Da quando il presidente venezuelano si è diretto al Paese per comunicare il suo stato di salute, si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà dei cittadini che auspicano una sua pronta guarigione
di Monica Vistali
CARACAS - (3/7/2011) Nessuna convocatoria. Spontaneamente, una volta saputo della malattia che sta affrontando il presidente Hugo Chávez, il popolo venezuelano è sceso in strada e si è ritrovato nelle piazze per manifestare la sua solidarietà al capo di Stato ed augurargli una pronta guarigione.
Venerdì Caracas era in fervore. Mentre il leader ancora si recuperava dall’operazione chirurgica contro il cancro cui è stato sottomesso a L’Avana e i mass media continuavano a speculare su possibili scenari post-Chávez, sui muri del Paese sono apparsi i colori di nuovi murales e per le vie hanno risuonato gli inni della rivoluzione. Sulle colonne di un giornale della Capitale appariva addirittura il testo di una preghiera da dedicare al presidente.
Studenti, casalinghe, indigeni, militanti, pensionati, rappresentanti di organizzazioni popolari. Tutti per strada, sotto la pioggia, sotto il sole, con allegria. Nonostante le lacrime apparse su qualche viso, la preoccupazione e l’angustia, com’è tipico a queste latitudini, sono state sopraffatte dalla confortante fiducia in un veloce ritorno del ‘Comandante’. In bocca un solo grido: “Pa’lante (avanti) Comandante!”. E così, in concomitanza con l’inizio delle celebrazioni per il Bicentenario dell’Indipendenza che si festeggerà ufficialmente il 5 luglio, migliaia di cittadini hanno riempito enormi striscioni con frasi e dediche dirette al capo di Stato ricoverato oltremare. Messaggi d’amore, solidarietà e appoggio incondizionato. Con le ginocchia sull’asfalto hanno lasciato la loro testimonianza di affetto, un ‘voler bene’ difficilmente comprensibile per noi italiani, disaffezionati alla politica e diffidenti nei confronti dei nostri leader.
Le manifestazioni sono partite dal quartiere caraqueño ‘23 de Enero’, zoccolo duro del chavismo e storica roccaforte dei ribelli. Intanto, della Piazza Bolivar della capitale, il rappresentante del 'Frente Francisco de Miranda’, Luis Ramírez ricordava come “il Comandante Chávez ha sempre dato allegria, entusiasmo e speranza al popolo venezuelano” e quindi “può riporre nel suo popolo la più assoluta fiducia”. “Ti amiamo presidente e siamo qui per te - ha detto - perché hai riempito il nostro spirito e hai dato costanza alla nostra lotta”.
Il popolo si è riversato in strada anche oggi, domenica, con marce, manifestazioni, sante messe. In assenza del programma domenicale ‘Aló Presidente!’, diretto dallo stesso Chávez, la gioventù bolivariana ha invaso ogni piazza della Capitale sventolando le bandiere nazionali e del partito, ballando e cantando. Una disposizione d’animo poco condivisa dall’opposizione, preoccupata più per la salute del Paese che per quella del presidente, come ha fatto intendere in un intervento il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma.
La marcia è partita in tarda mattinata da Piazza Madariaga con direzione Piaza Miranda. Presenti anche il ministro degli Interni, Tareck El Aissami e il vicepresidente della Repubblica, Elías Jaua.
- Migliaia di giovani da tutto il Venezuela marciano con allegria per la vera libertà, per la costruzione di una patria più degna, approfittando per dare mille benedizioni al Comandante Chávez - ha proclamato il ministro dello Sport, Héctor Rodríguez - sperando che si rimetta, con coraggio, come fa sempre nell’affrontare le sfide.
Mentre al microfono si alternavano decine di giovani militanti per esprimere a gran voce il loro appoggio al processo bolivariano, il presidente Chávez si faceva vivo attraverso messaggini Twitter.
- Che discorsi quelli di questa ragazza, civile e militare - ha commentato da Cuba il capo di Stato - mi congratulo dal profondo della mia anima. Figli cadetti, figli liceisti, figli della mia anima... Vinceremo!
Tra i giovani militanti che esultavano la loro speranza lungo le strade di Caracas, anche la ex senatrice colombiana Piedad Cordoba.
- Anche in Colombia stiamo esprimendo tutta la nostra solidarietà al presidente Chávez - ha dichiarato - Siamo venuti per dirgli che anche in Colombia c’è tanta gente che gli vuole bene.
Il capo di Stato le ha risposto pochi minuti dopo, sempre attraverso Twitter.
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