CARACAS - Il nome di uno de los “pranes” del Rodeo II, Yorvis López, soprannominato “Oriente”, è stato menzionato a fine 2010 durante l’investigazione del sequestro e dell’omicidio dell’italiano 29enne Gian Carlo Colasante, rapito a Guarenas il 27 ottobre scorso. Il connazionale fu assassinato sette giorni dopo lungo l’autostrada Guarenas-Guatire mentre si trattava la sua liberazione. Dalle ricerche del Cicpc risulta che “Oriente”, dal penitenziario El Rodeo II, gestiva le negoziazioni.
Il giovane era stato rapito mentre si dirigeva all’impresa di costruzione di suo padre nella città di Guatire. I sequestratori armati tagliarono la strada al ragazzo, s’impossessarono del furgone che stava guidando e lo rapirono. Due ore dopo chiamarono la famiglia Colasante per chiedere come riscatto una elevatissima somma di denaro.
Il cadavere fu ritrovato con nove spari alla schiena e altri sulle gambe, mentre la sua famiglia negoziava il pagamento del denaro che la banda di sequestratori pretendeva per la sua liberazione.
Per il caso erano stati detenuti due funzionari di polizia (Larry Pérez Rengifo e Orlando Aponte); i delinquenti José Fernández, alias “Joseíto”, Kleiderson Luna e Luis Naranjo, detto “El Burro”. Gli ultimi tre furono reclusi all’interno del Rodeo II. José e Kleiderson beneficiarono subito della protezione di “Oriente” mentre Naranjo, accusato di aver rivelato i nomi dei sequestratori al Cicpc, fu assassinato con 60 colpi di pistola due ore dopo essere entrato in carcere.
Secondo quanto rivelato dai reclusi, José è oggi il terzo “pran” del Rodeo. Si sarebbe guadagnato la leadership all’interno del penitenziario quando lanciò una granata per uccidere altri detenuti. Da quel momento in poi viene soprannominato “José Granada”. Kleiderman, fotografato negli ultimi giorni mentre abbraccia potenti armi da fuoco, è la mano destra di “Oriente”.
Saltato l’incontro con i 4 italiani
Nel frattempo, Padre Leonardo Grasso, responsabile dell’Associazione Icaro - l’ong che assiste assistenza ai detenuti italiani in Venezuela - non è riuscito ad incontrare ieri, come previsto, i quattro connazionali ex detenuti del ‘Rodeo I’ e ora reclusi nel carcere ‘Yare’. Secondo quanto riferito alla ‘Voce’ dal sacerdote, per ora le forze dell’Ordine “non stanno concedendo permessi per le visite ai detenuti” per cercare di “mantenere sotto controllo la situazione”.
Tra Padre Leonardo ed i quattro connazionali, tutti arrestati in territorio venezuelano per traffico di droga, c’è stato solo un breve colloqui telefonico avvenuto martedì. I reclusi avrebbero assicurato di star bene e non essere rimasti feriti nonostante i violenti scontri che ancora si sussegono all’interno del penitenziario. M.V.
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