Visualizzazioni totali

lunedì 18 aprile 2011

La serigrafía di un italiano accompagna Sartre al Celarg


 di Monica Vistali

CARACAS - Il docente di lingua italiana Fabio Avolio sta accompagnando le rappresentazioni di “A puerta cerrada” di  Jean-Paul Sartre, in scena al Celarg sotto la direzione di  Jonathan Ochoa, con una piccola esposizione di serigrafia, una tecnica di stampa artigianale impiegata in questo caso per l’impressione di scritte e disegni su tessuti.
Prima e dopo lo spettacolo – fino al 30 aprile tutti i giovedì, venerdì e sabato alle 20, la domenica alle 19 – all’entrata dalla Sala 2 del Celarg si possono osservare ed acquistare magliette colorate sulle quali sono stampate artigianalmente con la tecnica serigrafica diverse immagini, tra cui una caricatura de filosofo esistenzialista Sartre e un disegno relativo all’opera teatrale.
La serigrafia è un particolare processo artistico che consente di stampare immagini o altri elementi grafici su diverse tipologie di materiali mediante l’uso di un telaio sul quale viene inciso il disegno e poi passato il colore, in modo che questo penetri attraverso le maglie del telaio e si depositi sul supporto. Le prime opere serigrafate di Avolio sono le magliette che sponsorizzano la piattaforma Mediterraneo-Venezuela (http://mediterraneovenezuela.blogspot.com/).
- Sono stato molto colpito da quanto in Venezuela si utilizzino le magliette serigrafate per diffondere slogan e messaggi politici, culturali. Insomma, per fare comunicazione - ci spiega Avolio -. Per questo ho deciso di avvicinarmi a quest’arte, provare a personalizzare i miei messaggi. In un primo momento sono stato guidato da un amico venezolano, poi ho proseguito da autodidatta. Fermo restando il confronto continuo con i tanti artigiani che studiano serigrafia.
Avolio ha seguito sin dall’inizio e da vicino la costruzione dell’opera teatrale, presentata da Teatro Caracas, ed è menzionato tra i ringraziamenti nel volantino confezionato da Estudio Piso11. Assiste ad ogni rappresentazione, anche con il fine di “verificare alcuni postulati della mia tesi di laurea sull’estetica di Adolfo Sánchez Vázquez”, per l’Università L’Orientale di Napoli.
- Ogni funzione ha una sua originalità. Vivo l’opera in modo vibrante, soprattutto alcune parti dei monologhi, come quando il personaggio di Inés Serrano grida: “Io sono la moltitudine che ti grida ‘Codardo’!”
“A puerta cerrada”, dramma messo in scena per la prima volta nel 1944, è la fonte di quella che è forse la più famosa frase di Sartre: “L’inferno sono gli altri”. Per interpretare i tre protagonisti - Garcin e le due donne, Inès e Estelle - Achoa ha scelto giovani promesse del teatro venezolano: José Ignacio Pulido, Capriela Carlino, Dielis Silva, sul palco con Jonathan Montenegro, il valletto, e  Ediluz Peña, la statua dorata.
Nell’opera sartriana Josè, Estella e Inès si ritrovano nell’inferno: un luogo misterioso senza finestre e senza specchi, che vivono oppressi dai sensi di colpa, dall’angoscia della propria esistenza, impietosamente esposta allo sguardo degli altri. Sono tutti reciprocamente giudici e imputati, che si portano appresso la memoria della vita appena lasciata. Si aspettano di essere torturati, fino a capire di essere lì per torturarsi a vicenda. Nell’adamento di Achoa, sul palcoscenico ci sono anche due televisioni non funzionanti.
     

Nessun commento:

Posta un commento