La donna, incinta, era stata aggredita a morte mentre dormiva col marito in una posada a Gran Roque, dove si trovava in viaggio di nozze. Ancora latitanti gli altri aggressori
di Monica Vistali
CARACAS - Funzionari del Corpo di investigazioni scientifiche, penali e criminalistiche (Cicpc) hanno fermato a Caracas uno degli uomini implicati nell’omicidio di Elena Vecoli, la turista italiana 34enne uccisa durante la sua luna di miele in un hotel di Los Roques, arcipelago corallino del Venezuela, il 27 settembre 2006. Si tratta di Elvis Enrique Guevara Figueroa, operaio 31enne soprannominato ‘El 48’, latitante dal 16 ottobre 2006.
Il commissario del Cicpc, Humberto Ramírez ha spiegato che il gruppo di lavoro della ‘Direzione di Investigazioni dei delitti contro la vita’ aveva recentemente intensificato le ricerche di Guevara Figueroa dopo l’arrivo di alcune informazioni che notificavano la presenza di un uomo che rispondeva alla descrizione dell’assassino e che stava lavorando sotto falsa identità presso un’impresa di costruzioni.
- Sono state dislocate varie commissioni in diverse parti del Paese - ha spiegato il commissario Ramírez - e mediante investigazioni sul campo si è scoperto che il latitante era stato visto in più occasioni alla fine dell’Avenida Sucre nella zona di Catia, a Caracas.
Guevara Figueroa - su cui pendeva un mandato di cattura - è stato infine fermato lo scorso 21 ottobre nella piazza Sucre di Catia da un gruppo di poliziotti che, identikit in mano, lo distinsero in un gruppo di operai. L’uomo presentò la sua carta d’identità, nella quale figurava come Angel Segundo González. Immediatamente gli agenti verificarno il documento che, grazie all’esame delle impronte digitali, risultò falso.
Il direttore del Cicpc ha informato che intanto proseguono le ricerche del 28enne Jean Carlos Blanco Millán, con precedenti penali per traffico di droga, anche lui implicato nel delitto della connazionale.
Elena Vecoli era stata aggredita a morte mentre dormiva insieme al marito, Riccardo Prescendi, 47 anni, nella posada ‘La lagunita’ dell’isola Gran Roque. Storditi con la scopolamina, legati mani e piedi con filo elettrico e picchiati, furono soffocati dai due killer aiutati forse da almeno un basista. Solo Riccardo, creduto morto, si salvò.
Durante l'autopsia era emerso che la donna era incinta di un mese.
Ancora incerto il movente del delitto.
Inizialmente si parlò di un tentativo di furto, ma poi l'ipotesi si spostò presto sullo scambio di persona. La coppia alloggiava infatti nella stanza da letto dei proprietari della struttura, gli italiani Andrea Piccinni e Claudia Rosati, possibili obiettivo dell'aggressione. Si è detto che il titolare della posada avrebbe dovuto essere punito per la sua relazione con un’avvocatessa venezuelana, contesa da tal Danil Rodriguez, appartenente alle forze di polizia, che aveva già aggredito Piccinni a Caracas, senza essere poi stato denunciato.
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