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venerdì 11 maggio 2012

Carcere, 'La Planta' in guerra


Sono passati otto mesi dal massacro
nel cercere 'El Rodeo' ma nelle prigioni
venezuelane la situzione resta fuori controllo.

CARACAS - "El Chingo", "Mohamed" "El Ronald" e "El Niño" sono quattro dei cinque boss della prigione 'La Planta' (Centro de Reeducación y Trabajo Artesanal de El Paraíso, stato Miranda) che da 20 giorni tengono in scacco il governo venezulano non permettendo il trasferimento dei prigionieri del centro penitenziario, che dovrebbe venire abbattuto. Extraufficialmente, i boss si negano a lasciare 'La Planta' perché non vogliono perdere il bottino di cui dispongono all'interno. I boss starebbero discutendo sulla possibilitá di dialogare con le forze dell'ordine, alcuni si direbbero assolutamente contrari.
I 'pranes' - cosí si chiamano i detenuti che detengono il potere all'interno di un carcere - mantengono in ostaggio circa 1600 persone al'interno della struttura che é ormai teatro di violenti scontri armati, con morti (parlano di 3) e feriti. Ogni capo ha a disposizione una ventina di prigionieri che assicurano la sua incolumitá fisica.
Carlos Nieto Palma, direttore della ong 'Una ventana a la Libertad' ha informato che i reclusi de 'La Planta' sono in possesso di granate, mitragliatrici e pistole ed ha raccomandato alle autoritá di agire con prudenza. 


L'area che circonda il carcere é stata chiusa al traffico e non si permette l'entrata ai giornalisti. Chiuse anche le scuole vicine, per la sicurezza degli alunni. Pochi giorni fa un uomo residente in un edificio con vista sulla prigione é stato ucciso da un proiettile proveniente dal penitenziario, che lo ha colpito alla testa. Ai detenuti con permesso lavorativo giornaliero, che dovrebbero ritornare in cella ogni sera dopo il lavoro, non é concesso rientrare in carcere. Attualemente sono liberi.
La ministro per gli Affari penitenziari, Iris Valera ha affermato che non é in programma un intervento militare e si é detta fiduciosa nel buon esito della vicenda. É stata fortemente criticata da settori della popolazione ed accusata di negare la gravitá della vicenda in corso.

I detenuti utilizzano la pagina Facebook 'Rodeo II la realidad', la stessa usata durante gli scontri nel carcere El Rodeo, per diffondere fotografie e informazioni. http://www.facebook.com/#!/pages/RODEO-II-LA-REALIDAD/184282118292443


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