonte: Latinobarometro
Si risponde invece così a A Mario Neri, il membro del Circolo Antonio Gramsci di Caracas che aveva inviato a Rai Internazionale un articolo di Domingo Alberto Rangel del quotidiano venezuelano 'Ultimas Noticias', dedicato al tema del rapporto tra la effettiva diffusione del crimine e la sua percezione nei diversi Paesi dell'America latina.

E' vero, Ultima Noticia è il giornale più diffuso. Ma anche uno tra quelli più vicini al regime. Legga invece questo articolo, che riporta dati dell'ONU (che sono quelli che noi riteniamo attendibili):
 http://musibrasil.net/2011/10/omicidi-un-brasile-da-far-west/ Comunque a noi non interessa parlar male del Venezuela, che è un paese che ospita milioni di oriundi italiani. Ci interessa denunciare il malessere che molti italiani vivono. Alcuni di loro li abbiamo intervistati ed hanno parlato di questo malessere. Anche il Console italiano ha parlato dei danni all'immagine del Venezuela  provocati dalla criminalita'. Questa è la verità. Distinti saluti La redazione.

giovedì 27 ottobre 2011

Migranti alla III Fiera dei popoli, fede all’insegna della diversità


di Monica Vistali

CARACAS - Celebrare la diversità culturale delle comunità migranti di Caracas e trascorrere una giornata di allegria all’insegna della fede. Questo l’obiettivo della Fiera dei Popoli organizzata dalla comunità dei Padri scalabriniani che si festeggerà domenica negli spazi della Chiesa Nostra Signora di Pompei della capitale.
Alla Fiera, quest’anno alla sua terza edizione, prenderanno parte migranti provenienti da ogni parte del mondo. Oltre ai latinoamericani - arrivati da Perù, Colombia, Brasile, Cile, Haiti ed Equador - saranno presenti la comunità cattolica siriana e quella anglofona della Missione San Thomas, che raggruppa fedeli originari di Stati Uniti, Canada, Trinidad e Tobago, Nigeria, Guyana, Filippine e Irlanda. Non mancheranno, infine, gli italiani del Venezuela.
La giornata di festa inizierà alle 12 con la celebrazione della Santa Messa dedicata al popolo dei migranti. La funzione sarà animata da interventi e canti realizzati in lingue diverse: spagnolo, italiano, inglese, francese, arabo e haitiano. Sull’altare i rappresentanti delle diverse comunità.
Al termine della funzione, si aprirà un pomeriggio all’insegna del divertimento e delle tradizioni. Ogni comunità offrirà il meglio della propria cucina tipica e del proprio artigianato, oltre ad una prova dei canti e dei balli della loro terra di origine. Scenderà in campo anche il Venezuela, con danze tipiche.
La comunità scalabriniana ha pensato anche a bambini e ragazzi. Per i primi hanno organizzato una serie di giochi e la proiezione del divertente cartone animato “Rio”, mentre per i più grandicelli un torneo di calcio.
Era il 2 ottobre 1958 quando Padre Giovanni Simonetto mise piede per la prima volta in Venezuela, segnando la presenza del primo missionario scalabriniano in questa terra. Fu il fondatore della ‘Misión Católica Italiana’ con la costruzione della Chiesa Nuestra Señora de Pompei.
Oggi i Padri scalabriniani sono presenti in 29 Paesi nei cinque continenti (in Sud America li troviamo anche Argentina, dal 1940, dal ’51 in Uruguay e dagli anni ’70 in Paraguay e Colombia). Organizzano ogni anno la Fiera dei popoli a Roma, Bogotà e Caracas, in Messico ed in Brasile.
La Chiesa Nostra Signora di Pompei di Caracas si trova in Avenida San Miguel, Alta Florida. Dalle ore 10.30 trasporto gratuito dalla fermata del metrobus nella stazione metro di Plaza Venezuela.

