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martedì 25 ottobre 2011

Rai International parla del ‘Venezuela violento’, un connazionale: “Mix di verità mezze menzogne e menzogne”


Di Monica Vistali

CARACAS – “Venezuela violento”. Questo il titolo della puntata interamente dedicata al tema dell’insicurezza in Venezuela che lo scorso 5 ottobre ha aperto la stagione del programma di Rai International “Italia chiama Italia”. Scatenando qualche critica.
La presentatrice Benedetta Rinaldi, nella puntata seguente, afferma di aver ricevuto tante e-mail di gradimento, ma non parla della e-mail inviata il 7 ottobre dall’italo-venezuelano Giuseppe Tramonte, in cui l’oriundo accusa il programma di aver trattato l’argomento dell’insicurezza in Venezuela in modo superficiale, senza contradditorio, senza citare le fonti delle cifre diffuse. Insomma, di aver “disegnato un paese Canaglia, un paese fallito, un paese dove siamo tutti delinquenti pronti a amazzare senza motivo, magari un paese candidato ad essere intervenuto militarmente dalla Nato, per portare giustizia, pace e democrazia. E forse questa è la vera idea della trasmissione”.
Tremonte - nel suo scritto - riporta che durante la trasmissione il caporedattore Maurizio Crovato, inviato di ‘Italia chiama Italia’, ha spiegato che  “Caracas, con 6 milioni di abitanti, è la città più violenta del mondo ed esprime una cifra: ogni giorno si commettono 100 omicidi ogni 100.000 abitanti”. Quindi, continua il connazionale, “secondo le cifre di questo signore Caracas registra 6000 morti amazzati ogni giorno” ma “logicamente si scuda dicendo che le autorità venezolane non offrono cifre ufficiali”. E si chiede: “E allora? Come fa lui a parlare di queste cifre? Chi gliele ha riferite? Sono forse una invenzione?”.
Secondo quanto riporta Tremonte, la conduttrice si mette poi in contatto con la città di Maracaibo, nell’ovest del Paese, e intervista Johnny Margiotta (consigliere Cram per l'America latina) presentandolo erroneamente come “Presidente del Comites in Caracas”. L’intervistato corregge la conduttrice, precisando di essere in realtà presidente di una associazione di giovani imprenditori italo-venezuelani (anche se Agiv, di cui è presidente, non è una associazione di imprenditori).
- Il signor Margiotta accompagna la narrazione del giornalista Crovato - racconta Tremonte nella lettera - il quale dice che ‘in Venezuela se ad un ragazzino gli piacciono le tue scarpe semplicemente ti ammazza per rubartele’. Fa poi accuse pesanti sulle autorità bancarie affermando che tutti, dal direttore della Banca fino agli impiegati, forniscono informazioni sui conti bancari degli italiani alle bande di sequestratori. Il tutto - precisa Tremonte - senza fornire un straccio di prova. E proseguono sostenendo che i poliziotti nascono nella stessa favela dei malviventi e sono collusi con loro, ugualmente senza fornire dati, statistiche o prove.
Dopo il servizio, racconta ancora il critico connazionale, spunta un italiano il quale afferma che in Venezuela è scoppiata l’intolleranza e la xenofobia e riporta un presunto articolo di giornale (probabilmente il ‘Correo del Orinoco’ in quanto si parla di “un giornale di Bolivar”) in cui si sosteneva che i figli degli italiani erano tutti delinquenti. Secondo questo governo, sosteneva l’intervistato, essere figlio d´italiano è un delitto.
- Quando e dove hanno publicato una cosa simile? - si chiede Tremonte - Quale funzionario del governo ha fatto questa dichiarazione? Come si spiega che un governo che presuntamente fa queste dichiarazioni contro i figli degli italiani, ha proprio un figlio d´ítaliani come Jorge Giordani come ministro dell’Economia? Come spiegate che in un paese xenofobo il ministro dell´Interno e della Giustizia è figlio di libanesi? Come spiegate che la governatrice della regione Falcon è anche lei figlia d’Italiani ed appartiene al partito di governo? Potrei nominare decine di alti funzionari di questo governo - dichiara - che sono oriundi italiani.
Prosegue Tremonte:
- Il servizio finisce con una signora del Comites che dice che gli italiani si sono fortemente impoveriti negli ultimi anni al punto di non poter mangiare o pagare il bus per recarsi in consolato per farsi aiutare. Continua afermando che la maggioranza degli italiani in Venezuela non si sono ben inseriti nel paese e molti nemmeno sanno leggere e scrivere, tutto – ci tiene a precisare - sempre senza offrire alcuna statistica o informazione ufficiale.
E allora, si chiede Tremonte:
- Come spiegate i sequestri d´italiani, se questi ultimi sono poveri e analfabeti?
Per il connazionale, insomma, Rai International è stata promotrice di un servizio “poco etico”, dove è stato “mostrato solo un aspetto, il piu negativo” che è stato “magnificato mescolando verità, mezze verità e molte menzogne”. Un servizio fatto “senza intervistare nessun funzionario del governo, nessun ufficiale di polizia, nessun direttore di banca”, ma contenente pesanti accuse a questi settori.
Tremonte dà quindi la sua personale visione del Venezuela:
- Non nascondo che abbiamo forti probblemi di violenza ed insicurezza, problemi che principalmente derivano dal fatto che confiniamo con un Paese in guerra civile da 50 anni, la Colombia, dove la mafia e i narcotraficanti governano il Paese, tutelati dalla prima potenza del mondo. In Venezuela abitano molti Italiani e molti oriundi che lavorano onestamente e danno il loro contributo costruttivo per la soluzione dei probblemi. Abbiamo guadagnato il rispetto della società intera di questo Paese, venezuelani e italiani qui siamo fratelli, conviviamo in armonia al punto che non esistono problemi di xenofobia come è stato riferito, in questo Paese è una cosa normale vedere seduti ad uno stesso tavolo un musulmano, un ebreo ed un catolico bevendo un caffé e parlando di sport e politica. Cosa che vedo con molta difficoltà succedere in Italia.
L’italiano chiude la lettera spedita, senza risposta alcuna, a ‘Italia chiama Italia’ sperando in una rettifica che possa “far vedere la vera bontà di questo bel Paese”.

Un secondo messaggio
Ecco aluno stralci di un secondo scritto di Giuseppe Tremonte (figlio di imigranti siciliani arrivati in Venezuela mezzo secolo fa), questa volta inviato a Mario Neri, del ‘Circolo Gramsci’ di Caracas.
 ·         “Ciao Mario, ennesimo attacco di Rai International e del programma ‘Italia chiama Italia’ al Venezuela”
·         “La presentatrice racconta una nuova storia triste di un connazionale macellaio che è stato trovato morto amazzato. Maurizio Crovato continua a dire che a Caracas muoiono amazzate 75 persone ogni 100 mila abitanti (cambia le sue cifre), senza riferire da dove tira fuori questi dati, e aggiunge che a Caracas non c’è una sola familia italiana che non abbia subito un sequestro".
·         “Fa delle interviste ad alcuni connazionali in Consolato e un connazionale che non si indentifica dice che noi italiani anni fa eravamo tutti benestanti ed ora non piú, per colpa di questo governo, senza fornire dati o statistiche. Poi un’altra connazionale, che pure non si identifica, assicura che il governo ha espropiato le case a tutti gli italiani!”.
·         “Crovato afferma che tutti gli italiani in Venezuela hanno avuto almeno un integrante della loro famiglia sequestrato, senza fornire dati o statistiche, senza intervistare autorità venezolane o autorità consolari o diplomatiche”

Per guardare le puntate:

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