Padre Grasso ci aggiorna sulla situazione dei reclusi ora nelle mani delle autorità ma spiega che è ancora presto per avere informazioni riguardo al numero di morti ed evasi. Quel che è certo è che di ‘Oriente’, il ‘pran’ accusato del sequestro e dell’omicidio di un italiano 29enne, si sono perse le tracce. Sulla pagina Facebook dei detenuti del Rodeo, il fuggitivo ha scritto: “Sono già dove dovevo stare”. A ‘Yare II’, dove si trovano i 4 detenuti italiani, la situazione è tranquilla
di Monica Vistali
CARACAS (15/7/2011) – Un migliaio di prigionieri, tra ribelli ed ostaggi, del carcere ‘El Rodeo II’ di Caracas si sono consegnati ieri alle autorità mettendo fine alla rivolta che dalla metà del giugno scorso teneva in scacco il governo venezuelano. Si sarebbe però dato alla fuga Yorvis Valentín López Cortez, alias “Oriente”, 25 anni, uno dei due ‘pranes’ (boss) che controllavano il penitenziario, implicato nel sequestro e nell’omicidio del 29enne italiano Gian Carlo Colasante, rapito a Guarenas il 27 ottobre scorso. Il secondo pran, “El Yoifre” appena uscito dal carcere ha dichiarato: “Non lo troverete”.
La maggiorparte della popolazione carceraria sarà presto trasferita al ‘Penitenciario Yare II’ (dove il 19 giugno sono stati dislocati anche i 4 italiani che si trovavano al ‘Rodeo I’ durante la rivolta) mentre una cinquantina di reclusi, i ribelli più agguerriti ed i ‘pranes’, saranno portati al ‘Centro Penitenciario de Tocuyito’. “El Yoifre” (20 anni) sarebbe invece già in una cella del Sebin, il Servizio bolivariano de Inteligencia. Degli 831 ostaggi sequestrati dalla mafia carceraria, 140 avrebbero ricevuto un documento di scarcerazione.
Padre Leonardo: poche le notizie certe
Padre Leonardo Grasso, responsabile dell’Associazione Icaro che si occupa, tra le altre cose, di fornire assistenza ai detenuti italiani in Venezuela, riferisce in un colloquio telefonico di non avere avuto ancora nessuna conferma riguardo al trasferimento dei prigionieri che, dichiara, “hanno passato la prima notte nelle installazioni del ‘Rodeo III’”, un penitenziario non ancora ufficialmente inaugurato.
Padre Leonardo ribadisce, come già in precedenti occasioni, che il limitato accesso alle fonti ostacola la disponibilità di notizie e dati certi riguardo allo sviluppo del caso ‘Rodeo’, che ha lasciato sul terreno un numero imprecisato di morti ed evasi. Secondo il sacerdote “bisogna aspettare i prossimi giorni, quando la situazione sarà più chiara”.
- Quando avverrà lo smistamento ai diversi penitenziari - spiega - i prigionieri inizieranno a parlare tra di loro e trapeleranno più informazioni. Si procederà all’identificazione dei reclusi e verrà fatto un censo per sapere il numero dei fuggitivi e, soprattutto attraverso i parenti delle vittime, il numero esatto dei morti. Per ora prendiamo per buone le notizie ufficiali.
Secondo Padre Leonardo, non si può fare affidamento neppure sulle informazioni diffuse dai detenuti stessi attraverso Facebook (“Rodeo II la Realidad” e “El Rodeo no se calla 123 Rodeito”). Le fotografie ed i video di denuncia, che parlavano di massacri avvenuti per mano della Guardia Nazionale e che avrebbero provocato la morte di più di 160 detenuti, secondo il prete sono tendenziosi.
- Dicono che ci sono 21 morti quei maledetti... sanno che hanno fatto una strage - si leggeva sulla bacheca Facebook del Rodeo II durante i primi giorni della rivolta -. Quando tutto si calmerà, se succederà, saranno molti gli ostaggi che scompariranno. Manca solo che dicano che sono fuggiti. Fate un censo! Metteteci la faccia!
Le rivolte nei penitenziari Rodeo I e Rodeo II iniziarono il 17 giugno scorso, quando le autorità decisero di perquisire il carcere e smantellare l’arsenale in possesso dei reclusi, dopo che in uno scontro a fuoco morirono 22 prigionieri. Il governo procederà ora alla ricostruzione del Rodeo secondo il nuovo modello penitenziario, che permetta di rispettare la dignità ed i diritti umani dei carcerati. Solo in quel momento questi ultimi, e quindi anche i quattro italiani, verranno riportati nella prigione della rivolta.
Intanto, a ‘Yare II’, il carcere dove si trovano i quattri connazionali, “la situazione è tranquilla”. Lo hanno confermato gli italiani durante una telefonata avvenuta mercoledì con il responsabile di ‘Icaro’.
Il mistero “Oriente”
“Sono già dove dovevo stare”. Con questo messaggio lasciato all’una di notte del giorno della resa sulla bacheca della pagina Facebook “Rodeo II La Realidad”, “Oriente” ha confermato le voci su una sua probabile fuga. Il pran - accusato di sequestro, omicidio, rapina aggravata e lesioni gravi - sarebbe fuggito dal carcere con un bottino milionario (quasi 2 milioni di bolivares).
Resta il mistero sulla dinamica della fuga, avvenuta mentre i militari accerchiavano l’edificio, e sul numero dei compagni evasi insieme a lui. Voci smentite dalle autorità rivelano che l’evasione sia stata chiesta dal prigioniero come controparte della resa.
- Oltre ad “Oriente” sembra che siano fuggiti una trentina di detenuti - dichiara il sacerdote italiano - ma è ancora tutto da verificare.
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