L’On. Porta (Pd) a Caracas tra futuro e tradizione. Incontri con la collettività italiana


Il parlamentare del Pd eletto in America Meridionale interverrà al ‘I Congresso di Fegiv’ a Valencia per poi incontrare i connazionali al CIV di Caracas e forse partecipare alla ‘Grande cena campana’
di Monica Vistali

CARACAS - L’onorevole Fabio Porta, parlamentare del Partito Democratico eletto in America Meridionale, sta in queste ore sorvolando l’Oceano per raggiungere il Venezuela, dove sono in calendario per domani numerosi incontri tra il deputato e la collettività italiana del Paese sudamericano.
Si inizia in mattinata, alle ore 9, quando Porta - che è anche vice Presidente del Comitato permanente della Camera dei Deputati per gli italiani all’estero - interverrà al primo Congresso dei giovani italo-venezolani organizzato da FEGIV (Federazione dei Giovani italo-venezuelani) per illustrare ai giovani oriundi come è organizzata e come funziona la collettività italiana in Venezuela.
L’incontro, battezzato “Jovenes de hoy, imprenditori di domani”, si terrà sabato e domenica nel salone eventi del Centro Impresariale World Trade Center di Valencia, stato Carabobo, e si svilupperà in una serie di brevi conferenze tenute dai rappresentanti delle realtà italiane in Venezuela tra cui il Console generale Giovanni Davoli; la Console di Caracas, Jessica Cupellini; il presidente della Camera di Commercio venezolano-italiana (Cavenit), Giorgio Trevisi; la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Luigina Peddi. In programma, inoltre, gli interventi della presidentessa onoraria della Dante Alighieri in Venezuela, Margherita Cavani; del Comites di Maracaibo, Rosario Puleo; del patronato Inca, Giovanni Di Vaira, il direttore del quotidiano italo-venezuelano La Voce d'Italia, Mauro Bafile mentre a rappresentare la Federazione delle associazioni italiane in Venezuela (Faiv), il presidente Mariano Palazzo e il fondatore Salvatore Pluchino.
- Mi confronterò con le giovani generazioni - annuncia Porta - senza tralasciare le problematiche e le aspettative degli adulti e degli anziani, vero e proprio orgoglio dell’Italia in Venezuela.
Il deputato del Pd, infatti, dopo il Congresso di Fegiv rientrerà a Caracas per un incontro con la collettività in programma alle ore 18 nella Sala Gaetano Bafile del “Centro Italiano Venezolano”.
Ancora da confermare la presenza del parlamentare alla “Grande Cena Campana” organizzato dall’Associazione Campana che si terrà, sempre nella serata di sabato, nel Salón Italia del club.

mercoledì 26 ottobre 2011

Puntano la pistola contro la figlia, italiano muore d’infarto davanti ai ladri

La zona di Valle-Coche a Caracas

di Monica Vistali

CARACAS - Non ha retto quando il ladro ha puntato una pistola alla tempia della figlia minacciando di ucciderla, ed è morto stroncato da un infarto. Così è finita a Caracas la vita di un commerciante di origine italiana, Piero De Agostini, 62 anni.
Erano le 10 e mezza di lunedì notte quando un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella casa del connazionale, nella zona F di Coche, con l’intenzione di commettere un furto. La famiglia, che in quel momento si trovava nell’abitazione, è stata immobilizzata e imbavagliata. Uno degli uomini, per intimidare le vittime, ha puntato la pistola alla testa della figlia di De Agostini, minacciandola di morte. Provocando, però, solo l’improvviso decesso del padre.
Davanti alla morte del connazionale ed alla disperazione dei suoi famigliari, i ladri sono fuggiti lasciando legate le loro vittime e portando con loro solo un televisore al plasma ed alcuni oggetti.
I cittadini residenti di Coche hanno protestato per strada la notte stessa e la mattina seguente chiedendo maggior sicurezza, sostenendo che la banda che ha colpito in casa De Agostini è fortemente attiva nella zona.

