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lunedì 13 febbraio 2012

Ecco perché in Venezuela l'opposizione continua a perdere

Foto di Monica Vistali
CARACAS - Classica situazione di contrasto made in Venezuela. Ecco qui una donna in attesa di esercitare il proprio LIBERO VOTO durante la ELEZIONI primarie organizzate dall'OPPOSIZIONE. Indossa una maglietta che riprende uno degli slogan utilizzati dalla deputata Maria Corina Machado che dice: "Comunismo è silenzio". Si, perché paradossalmente la gente che è liberamente andata a votare in questo PROCESSO DEMOCRATICO contro il 'regimen' crede di vivere in una dittatura, instaurata con l'ausilio di qualche broglio elettorale e di qualche spintarella da parte di militari un po' troppo armati accanto ai centri di votazione.
Ma ieri - e solo ieri negli ultimi 13 anni di governo Chávez - l'opposizione non si è lamentata ne dei brogli ne dei militari. Si sarebbero infatti comportati bene sia il Centro nazionale elettorale (Cne) - costantemente accusato di brogli dagli antichavisti che lo vedono come unico responsabile delle loro sconfitte - sia i militari del 'Plan Republica', accusati invece di coercizione di voto e di controllare come si esprimono gli elettori per favorire una presunta persecuzione politica (!). Proprio lo stesso Cne e gli stessi militari messi a disposizione dal governo per favorire la buona riuscita di questa giornata alle urne!
Ma il Cne e i militari non erano partitari? Non favorivano il Psuv di Chávez? Non sarà che semplicemente, fino ad ora, l'opposizione ha solo e semplicemente PERSO contro Hugo Chávez e il suo Psuv? Probabilmente smettere di chiamare - in modo disprezzante - "comunismo" il socialismo del capo di Stato e "dittatura" un sistema politico come quello venezuelano, sarebbe un primo passo per prendere un po' più di voti.

Nota: La Machado, ormai ex pre-candidata presidenziale, è sempre in prima linea nel gridare ai brogli elettorali. È stata zitta solo in due occasioni: quando è risultata la deputata eletta con più voti di tutto il Parlamento venezuelano e nella giornata di ieri, perché le elezioni hanno fatto registrare una altissima affluenza (più di 3 milioni di voti).
La parlamentare è stata leader dell'organizzazione Sumate, attraverso la quale nel 2004 ha raccolto le firme necessarie per indire un referendum revocatorio del presidente Chavez (la possibilità di far cadere il capo di Stato con un referendum indetto attraverso una raccolta di firme è nella Costituzione voluta e fatta votare dallo stesso Chavez. In parole povere: il 'dittatore' Chávez ha introdotto in Venezuela una legge che in qualsiasi momento può far cadere lui e il suo governo con un semplice referendum si/no). Il risultato? Il Paese ha scelto di restare con il suo Comandante, che da allora sfida costantemente l'opposizione a sottometterlo nuovamente ad una prova di questo tipo.

1 commento:

  1. http://bentornatabandierarossa.blogspot.com/2012/02/il-socialismo-sudamericano-un-faro-per.html
    Parlano-bene-del tuo blog,da seguire infatti.
    Da seguirti!Hai ragione,c'è "un'aria più frizzante",qui stanno a bocca aperta in attesa che ci entrino le mosche.
    Best regards,Francesco.

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