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lunedì 5 marzo 2012

Carozza (Cgie): "Col nuovo governo speranze per gli italiani nel mondo"

di Monica Vistali

CARACAS – Guarda al futuro con ottimismo il segretario generale del Cgie, Elio Carozza, reduce dall’Assemblea plenaria del Consiglio svoltasi martedì e mercoledì alla Farnesina. “In Italia è cambiato il governo ed ora c’è un nuovo clima - spiega in un contatto telefonico -, sembra anche che ci siano nuove opportunità per gli italiani nel mondo”.
La speranza arriva da una nuova “attenzione” riservata ai connazionali residenti fuori dai confini, “dovuta probabilmente ad un ministro degli Esteri (Giulio Terzi, ndr) che per esperienze precedenti e formazione conosce le comunità, il loro valore, le loro problematiche e le opportunità” che offrono, spiega il Segretario. “Fanno ben sperare” anche i discorsi del nuovo premier, Mario Monti sulle politiche relative agli italiani nel mondo e alla promozione della lingua e della cultura italiane.
- Quello che chiediamo al Governo è di intervenire per evitare un totale smantellamento di queste politiche. Da parte sua - promette Carozza - il Cgie continuerà a discutere con pazienza, a sollecitargli e a portargli le istanze che provengono dai connazionali all’estero.
L’eredità del governo Berlusconi, spiega il Segretario generale, è “molto brutta sotto tutti i punti di vista”, in particolare per quanto riguarda “l’attacco alla rappresentanza e lo smantellamento totale delle politiche di assistenza e di promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo”. “Dirompente e umiliante” soprattutto la “non considerazione di una comunità - quella degli italiani all’estero - che è una risorsa per l’Italia, la quale grazie ad essa ottiene dei canali privilegiati anche per quanto riguarda la penetrazione nei mercati”. A questo punto l’importante è la “considerazione della risorsa che rappresentano” gli italiani nel mondo, condizione sine qua non per ogni possibile politica d’intervento.
Anche se cosciente della crisi economica che attanaglia l’Italia e della necessità di eliminare gli sprechi, il Segretario sottolinea che per quanto riguarda gli italiani all’estero “non ci possono essere sprechi da abolire perché non c’è più nulla” in assoluto. Paesi come Francia, Germania e Spagna, dichiara, “investono almeno cento volte di più per le proprie collettività” extraresidenti rispetto all’Italia. Ma si aprono spiragli al miglioramento.
- Il premier ha detto qualche giorno fa che solo per l’utilizzo dei voli di Stato nei primi cento giorni di governo sono stati risparmiati 25 milioni di euro. Con questi soldi – prevede – affronteremo tutte le questioni aperte riguardanti gli italiani nel mondo. Questa è la prova che si può davvero fare politica.
La prima area da tutelare, secondo Carozza, è quella della promozione della lingua e della cultura italiane.
- Lo hanno chiesto i giovani italiani che sono nati e cresciuti nel mondo - spiega - già tre anni fa, quando si sono riuniti per la Prima Conferenza mondiale. È importante mantenere il contatto con questi ragazzi, che sono i dirigenti del futuro in campo economico, finanziario, sindacale, istituzionale, accademico. Se l’Italia investe su di loro tra qualche anno ne trarrà enormi benefici.
E per quanto riguarda Comites e Cgie?
- Il solo fatto che esistano è un fatto positivo - afferma Carozza -. Certamente si può fare di più e meglio, ma è importante ricordare che dietro a Comites e Cgie c’è solo volontariato e si tratta di organi puramente consultivi: se hanno fatto poco è anche perché non sono stati abbastanza ascoltati sulle questioni che sottoponevano al governo e al parlamento. Ora - conclude - è necessario che vengano rafforzati: dare voce agli istituti di rappresentanza significa dar voce, di riflesso, ai connazionali all’estero.
Per quanto riguarda il Venezuela, tra le questioni sollevate durante l’Assemblea plenaria: il problema delle domande di cittadinanza che non vengono espletate per mancanza di personale; la ridotta rete consolare; la scarsità degli interventi per quanto riguarda la lingua e la cultura italiane a fronte di una considerevole domanda da parte degli oriundi e degli stessi venezuelani.

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