Cuba: 187 sì e 2 no all'Onu, ma il bloqueo continua

di Monica Vistali

CARACAS - L'ambasciatore cubano in Venezuela, Rogelio Polanco ha ringraziato il popolo venezuelano e il presidente Hugo Chavez per la costante solidarietà dimostrata a Cuba nella lotta contro l'embargo che gli Stati Uniti applicano all'isola caraibica dal 1962 e che ieri è stato, per la 20esima volta, condannato dalle Nazioni Unite. Le dichiarazioni sono state rilasciate durante un contatto telefonico con il programma 'Dando y Dando' di Venezolana de Televisión.
La risoluzione dell'Onu contro il blocco economico degli Stati Uniti  a Cuba ha ottenuto 187 voti favorevoli e due contrari (Usa e Israele), con tre astenuti (Marshall, Micronesia e Palau) e la mancata votazione di Libia e Svezia. Lo scorso anno i voti a favore erano stati 187.
Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez ha accusato l'amministrazione Usa di aver intensificato le restrizioni commerciali ed economiche con l'isola nei recenti anni.
L'ambasciatore del Venezuela davanti all'Onu, Jorge Valero ha giudicato "vergognoso"  il fatto che lo stop all blocco rimanga "inascoltato anno dopo anno da chi viola costantemente la legalità internazionale"ed ha ribadito il "deciso rifiuto del Venezuela all'applicazione di qualsiasi misura unilaterale con effetto extraterritoriale che violi le norme ed i principi del diritto internazionale". Inoltre, ha chiesto la liberazione dei '5 prigionieri cubani' che il governo statunitense tiene dietro le sbarre da più di dieci anni (poco tempo fa laliberazione del primo prigioniero, ora in libertà condizionata).

Feria Internacional de La Habana, l'Italia cerca di aumentare i rapporti economici con Cuba


L'AVANA - Alla Feria Internacional de La Habana 2011 (FIHAV), che avrà inizio il 31 ottobre, l'Italia sarà maggiormente rappresentata rispetto agli anni passati, secondo quanto anticipato a 'Prensa latina' dall'Ambasciatore italiano a Cuba, Marco Bacci.
Il padiglione italiano occuperà per questa edizione 780 metri quadrati e ospiterà 67 imprese della penisola dei settori: costruzioni, salute, alimentazione, telecomunicazioni, petrolio, macchinari per l'industria, turismo, tra gli altri. Settori, spiega Bacci, dove "tradizionalmente l'Italia è presente come socio economico di Cuba" (l'Italia è il 7mo socio commerciale dell'Isola caraibica, il 2do in Europa dopo la Spagna e il 4to Paese con riferimento alla presenza di imprese miste).
Il diplomatico ha ricordato a Prensa latina il ruolo del Comité Empresarial Cuba-Italia, sorto a marzo di quest'anno, ed ha annunciato che dopo la fiera si realizzerà a L'Avana la seconda riunione di questo comitato misto.
Bacci valuta positivamente le prospettive di sviluppo economico e commerciale dell'Italia con Cuba ed è convinto che "le iniziative che sta prendendo il governo cubano" possano "favorire un approfondimento dei legami commerciali" tra i due Paesi.  

martedì 25 ottobre 2011

Rai International parla del ‘Venezuela violento’, un connazionale: “Mix di verità mezze menzogne e menzogne”


