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giovedì 19 aprile 2012

"Operazione Condor", lunedì la presentazione del libro a Milano


CARACAS - Stella Calloni, giornalista argentina autrice del libro "Operazione Condor" sarà in Italia con una serie di iniziative ed incontri di presentazione del libro, in diverse città: Milano, Firenze, Roma, Macerata e Bussoleno in Val Di Susa.
 Le iniziative saranno anche l'occasione per un confronto critico sulle esperienze che si vivono nei diversi paesi dell'America Latina nell'attuale fase politica internazionale. Il primo degli incontri si terrà a Milano questo lunedì 23 aprile alla facoltà di Scienze Politiche, ore 14,15.

"Operazione Condor" fu il nome dato dall'establishment dei servizi segreti U.S.A. ad una massiccia operazione di politica estera statunitense, che ebbe luogo negli anni settanta, attuata in tutti quegli stati centro e sudamericani dove l'influenza socialista e comunista era ritenuta troppo potente.
Tale operazione coinvolse in primo luogo la C.I.A., il servizio segreto statunitense, oltre che apparati militari, organizzazioni di estrema destra, partiti politici e movimenti di guerriglia anticomunisti sudamericani. Tutte queste organizzazioni furono utilizzate come strumento, in svariati stati, per rovesciare governi anche eletti democraticamente come quello di Salvador Allende in Cile. Furono stanziate sostanziose somme per portare a termine questo massiccio piano politico, poiché gli interessi economici in gioco erano alti, vista la ricchezza, soprattutto di materie prime, dell'America Meridionale. La C.I.A. fornì sempre e comunque sostegno, copertura, assistenza e denaro ai servizi segreti golpisti sudamericani, nonché addestramento presso il Western Hemisphere Institute for Security Cooperation e anche negli Stati Uniti.
Le procedure per mettere in atto questi piani furono di volta in volta diverse, tutte però ebbero in comune il ricorso sistematico alla tortura e all'omicidio degli oppositori politici. Spesso ambasciatori, politici o dissidenti rifugiati all'estero furono assassinati anche oltre i confini dell'America Latina. Alcune fra le nazioni coinvolte furono Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay, Uruguay e Venezuela.
Nel 1992 il giudice paraguaiano José Augustín Fernández scopri, durante un'indagine in una stazione di polizia di Asunción, archivi dettagliati che descrivevano la sorte di migliaia di sudamericani segretamente rapiti, torturati ed assassinati tra gli anni settanta e ottanta dalle forze armate e dai servizi segreti di Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile. Gli archivi contavano 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse (desaparecidos) e 400.000 incarcerate. Questi archivi, universalmente ritenuti veritieri e attendibili, riferivano del coinvolgimento, in questa enorme operazione repressiva e di vero e proprio sterminio, anche dei servizi segreti di Colombia, Perù e Venezuela. Tali documenti, per le atroci rivelazioni in essi contenute, furono denominati Archivi del terrore.

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