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martedì 26 luglio 2011

Chávez ritrova il suo popolo

A poche ore dal suo ritorno nel Paese, il venezuelano Hugo Chávez ha parlato dal balcone presidenziale davanti ad una folla immensa arrivata per festeggiare il suo ritorno


di Monica Vistali

CARACAS (4/7/2011) – "Viva Venezuela! Viva la Rivoluzione bolivariana! Viva il popolo venezuelano! Viva l’unione dell’America latina, i popoli dell’America latina e del Caribe, Fidel, Cuba e la vita. Viva Chávez!”. Con queste parole e con la vivacità di sempre il presidente venezuelano Hugo Chávez, sorridente e in tenuta militare, ha aperto il breve discorso che, a poche ore dal suo ritorno in Venezuela dopo il lungo mese trascorso a Cuba, ha riunito migliaia di suoi simpatizzanti sotto il ‘Balcon del pueblo’ del palazzo presidenziale Miraflores.
L’immensa folla di affezionati - che proprio negli spazi circostanti la sede del governo ha concluso una lunga marcia organizzata per festeggiare il ritorno del Comandante - si perdeva a vista d’occhio. Magliette rosse spuntavano appollaiate sugli alberi, sui pali della luce, sui chioschi di giornali; c’era chi sventolava bandiere e striscioni in solidarietà con il Presidente, più volte interrotto dagli slogan e dagli inni che sgorgavano dal pubblico in delirio. “Uh, Ah, Chávez no se va” urlava la folla rossa. E ancora: “È tornato! È tornato! Grazie Fidel per esserti occupato di lui!”.
- L’amore è il miglio rimedio per ogni malattia - ha detto Chávez - grazie per avermi fatto arrivare i vostri messaggi di solidarietà, non solo dal Venezuela ma da ogni parte del mondo.
Per iniziare il suo discorso, preceduto dall’inno nazionale che lui stesso ha intonato, il presidente non ha aspettato che si risolvessero i problemi tecnici che hanno minacciato il sistema audio. “Non devo stare qui molto tempo, voi lo sapete” si è giustificato riferendosi al suo stato di salute, per poi rassicurare il suo popolo con un confortante “lo supereremo” che ha ripetuto più volte.
Il capo di Stato non ha fatto distinzioni ed ha ringraziato indifferentemente “Dio, i santi, gli spiriti della savana, la magia del popolo, i medici e la scienza medica” per aver superato l’operazione chirurgica contro il cancro cui è stato sottoposto a L’Avana. Ha poi ringraziato “la vita e Fidel Castro”, ma soprattutto “questa grande volontà, questa grande passione che ho nel petto e nel cuore”.

- Io, figlio di questo popolo, non potevo mancare alla festa bicentenaria - ha detto poi Chávez in riferimento alle celebrazioni per i 200 anni dell’indipendenza del paese, che si festeggiano domani - Viva la Repubblica bolivariana, la figlia di Bolivar.
Prima di salutare l’immensa folla di seguaci che ha sfidato la pioggia per salutare il suo presidente, il capo di Stato ha esaltato la patria, la rivoluzione socialista e la figura dell’eroe nazionale Simon Bolivar, di cui ha rispreso alcune parole. Non sono mancate dimostrazioni d’affetto per il popolo. “Sono qui, nell’epicentro del mio amore più grande” ha dichiarato riferendosi all’immensa folla di affezionati che lo circondava.
Il discorso presidenziale si è concluso con un significativo “Hasta la victoria” cui il pubblico ha risposto in coro.
Chavez, apparso verso le 17.40, aveva convocato i cittadini per le ore 17 parlando al canale Venzolana de Televisión, appena atterrato all’aeroporto Maiquetia di Caracas.

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