Di Monica Vistali

CARACAS – “Venezuela violento”. Questo il titolo della puntata interamente dedicata al tema dell’insicurezza in Venezuela che lo scorso 5 ottobre ha aperto la stagione del programma di Rai International “Italia chiama Italia”. Scatenando qualche critica.
La presentatrice Benedetta Rinaldi, nella puntata seguente, afferma di aver ricevuto tante e-mail di gradimento, ma non parla della e-mail inviata il 7 ottobre dall’italo-venezuelano Giuseppe Tramonte, in cui l’oriundo accusa il programma di aver trattato l’argomento dell’insicurezza in Venezuela in modo superficiale, senza contradditorio, senza citare le fonti delle cifre diffuse. Insomma, di aver “disegnato un paese Canaglia, un paese fallito, un paese dove siamo tutti delinquenti pronti a amazzare senza motivo, magari un paese candidato ad essere intervenuto militarmente dalla Nato, per portare giustizia, pace e democrazia. E forse questa è la vera idea della trasmissione”.
Tremonte - nel suo scritto - riporta che durante la trasmissione il caporedattore Maurizio Crovato, inviato di ‘Italia chiama Italia’, ha spiegato che  “Caracas, con 6 milioni di abitanti, è la città più violenta del mondo ed esprime una cifra: ogni giorno si commettono 100 omicidi ogni 100.000 abitanti”. Quindi, continua il connazionale, “secondo le cifre di questo signore Caracas registra 6000 morti amazzati ogni giorno” ma “logicamente si scuda dicendo che le autorità venezolane non offrono cifre ufficiali”. E si chiede: “E allora? Come fa lui a parlare di queste cifre? Chi gliele ha riferite? Sono forse una invenzione?”.
Secondo quanto riporta Tremonte, la conduttrice si mette poi in contatto con la città di Maracaibo, nell’ovest del Paese, e intervista Johnny Margiotta (consigliere Cram per l'America latina) presentandolo erroneamente come “Presidente del Comites in Caracas”. L’intervistato corregge la conduttrice, precisando di essere in realtà presidente di una associazione di giovani imprenditori italo-venezuelani (anche se Agiv, di cui è presidente, non è una associazione di imprenditori).
- Il signor Margiotta accompagna la narrazione del giornalista Crovato - racconta Tremonte nella lettera - il quale dice che ‘in Venezuela se ad un ragazzino gli piacciono le tue scarpe semplicemente ti ammazza per rubartele’. Fa poi accuse pesanti sulle autorità bancarie affermando che tutti, dal direttore della Banca fino agli impiegati, forniscono informazioni sui conti bancari degli italiani alle bande di sequestratori. Il tutto - precisa Tremonte - senza fornire un straccio di prova. E proseguono sostenendo che i poliziotti nascono nella stessa favela dei malviventi e sono collusi con loro, ugualmente senza fornire dati, statistiche o prove.
Dopo il servizio, racconta ancora il critico connazionale, spunta un italiano il quale afferma che in Venezuela è scoppiata l’intolleranza e la xenofobia e riporta un presunto articolo di giornale (probabilmente il ‘Correo del Orinoco’ in quanto si parla di “un giornale di Bolivar”) in cui si sosteneva che i figli degli italiani erano tutti delinquenti. Secondo questo governo, sosteneva l’intervistato, essere figlio d´italiano è un delitto.
- Quando e dove hanno publicato una cosa simile? - si chiede Tremonte - Quale funzionario del governo ha fatto questa dichiarazione? Come si spiega che un governo che presuntamente fa queste dichiarazioni contro i figli degli italiani, ha proprio un figlio d´ítaliani come Jorge Giordani come ministro dell’Economia? Come spiegate che in un paese xenofobo il ministro dell´Interno e della Giustizia è figlio di libanesi? Come spiegate che la governatrice della regione Falcon è anche lei figlia d’Italiani ed appartiene al partito di governo? Potrei nominare decine di alti funzionari di questo governo - dichiara - che sono oriundi italiani.
Prosegue Tremonte:
- Il servizio finisce con una signora del Comites che dice che gli italiani si sono fortemente impoveriti negli ultimi anni al punto di non poter mangiare o pagare il bus per recarsi in consolato per farsi aiutare. Continua afermando che la maggioranza degli italiani in Venezuela non si sono ben inseriti nel paese e molti nemmeno sanno leggere e scrivere, tutto – ci tiene a precisare - sempre senza offrire alcuna statistica o informazione ufficiale.
E allora, si chiede Tremonte:
- Come spiegate i sequestri d´italiani, se questi ultimi sono poveri e analfabeti?
Per il connazionale, insomma, Rai International è stata promotrice di un servizio “poco etico”, dove è stato “mostrato solo un aspetto, il piu negativo” che è stato “magnificato mescolando verità, mezze verità e molte menzogne”. Un servizio fatto “senza intervistare nessun funzionario del governo, nessun ufficiale di polizia, nessun direttore di banca”, ma contenente pesanti accuse a questi settori.
Tremonte dà quindi la sua personale visione del Venezuela:
- Non nascondo che abbiamo forti probblemi di violenza ed insicurezza, problemi che principalmente derivano dal fatto che confiniamo con un Paese in guerra civile da 50 anni, la Colombia, dove la mafia e i narcotraficanti governano il Paese, tutelati dalla prima potenza del mondo. In Venezuela abitano molti Italiani e molti oriundi che lavorano onestamente e danno il loro contributo costruttivo per la soluzione dei probblemi. Abbiamo guadagnato il rispetto della società intera di questo Paese, venezuelani e italiani qui siamo fratelli, conviviamo in armonia al punto che non esistono problemi di xenofobia come è stato riferito, in questo Paese è una cosa normale vedere seduti ad uno stesso tavolo un musulmano, un ebreo ed un catolico bevendo un caffé e parlando di sport e politica. Cosa che vedo con molta difficoltà succedere in Italia.
L’italiano chiude la lettera spedita, senza risposta alcuna, a ‘Italia chiama Italia’ sperando in una rettifica che possa “far vedere la vera bontà di questo bel Paese”.

