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domenica 11 luglio 2010

Trapianto di midollo osseo, l’Italia tende la mano al Venezuela

Tre nuovi ospedali italiani per curare gratuitamente i bambini venezolani che hanno bisogno di trapianto del midollo osseo. Questo il nucleo dell'accordo firmato martedì tra Pdvsa Salud, l'onlus Ftmo e Regioni italiane, a riprova di come la cooperazione tra Italia e Venezuela non si limiti solo a petrolio ed infrastrutture. Grazie a questa rete di cooperazione, già 120 giovani venezolani hanno potuto beneficiare di un'operazione di trapianto di midollo osseo in Italia totalmente gratuita. La collaborazione con le tre città si aggiunge a quella giá esistente con le regioni Toscana, Lazio e Umbria, che partecipano offrendo le proprie strutture ospedaliere e percorsi di formazione specifica ai medici venezolani. A breve parteciperanno anche 4 ospedali della regione Lombardia.

di Monica Vistali

CARACAS - Non solo petrolio ed infrastrutture. Italia e Venezuela collaborano anche nell’ambito della salute, con progetti contenuti ma efficaci, capaci di salvare le vite di molti bambini ed adolescenti. A confermarlo la firma di martedi negli spazi di Pdvsa Salud, con cui tre ospedali di Padova, Bologna e Genova sono entrati a far parte dell’accordo di cooperazione vigente tra la Fundación para el Trasplante de Médula Ósea di Maracaibo (Ftmo), Pdvsa Salud e Regioni italiane: un accordo grazie al quale già 120 giovani venezolani con patologie oncologiche e ematologiche hanno potuto beneficiare di un’operazione di trapianto di midollo osseo in Italia totalmente gratuita.
La collaborazione con le tre città si aggiunge a quella già esistente con le regioni Toscana, Lazio e Umbria (a breve si uniranno al progetto anche quattro cliniche della regione Lombardia) che partecipano offrendo le proprie strutture ospedaliere e percorsi di formazione specifica ai medici venezolani.
Presenti all’incontro il Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia, Alberto Pieri, il presidente di Pdvsa Salud, Dott. Dario Merchán, la presidente della Ftmo, Mercedes Álvarez, con la direttrice generale della Fondazione, Enrica Giavatto, di origini siciliane, e la responsabile degli affari del Venezuela in Italia, Yvelise Martínez.
- Nell’ambito delle relazioni tra i due Paesi, dal protocollo d’intesa del 2006 all’accordo intergovernativo siglato dalla II Commissione mista, il tema della salute non è mai stato dimenticato - spiega alla Voce il Primo Consigliere Alberto Pieri - e come Ambasciata vogliamo istituzionalizzare e rafforzare ancora di piu la cooperazione in atto, sviluppando però le capacità del Venezuela nell’operare autonomamente, soprattutto nel settore pubblico. Al momento - prosegue - ci sono solo due ospedali nel Paese per il trapianto di midollo osseo, decisamente insufficienti rispetto alla domanda.
Le due strutture venezolane di cui parla il diplomatico, quella privata della capitale, l’Hospital de Clínicas e quella pubblica di Valencia, la Ciudad Hospitalaria Enrique Tejera (che ha chiuso il 2009 con 38 operazioni), operano solo trapianti di midollo a compatibilità familiare. Qui entra in gioco l’accordo. Leucemia, cancro, malformazioni congenite. La fondazione, una onlus a contatto con gli ospedali venezolani, viene a conoscenza dei casi più gravi, soprattutto bambini di estrazione umile che non hanno la possibilità di curarsi in Venezuela e cerca i donatori all’estero. Organizza il viaggio in Italia per il paziente e la famiglia e sopratutto pensa alla loro permanenza nel paese che, tra trattamenti vari ed operazione sfiora i due anni. Un programma che non comprende solo gli appuntamenti clinici ma anche quelli sociali: la scuola, i corsi d’italiano, qualche piccola gita nelle principali città d’Italia.
- Il bambino non deve ricordare l’Italia come una corsia d’ospedale - sottolinea la Dott.ssa Mercedes Alvarez, presidente della Fondazione.
Nel progetto, Pdvsa Salud contribuisce con 13-15 mila euro a paziente, al resto ci pensano le Regioni.
- Quello dei trapianti di midollo è un problema puntuale e ad alto costo - spiega il Dott. Dario Merchán, medico onncologo e Presidente di Pdvesa Salud -. Ogni anno nel Paese sorgono cento nuovi casi ma il Venezuela ancora non possiede il know how, la tecnologia e le infrastrutture necessari per curare questi malati mentre gli Stati Uniti, che potrebbero farlo, vedono questi bambini come merce e chiedono 750 mila dollari soltanto per l’operazione. Grazie a questo accordo con l’Italia - continua - Pdvsa contribuisce a risolvere i problemi del paese, mantenendo la sua promessa di investire i proventi del petrolio in altri settori, come quello primario della salute. Ma c’è ancora tanto da fare. Un bambino che non riesce a rientrare in questo progetto - decreta - è un bambino che muore.
L’idea su cui si fonda la cooperazione tra Italia e Venezuela, accanto all’operazione nella Penisola, è un progetto articolato di formazione, che standarizzi la diagnostica e il protocollo di cura attraverso corsi e seminari medico-scientifici. Già 35 medici venezolani sono stati invitati in Italia per specializzarsi, e 15 italiani hanno tenuto conferenze sul tema in Venezuela. L’Umbria è la regione piu impegnata su questo fronte, grazie anche al contributo del prof. Aversa e del prof. Martelli, unici esperti in Europa in trapianti con famigliari a bassa compatibilità.
- L’accordo con l’Italia e la Fondazione soddisfa il il nostro bisogno di formazione e preparazione accademica - afferma il Dott. Merchán - ma è importante che i medici poi restino ad operare nel settore pubblico. Purtroppo sono tanti i cervelli che fuggono all’estero o passano al privato, mettendo la loro vocazione medica al secondo posto rispetto al portafoglio.
Gli fa eco la Dott.ssa Mercedes Alvarez:
- L’idea che ‘privato è bello’ va combattuta facendo il nostro dovere come membri di una società che si definisce civile. Il sistema di salute pubblico in Venezuela è in pieno sviluppo e si sta facendo tanto. Al paziente oncologico, ad esempio, oggi è garantita l’attenzione primaria e la gratuità dei farmaci ad alto costo. Ma la strada è ancora lunga.
L’impegno del governo è un fattore primario per lo sviluppo del sistema salute. Quello che la Fondazione di Maracaibo è riuscita a fare negli otto anni tra il 1997 e il 2005 con il settore privato, curare 31 bambini, lo ha superato in meno di due anni (2006 - 2008) con il contributo del governo, riuscendo a soddisfare le necessità di quasi 50 minori. Come ha detto alla Voce la Dott.ssa Alvarez, riprendendo le parole del Presidente Chavez, “i finanziamenti e la cooperazione non devono essere necessariamente visti da un punto di vista monetario: le possibilità di formazione offertaci dall’Italia sono un esempio perfetto di aiuto e investimento per il futuro”.
Sottolinea il primo Consigliere Alberto Pieri:
- L’accordo relativo ai trapianti di midollo è un progetto piccolo ma importantissimo, esperienza pilota per le future possibilità di cooperazione al di fuori del settore petrolifero.
L’Italia sostiene anche il progetto umanitario dell’Unione Europea, inaugurato nel 2002, che destina fondi robusti all’ospitalizzazione e alla cura di cittadini stranieri non appartenenti all’Ue.

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