Un secondo messaggio
Ecco aluno stralci di un secondo scritto di Giuseppe Tremonte (figlio di imigranti siciliani arrivati in Venezuela mezzo secolo fa), questa volta inviato a Mario Neri, del ‘Circolo Gramsci’ di Caracas.
 ·         “Ciao Mario, ennesimo attacco di Rai International e del programma ‘Italia chiama Italia’ al Venezuela”
·         “La presentatrice racconta una nuova storia triste di un connazionale macellaio che è stato trovato morto amazzato. Maurizio Crovato continua a dire che a Caracas muoiono amazzate 75 persone ogni 100 mila abitanti (cambia le sue cifre), senza riferire da dove tira fuori questi dati, e aggiunge che a Caracas non c’è una sola familia italiana che non abbia subito un sequestro".
·         “Fa delle interviste ad alcuni connazionali in Consolato e un connazionale che non si indentifica dice che noi italiani anni fa eravamo tutti benestanti ed ora non piú, per colpa di questo governo, senza fornire dati o statistiche. Poi un’altra connazionale, che pure non si identifica, assicura che il governo ha espropiato le case a tutti gli italiani!”.
·         “Crovato afferma che tutti gli italiani in Venezuela hanno avuto almeno un integrante della loro famiglia sequestrato, senza fornire dati o statistiche, senza intervistare autorità venezolane o autorità consolari o diplomatiche”

Per guardare le puntate:

Un appello agli italiani: "La nostra bambina è cieca, abbiamo bisogno di aiuto"


Una famiglia di origine italiana chiede aiuto a tutti i connazionali per garantire alla figlia, affetta da cecità, le cure necessarie ed una buona educazione che le permetta di avere una vita normale
di Monica Vistali

CARACAS – È nata prematura, a sole 31 settimane, e pesava solo poco più di un chilo. Ha lottato, ed oggi Carla Sofia Miliani Mora è una bella e paffuta bambina di quasi due anni. Ma è cieca, e i suoi genitori chiedono l’aiuto della collettività e delle Istituzioni italiane per garantire alla piccola le cure di cui ha bisogno ed una buona educazione che le permetta di avere una vita normale.
- Ho dovuto lasciare il lavoro per stare accanto a mia figlia - spiega la madre, Adriana Mora - mio marito deve coprire tutte le spese ma i soldi non bastano mai. Il bisnonno paterno di Carla Sofia era italiano, dell’Isola d’Elba, e ci stiamo muovendo per ottenere la cittadinanza ma è difficile rintracciare tutti i documenti, sono passati tanti anni...
È stato a poco meno di due mesi dalla nascita che i genitori di Carla Sofia si sono resi conto della malattia della figlia.
- Ci siamo accorti che non seguiva né gli oggetti né la luce - racconta la madre - e così l’abbiamo sottoposta ad una visita oftalmologica. La diagnosi è stata ‘Retinopatia del prematuro di V grado’, più comunemente chiamata ‘Distacco totale della retina’, condizione che affligge soprattutto i bambini che sono nati prematuri e che sono stati sottoposti per lungo tempo ad una terapia respiratoria con ossigeno.
Dopo la notizia, “dolorosa e devastante”, i Miliani ha trovato appoggio e consolazione interscambiando esperienze con altre famiglie in situazioni simili. “È stata la miglior terapia del mondo”, dice la madre.
Ma non basta. Carla Sofia ha bisogno di una costante stimolazione psicomotrice e sensoriale, un totor che la segua costantemente. E tutto questo ha un costo.
- Nello stato Aragua non esistono centri specializzati che si dedichino ai bambini ciechi dagli zero ai sei anni - spiega Adriana Mora - e nei ‘Centri di sviluppo infantile’ lavorano psicopedagogi e altre figure che nonostante la buona volontà posseggono poca esperienza nell’area della vista.
Resta la via delle cliniche e dei centri privati, carissimi.
- Carla Sofia ci fa felici, è il centro del nostro mondo e la amiamo con tutto il nostro cuore. Ci ha dimostrato di saper superare molti ostacoli ed ogni giorno anche noi acquisiamo strumenti e conoscenze importantissimi per lei. Chiediamo solo un aiuto - conclude la madre - un supporto economico che permetta alla nostra bambina di crescere ed avere una vita normale. O che le istituzioni italiane ci aiutino a velocizzare i procedimenti per ottenere la cittadinanza italiana di Carla Sofia.
Per chi volesse aiutare la famiglia di Carla Sofia: Telf.  0414-1751696 - 0414-4539901 - 0243-2464929. Calle López Aveledo Entre Miranda y Páez Residencias ASIMAR piso 11 Apto 11-B Maracay Estado Aragua 

La carta de la mama en español:
CARLA SOFIA MILIANI MORA, es una Bebe que nació prematura de 31 semanas de gestación, con 1.265 Kg al nacer, y estuvo en la UCI Neonatal solo 13 Días,  periodo en el cual estuvo con todos sus cuidados y finalmente llego a casa sin ningún tipo de complicación. Todos en casa nos preparamos para poder atenderla, por lo pequeña y frágil que era. Todos la recibimos con mucho amor, porque todos deseábamos que estuviera entre nosotros y ella lucho para venir y quedarse.
Pasado un tiempo, antes de que cumpliera 2 meses nos dimos cuenta que CARLA SOFIA no seguía objetos ni seguía las  luces; decidimos llevarla a consulta oftalmológica y su  diagnóstico fue RETINOPATIA DEL PREMATURO GRADO V en ambos ojos (Desprendimiento Total de las Retinas), una anomalía que se da por lo general en niños prematuros, con menos de 2 kg de peso al nacer, y que hayan sido expuestos prolongadamente a terapia respiratoria con oxígeno.
Por su puesto que, ningún padre está preparado para una noticia como esta y mucho menos que nos dijeran que nuestra pequeña iba a ser ciega y/o con baja visión.
Esta noticia fue devastadora y dolorosa y provoco en nosotros muchos sentimientos encontrados y muy difíciles de explicar.  Como familia nos vimos  repentinamente dañados y muy necesitados de respuestas, que giraron en torno a los sentimientos que esta situación estaba  provocando, el qué hacer o las soluciones futuras posibles y como seria el desarrollo y crecimiento de la Bebe.
Al principio nos encontramos en una tremenda encrucijada sin salida. No queríamos saber de nada ni de nadie y cuan equivocados estábamos o por lo menos YO. Una vez mi papá me dijo que cuando uno tiene un problema hay dos palabras importantísimas "TODO  PASA".
Buscamos ayuda de un profesional para  que nos guiara y de hecho fuimos a buscar esa "AYUDA" buscando respuestas a nuestras incógnitas, buscando caminos a seguir y me di cuenta que por muy buena voluntad en ese profesional lo que encontré fue más desespero, y más interrogantes se vinieron a mi cabeza.
Inmediatamente  recibimos ayuda de mucha familia en especial  para estimular a CARLA SOFIA, al principio lloraba mucho por todos esos ejercicios que tenían que hacerle  en base a estimulación psicomotriz y multisensorial. Lloraba por cuanto ruido oía, por cuanta gente distinta a su entorno la cargara. Ya han pasado  17 meses en este proceso y me he dado cuenta que esta estimulación y el sacarla a que disfrutara como una bebe sin ninguna discapacidad ha servido de MUCHO. También me di cuenta  que ha sido útil para su desarrollo.
A lo largo de estos meses de mi parte encontré apoyo a través de internet, buscando a  otros padres que viven situaciones similares. Finalmente tuvimos la maravillosa experiencia de compartir con niños grandes con el mismo diagnostico de CARLA SOFIA y con sus padres ( que fue la mejor terapia DEL MUNDO ), intercambiando experiencias en torno a las vivencias que ellos y sus hijos ciegos atraviesan y ha sido lo mas cálido y reconfortante en todo este proceso.
CARLA SOFIA nos ha demostrado que es capaz de superar muchos obstáculos, es feliz, nos hace felices y sobre todo la amamos con locura y pasión, es nuestro centro y cada día estamos aprendiendo, estamos adquiriendo conocimientos e instrumentos que se que le van a permitir tener una vida NORMAL y que estamos seguros de que va a crecer y a desarrollarse plenamente.
Nadie dijo que sería fácil, tuve en lo particular que dejar de trabajar como Jefe de Administración en una empresa de Crio preservación de Células Madre y mi esposo encargarse de todos los gastos.  Esta tarea ha sido dura, complicada más no IMPOSIBLE, tenemos que luchar por la INTEGRACION, lamentablemente en nuestro país no hay una sensibilización al respecto y ven a los Ciegos como personas distintas a las demás. Nos hablan de que CARLA SOFIA para poder estudiar en un colegio regular con niños de su edad necesitara de un tutor especial  y por su puesto como familia vemos todos los esfuerzos que tendremos que logar no solo en la parte afectiva y moral sino en la económica.  
En nuestro país son muy pocos los centros que se centran en estas personas con discapacidad, trabajan con las uñas, así el gobierno trate de mantenerlos y dotarlos, porque todos dependen del ESTADO. Un ejemplo palpable, en el estado donde vivo que es el Estado Aragua, no existen centros que se dediquen a niños ciegos y/o de baja visión  de 0 a 6 años, y los que hay los llamados “Centros de Desarrollo Infantiles” son atendidos por Psicopedagogas y otros Profesionales que por muy buena voluntad y buenos meritos  que tengan de atender a los niños desde mi punto de vista poseen de muy poca experiencia en el área visual, a demás de no atender  con regularidad.
Ya uno como familia debe irse al área privada, a buscar especialistas y costear terapias, que por demás son costosas y pesan en nuestros  bolsillos  para poder atender a CARLA SOFIA ya que estos niños como mi hija  necesitan de una constante ESTIMULACION. Y porque no pensar en emigrar a otros países donde la educación desde temprana  edad para estos niños es tan normal y gratuita?. Por tal Motivo y por Carla Sofía tener descendencia Italiana ( por parte de su Bisabuelo Paterno, oriundo de la Isla de Elba, Marciana Marina) estamos en la búsqueda de obtener la nacionalidad pero se nos está haciendo un poco difícil por el año de nacimiento del Bisabuelo y algunos documentos que aun nos hacen falta).